Soppressione Corte d’Appello: l’ Associazione Ex Consiglieri Regionali interessa della questione il Capo dello Stato

L’Associazione Ex Consiglieri Regionali, in considerazione dell’intenzione, definita “priva di ragioni comprensibili o comunque condivisibili”, del Governo di sopprimere la Corte di Appello di Campobasso, ha inteso interessare della questione il Capo dello Stato quale garante della Costituzione Italiana, fonte e custode dei diritti di tutti i cittadini e dei territori in cui essi vivono. Il Direttivo dell’Associazione e il Collegio dei Revisori dei Conti, hanno quindi affidato ad un documento che si fa carico di racchiudere motivazioni costituzionali, democratiche, sociali e di buon senso, una richiesta forte affinché si scongiuri l’eliminazione di una presenza di una così alta rappresentanza dello Stato e della Magistratura nel Molise.
Il documento, per condivisione e sostegno, è stato inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Presidenti delle Camere, al Ministro di Grazia e Giustizia, alla deputazione parlamentare molisana e ai vertici politico-istituzionali della Regione Molise. “L’eventuale soppressione della Corte di Appello di Campobasso (faticosamente ottenuta ai principi degli anni 70 –si legge nel documento-, dopo decenni di defatiganti trasferte nel distretto giudiziario di Napoli), costituirebbe una delle più infauste decisioni dello Stato democratico e finirebbe, senza giustificazione alcuna e contrariamente al dettato costituzionale, con l’azzerare la platea dei diritti soggettivi di una intera regione, per quanto limitata ne sia la popolazione”. “Del resto –sottolinea il Presidente dell’Associazione Gaspero Di Lisa- il servizio giustizia costituisce uno degli impegni fondamentali e più avanzati di uno Stato che tenda ad assicurare un equilibrato e proporzionato assolvimento dei bisogni delle comunità regionali”.
“Come pure è del tutto evidente la somma dei diritti soggettivi spettanti alle varie popolazioni – continua Di Lisa, riassumendo il pensiero di tutti gli associati che nel corso della loro carriera politica ed istituzionali si sono fatti interpreti di tali alti principi democratici e di diritto- è talmente esigente da non consentire l’ingresso, nella valutazione delle varie soluzioni, la mera e sterile contabilità dei numeri delle popolazioni insediate nel territorio regionale. Ciò infatti, violerebbero gli articoli 114 e seguenti della Costituzione italiana che volle creare uno Stato fondato sul riconoscimento sul suolo nazionale delle entità regionali storicamente configurate dal dopo guerra ad oggi”.
“Tra le popolazioni molisane –conclude il testo inviato alle più alte cariche della Repubblica e della Regione-, di cui l’associazione sottoscritta avverte le voci e il profondo spirito di contrasto, contro le pretese ragioni dello Stato centrale, stanno montando forti movimenti di opposizione che involgono le istituzioni centrali della Regione, le associazioni di categoria, sindacali, il mondo universitario e della scuola tutta, e l’associazione nazionale Magistrati, gli ordini forensi e professionali e di altri genere, che paventano, tutti, il declino di tutte le opportunità: cittadinanze e residenza nella regione stessa, con gravi pericoli sulla stessa unitarietà dello Stato”.

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