I Manhattan Transfer chiudono il sipario dell’Eddie Lang.

Sono stati 9o minuti di magia. Un luogo suggestivo come Piazza Duomo a Termoli, straripante di appassionati e curiosi che fin dal tardo pomeriggio si sono recati dinanzi al palco per occupare una delle 1000 sedie messe a disposizione dall’organizzazione e dal Comune per il concerto. Puntuali come tutti gli artisti americani, salgono sul palco loro, gli Ospiti, anzi le Stelle della serata. I Manhattan Transfer.

Una presenza scenica incredibile, delle movenze e degli atteggiamenti in chiaro stile Broadway e che dal 1969 accompagnano uno dei gruppi vocali più famosi di sempre, che sui propri dischi vede il marchio della Emi e della Capital Records. Un regalo che l’Eddie Lang ha voluto fare al Molise, una sorta di ciliegina su una golosissima torta composta da oltre venti porzioni, di vari gusti, ma tutti tanto, tanto buoni. Ore 22:00, on the stage Tim Hauser, Cheryl Bentyne, Alan Paul, Janis Siegle accompagnati da tre grandissimi musicisti e non poteva essere diversamente. Per tener su uno spettacolo come quello di ieri, dove nulla è lasciato all’improvvisazione, non ci può che rivolgere a tre professionisti di levatura mondiale della musica, che si intendono perfettamente tra loro, che non improvvisano nulla e che suonano al millimetro. Al piano ed alle tastiere Yaron Gershovsky, geniale, vero concertatore del gruppo, che ha gestito tempi, attacchi, finali e tutta la parte musicale, avvalendosi di un pianoforte a coda con tanto di effetti attraverso il quale spesso e volentieri rinforzava la sezione ritmica, a dir poco perfetta. Al contrabbasso ed al basso elettrico Boris Kozlov, puntuale come un metronomo, con un suono corposo ed estremamente elegante. Alla batteria, invece, un sostituto dello storico Steve Hass che con la sua potenza e precisione non ha fatto rimpiangere il titolare di quello sgabello. Poi loro quattro. Un feeling che va oltre ogni banale riflessione, un modo di esibirsi che resterà impresso nella memoria di chi c’era. E ieri ce ne erano oltre 3.000 in quella bellissima Piazza. Un mix di voci che, ascoltato dal vivo, lascia davvero senza parole. Quattro vocalist differenti tra loro per caratteristiche, estensioni, colori ed espressività e che hanno dato saggio della loro straordinaria dote anche eseguendo un brano in singolo ciascuno. Ma il bello, o meglio, “il fantastico”, accade quando quelle quattro voci si incrociano tra loro, designando “traiettorie” formidabili, inaspettate e che raccolgono tutto il meglio che le corde vocali di un essere umano riescono ad offrire. Se si potesse scrivere su uno spartito i fraseggi che le Signore Bentyne e Siegle ieri sera hanno eseguito nei loro periodi, poi, ne verrebbero fuori degli assoli di strumento assolutamente fantastici. Prescindendo però da qualche breve e dovuta considerazione tecnica, il concerto di ieri è stato grandioso, dal punto di vista di esecuzione, di gestione dei tempi, di pause, di precisione e di bellezza, anche estetica. Infatti i Manhattan sono belli da vedere, oltre che piacevoli da ascoltare. Lo si diceva poco sopra, sembrava di essere in uno di quei teatri americani tutto luci e ballerine, con le star che cantano danzano e coinvolgono il pubblico. Comunque, dilungarsi oltre non servirebbe a nulla. L’unica considerazione ancora necessaria è rivolta all’Organizzazione dell’Eddie Lang che tra sacrifici economici e qualche piccola parentesi ostruzionistica in qualche Comune, che non si è reso conto della fortuna di far parte di tale cartellone, ha fatto un capolavoro. L’auspicio è che il prossimo anno si faccia altrettanto bene e che le Istituzioni, a tutti i livelli, si mostrino nuovamente sensibili a questa manifestazione che può davvero essere un buon vettore per attirare in Regione una selezione di turisti con la passione per la musica. Lo si fa in Umbria, in Lazio ed in Toscana. Non si vede il motivo per cui ciò non possa accadere anche in Molise.

Complimenti a tutti!

M.A.

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