Un vino,un territorio/ Lombardia- Alpi Retiche Bianco “Zerovero” La Grazia

Pietro Colagiovanni*

Il territorio: c’è scritto anche sulla bottiglia, siamo in una zona difficile per la coltivazione della vite, una viticoltura definita eroica. Siamo in Valtellina, in provincia di Sondrio, patria di alcune grandi gemme della vinificazione italia, su tutto il grandissimo “Sfursat”, un passito secco da Nebbiolo che non ha nulla da invidiare al più noto Amarone. Una zona montuoso, alto collinare che dopo una grande fatica colturale regala però vini di grande qualità.

La cantina La Grazia, nata nel 2012 per volontà della famiglia Oberti ha sede a Tirano, comune di 8800 abitanti in provincia di Sondrio. Siamo ad appena due chilometri dal confine con la Svizzera e Tirano è un famoso e popolare centro turistico. Di origine romane il comune ha sempre avuto una grande rilevanza strategica essendo il crocevia e la chiave di accesso al lago di Como, all’Engadina ma soprattutto per l’impero germanico e la Repubblica di Venezia.

Tirano

La sua storia è per questo alquanto movimentata. Dopo la dominazione dei Visconti e degli Sforza Tirano passò sotto il controllo del cantone dei Grigioni e a partire dal 1500 fu un terreno di scontro tra protestanti e cattolici, che culminarono nel 1620 il Sacro Macello di Valtellina, una persecuzione dei protestanti da parte degli intransigenti sostenitori del cattolicesimo. Anche Napoleone Bonaparte con il trattato di Campoformio decreto l’appartenenza della Valtellina alla Repubblica Cisalpina e con il trattato di Vienna Tirano divenne parte della Lombardia e del regno Lombardo Veneto.

Oggi come detto è un fiorente centro turistico, base per i vicini impianti sciistici. Il monumento più rilevante di Tirano e dell’intera Valtellina è il Santuario della Madonna, costruito sul luogo di un evento miracoloso, l’apparizione di Maria Vergine nel 1504. Da vedere anche il Palazzo Salis, residenza nobiliare del XVII secolo e le mura costruite da Ludovico il Moro: Ma su tutto si impone un giro sullalinea ferroviaria Tirano- Sankt Moritz, la Ferrovia del Bernina una strada ferrata a scartamento metrico che si inerpica sino a 2253 metri di altezza, tra panorami di rara bellezza.

Il vitigno: Zerovero fa uso di un basso tenore di solfiti ed è un vino organico.Per realizzare un vino di qualità si affida a vitigni, frutti di incroci, resistenti alle malattie e che rendono superfluo l’uso di agrofarmaci e fitosanitari, i cosiddetti vitigni Piwi. Il più noto in questo blend è il Solaris, vitigno a bacca bianca frutto di 4 generazioni di incroci creato nel 1975 a Friburgo. Il Solaris, da qualcuno ritenuto il vitigno perfetto per la sua resistenza alle malattie deriva è un incrocio tra Merzling (a sua volta incrocio tra Seyve Villard 5276, Riesling e Pinot Grigio) con la varietà 6493 Gm ( a sua volta derivante da Severa Zarya e Muscat Ottonel).

Il Solaris da origine a vini dalla gradevole freschezza e dai profumi di frutta bianca e fiori di montagna. Insieme al Solaris lo Zerovero propone altri vitigni a bacca bianca resistenti e coltivabili a quote alte (sopra i 600 metri): il Bronner (incrocio tra Merzling e Gm 6494, a loro volta incroci) sempre creato a Friburgo, lo Johanniter (incrocio tra Riesling e Seyve Villard, a suo volta incrocio) anch’esso nato a Friburgo come pure il Muscaris, altro incrocio di incroci (Solaris per Muscat a Petits Grains Blancs). Le caratteristiche di tutte queste viti sono sostanzialmente identiche: crescere in posti freddi, resistere alle malattie, produrre vini in cui l’acidità e la freschezza sono le note dominanti.

Il vino: erede di una famiglia da sempre attiva nel settore agricolo e dell’allevamento nel 2012 Paolo Oberti decide di avviare un progetto di vinificazione di qualità, dando vita alla cantina La Grazia, in onore della moglie. Nel 2016 con l’espandersi della produzione viene avviata anche la coltivazione delle specie resistenti, capaci di abbattere se non annullare l’impatto ambientale della coltivazione, che danno vita a questo interessante, ricco di personalità “Zerovero”.

Con viti posizionate tra i 450 e i 950 metri di altitudine il vino, dal bel colore giallo dorato, è capace di riproporre tutta la sua storia e la sua geografia. Dai profumi agrumati e minerali al sorso è chiaramente percepibile come un vino di montagna, perchè ha il carattere del vino di montagna. Apparentemente burbero, quasi austero all’inizio sprigiona sapori di grande genuinità e personalità. La sua freschezza, i suoi aromi fruttati, di frutta bianca si mescolano anche in modo inizialmente leggermente ruvido con i toni minerali e i sapori di erba fresca, appena falciata per confluire in un vino intenso, particolare, dalla personalità forte nel contempo però gradevole e bonaria.

Si capisce che è prodotto da gente di montagna, perchè dopo l’iniziale riserbo si trasforma in un vino che ti fa compagnia e ti parla di mondi suggestivi e autentici. Un bel vino, l’ennesima riprova di quanto varia e quanto ancora poco conosciuta sia la produzione vinicola italiana di qualità, di quanto i territori sappiano comunicare la loro ricca storia e il loro duro lavoro. Perfetto con antipasti di pesce, di frutti di mare ma anche, vista la buona struttura (13 gradi) con un tagliere di formaggi e salumi.

Valutazione: 4,25/5

Prezzo medio: 20 euro

Rapporto qualità/prezzo: corretto

* fondatore e amministratore del gruppo Terminus, giornalista, sommellier Ais

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