Violenza contro i medici/ La Vecchia (Fismu): occorre messa in sicurezza delle strutture potenziando la sanità pubblica

Dopo l’ennesima aggressione a Isernia all’ospedale “Veneziale”, a un anestesista che ha già presentato denuncia, e la ferma protesta del presidente dell’Ordine dei medici, Fernando Crudele, anche la Federazione Italiana Sindacale MediciUniti – Fismu ha rivolto un preoccupato e deciso appello alla Giunta Regionale, e al Governo Conte e al ministro Roberto
Speranza affinché da un lato si approvi rapidamente la legge in discussione al Parlamento (anche se con alcune importanti modifiche) per la tutela dei professionisti e operatori sanitari dalle violenze, dall’altro si avvii una politica di messa in sicurezza del SSN.

Ernesto La Vecchia, segretario Regionale Fismu Molise, ha intanto espresso solidarietà al collega: “Un forte abbraccio e sostegno al professionista. Gli siamo vicini”. Quindi ha evidenziato come questa aggressione, sia “l’ultima di una tragica e lunga lista che attraversa tutto il Paese”.

“Finita la prima fase, la più dura dell’emergenza del Covid19 – spiega – riemergono i problemi di sempre. Già non siamo più eroi, siamo di nuovo le vittime di mille angherie e violenze, verbali e fisiche. Serve una cambio di rotta serio”. “Va bene l’impostazione della nuova legge in discussione in Parlamento per la tutela dalle aggressioni degli operatori sanitari – continua il massimo dirigente regionale Fismu – ma servono alcune importanti e ulteriori modifiche sul nodo dell’obbligo di costituzione di parte civile per le aziende sanitarie ora non previsto. I medici non possono essere lasciati soli”.

“Ciò detto, un inasprimento delle pene da solo non basta – conclude La Vecchia – serve una messa in sicurezza della sanità ma investendo in sanità: si deve aumentare il personale, riorganizzare il servizio, modernizzare le strutture, rafforzare il controllo della forze dell’ordine, valorizzare il lavoro e il ruolo dei medici e del personale. I servizi sanitari h24, sul
territorio e negli ospedali, devono essere la prima linea sicura, moderna ed efficiente delle nostre istituzioni, della tutela del diritto alla salute”.

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