RSU Camera di Commercio: chiediamo a Renzi quale voglia essere il reale scopo della riforma

Il prossimo 29 luglio è in programma una nuova riunione del Consiglio dei Ministri per definire il contenuto del decreto di riforma del sistema camerale. Esso prevede la riduzione del numero e delle funzioni attribuite alle Camere di Commercio, la soppressione delle sedi secondarie non essenziali, il taglio del personale di almeno il 15%, percentuale che sale al 25% del personale adibito alle funzioni di supporto per le Camere di Commercio accorpate quale quella del Molise, nata dalla fusione delle Camere di Campobasso ed Isernia. Questa riforma segue il dimezzamento del “diritto annuale”, principale entrata delle Camere di Commercio, già realizzato con il decreto legge 90/2014 che entrerà pienamente a regime il prossimo anno, il quale sta già sottoponendo il neonato Ente molisano ad una situazione economico-finanziaria di gravissima difficoltà.

In occasione della visita in Molise del premier Renzi, pertanto, ci chiediamo quale voglia essere il reale scopo della riforma che il Governo vuole chiudere frettolosamente in questi giorni estivi, che determinerà un danno per le imprese italiane, in particolar modo per quelle molisane che vivono già una situazione di criticità, per i professionisti e per i lavoratori delle Camere, che dispongono di professionalità uniche nel sistema della pubblica amministrazione italiana.

Questo è quanto sottolineiamo con forza.

In un periodo storico-economico in cui è necessario potenziare gli strumenti a supporto del mondo del lavoro, e quindi potenziare le Camere di Commercio, il Governo vuole ridurle a enti burocratici che non saranno più in grado di offrire servizi moderni alle aziende. Ma la strada per riformare la pubblica amministrazione deve essere lastricata di innovazione, non di riduzione delle Camere di Commercio, dei servizi alle imprese, dei dipendenti.

Per far ripartire il sistema imprenditoriale italiano, le Camere di Commercio vanno rafforzate con servizi nuovi e innovativi, che vadano a sommarsi ai servizi attualmente esistenti. Le imprese non ci chiedono altro che celerità e innovazione. Per questi motivi chiediamo al Governo e a tutti i parlamentari e alle forze politiche che hanno a cuore il futuro delle imprese italiane, di modificare subito il decreto di riforma che passerà in Consiglio dei Ministri il 29 luglio, che non crea altro che disservizi al sistema imprenditoriale, e chiediamo di riscriverlo, focalizzando su innovazione, ampliamento di servizi, mantenimento del personale e delle sedi territoriali.

Gli imprenditori, come evidenziano ripetute indagini e testimonianze , hanno trovato nel sistema camerale (presente in ciascuna provincia e quindi vicino al proprio territorio) e nella professionalità dei suoi lavoratori, competenza, onestà, imparzialità, e apprezzati servizi a titolo gratuito o con un costo molto inferiore a quello di mercato.

Con questa riforma in atto, i servizi che le Camere non fornirebbero più alle imprese, da subito, sarebbero questi:

· contributi e finanziamenti alle imprese, per fiere o eventi per il sistema turistico locale o la promozione dei prodotti tipici
· sostegno all’internazionalizzazione
· supporto alle pmi per l’accesso al credito, tramite servizi di microcredito o sostegno ai consorzi garanzia fidi (confidi)
· corsi di formazione alla nuova imprenditoria e imprenditoria femminile
· organizzazione di convegni e seminari gratuiti su tematiche di interesse per le imprese o i professionisti (novità normative, gestione di impresa, argomenti specifici per ciascun settore economico)
· supporto alle imprese per l’innovazione e la digitalizzazione, consulenza per la fatturazione elettronica
· consulenza per deposito marchi e brevetti
· pubblicazione di dati e studi sull’economia locale, sui trend economici e approfondimenti sui vari settori economici

Siamo favorevoli ad una riforma che razionalizzi le spese e lo dimostra la nostra storia, il fatto che oltre al caso Molise anche altre Camere di Commercio hanno volontariamente intrapreso la strada degli accorpamenti già prima dell’operatività della riforma, ma con forza ci dichiariamo contrari ai tagli operati in maniera lineare senza tener conto delle specificità territoriali; ci opponiamo allo smantellamento di un sistema efficiente che è stato da sempre riferimento per l’economia locale e prendiamo le distanze da una siffatta riforma che mortifica la professionalità dei lavoratori camerali, impegnati in servizi altamente specialistici, per considerarli dei meri centri di costo.

Riteniamo, pertanto, che le Camere di Commercio debbano essere potenziate, attribuendo loro servizi nuovi e aggiuntivi rispetto a quelli già esistenti, per farne il fulcro della ripresa economica del Paese. Questo è quanto deve passare nel Consiglio dei Ministri del 29 luglio, questo è quanto chiediamo al premier Renzi oggi in visita in Molise, affinché non si dica che è una regione che non esiste!

La Rappresentanza sindacale unitaria
Camera di Commercio del Molise

Commenti Facebook