Demografia, il Molise viaggia verso il deserto e i giovani vanno via

E’ uno dei problemi seri del Molise, forse in prospettiva futura il più serio in assoluto, il flusso migratorio ed emerge dalla XXXIIª edizione della storica indagine sulla Qualità della vita nelle province italiane, pubblicata lunedì 13 dicembre dal Sole 24 Ore, di cui già abbiamo parlato ieri. L’indagine, come ogni anno, scatta una fotografia del Paese attraverso 90 indicatori statistici su base provinciale divisi in sei ambiti: ricchezza e consumi, affari e lavoro, demografia società e salute, ambiente e servizi, cultura e tempo libero. Tra questi, ci sono 28 parametri aggiornati al 2021 (alcuni addirittura a settembre-ottobre scorso) e una decina di “indici sintetici” (cioè che a loro volta aggregano più parametri). Per quanto riguarda il Molise e le nostre due province, Campobasso figura all’80° posto e Isernia all’81° posto su 107 capoluoghi .

Quello che è importante nelle statistiche è leggere i dati disaggregati che permettono di analizzare argomento per argomento la situazione. Abbiamo scelto per le province molisane solo quelli del fenomeno in premessa, che nello specifico è quello dello spopolamento e del collasso economico che potrebbe generare nel giro di qualche decennio, o anche meno, in Molise. Iniziamo a dire a titolo informativo che Campobasso e Isernia (intese come province) hanno entrambi perso posizioni rispetto all’anno precedente, con il capoluogo di regione che ha materializzato un vero e proprio tonfo (- 26 posti in classifica), mentre quello pentro ha contenuto i danni (- 3 posti). Campobasso fa registrare in termini assoluti la miglior posizione nell’assorbimento del mercato residenziale, vale a dire la percentuale in metri quadri di compravendita rispetto ai metri quadri totali offerti dal mercato e in questa statistica di settore si colloca al secondo posto in Italia con un punteggio di 85,1 rispetto alla media nazionale di 58,4. Di contro c’è il peggiore posizionamento (105° posto su 107capoluoghi) nei dati sull’emigrazione ospedaliera, cioè le dimissioni di residenti avvenute in altre regioni, dove registra una media di 27,9 contro quella nazionale di 10,2.

Veniamo ai dati demografici. Preoccupa proprio il saldo migratorio, visto che il capoluogo di regione figura al 101° poso in Italia nella differenza tra iscritti e cancellati ai registri anagrafe per trasferimento di residenza, con un dato negativo (- 5) che è ben peggiore di quello medio nazionale (- 0,6); male anche il quoziente di natalità, con un 88esimo posto, l’indice di dipendenza anziani (cioè la media degli ultra 65enni rispetto alla popolazione attiva), che è quella della fascia 14-65 anni, mentre è in media nazionale per numero di stranieri per 100 abitanti e anche nella speranza di vita con 82,1 anni e in entrambi i casi a metà classifica. La popolazione totale sulla Provincia è di 214.629 abitati.

La piccola provincia isernina (81.918 abitanti) ha alcuni problemi analoghi e qualche differenza importante. Intanto ha un brillante primo posto in Italia per medici di medicina generale attivi su 10.000 abitanti (parametro 12,3 contro la media nazionale di 9) mentre registra un deludente ultimo posto in Italia nella copertura in percentuale della banda ultra larga, con la fibra fino a casa nel 13,1% dei casi contro una media nazionale del 54,5%. La speranza di vita è quasi in linea con la media nazionale e appena sotto quella dell’altro capoluogo provinciale ma ha una grave situazione per la natalità (91esimo posto) ed emigrazione ospedaliera (106esimo) e saldo migratorio (104°) mentre va decisamente meglio nell’acquisizione di cittadinanza (27°).

Questa sequela di cifre serve a far capire la drammaticità del problema in una regione che invecchia e nel contesto registra un costante flusso migratorio in uscita; anche se nei dati citati non si specifica, sappiamo tutti che interessa soprattutto i giovani, che vanno via perché dalle nostre parti le prospettive lavorative per loro sarebbero alquanto scarse. Chi ha un minimo di ambizione, se è giovane e con grosse prospettive, va via dal Molise e il problema maggiore è che adesso si parte con uno spirito diverso rispetto agli emigranti del periodo post-bellico e di quelli seguenti. I giovani vanno via per potersi esprimere al meglio in società evolute, anche se piene di problemi e con l’intento di rimanerci. Si sta sradicando il tessuto sociale e le intelligenze che partono sono spesso elevate. Il Molise è una regione che si sta impoverendo e dove a questo fenomeno grave non fa da contraltare un’azione forte di programmazione economico- politica.

Il rischio, che è già quasi una realtà, è che la nostra diventi una regione per vecchi, dove ad un corposo gruppo di pensionati non faccia riscontro un analogo gruppo di eredi e persone in età produttiva. Stiamo andando verso l’anticamera della crisi totale e dobbiamo sperare di fermarci in tempo, anche se obiettivamente sarà difficile.

Stefano Manocchio

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