Portellone esploso o avvelenamento da litio. Tutte le ipotesi sulla tragedia dell’A-320

Perché si è schiantato l’A-320 della Lufthansa?  La domanda secca è d’obbligo ma non è ancora possibile dare una risposta: sarà necessario esaminare i dati della scatola nera, appena ritrovata. Il dispositivo che registra i dati di volo e gli scambi di battute in cabina è progettato per resistere ai disastri aerei ma nel caso della sciagura di ieri in Provenza risulta danneggiato e i tecnici dicono che ci vorrà più tempo del previsto per far «parlare» la scatola nera. 

  Che ipotesi si fa?

Quella più accreditata riguarda un difetto al portellone anteriore del carrello che potrebbe aver ceduto innescando una sequenza di eventi. Che il portellone avesse dei problemi è un fatto certo perché era emerso nelle ventiquattr’ore precedenti durante una sosta all’aeroporto di Duesseldorf. Ma ovviamente il guasto era stato riparato prima del decollo. Potrebbe essersi ripresentato? Ma ci sono anche diverse ipotesi alternative.

 Ma basta l’esplosione di un portellone provocare un disastro aereo?

Di per sé no. Si sono viste emergenze strutturali ben più drammatiche che si sono risolte senza tragedie. Anni fa un aereo in volo di linea perse addirittura una parte del guscio esterno della cabina, ma poi riuscì ad atterrare. Se un aereo non può utilizzare un carrello può comunque raggiungere un aeroporto e tentare un atterraggio di fortuna. Anche di questo ci sono precedenti. Però un evento come l’esplosione di un portellone può mettere in moto una serie di conseguenze che sfuggono di mano ai piloti: può provocare altri cedimenti strutturali, perdite di pressione in cabina, innescare blackout o incendi. O più semplicemente può indurre i piloti a intraprendere manovre brusche che poi non riescono a controllare.

Quali altre cause potrebbe avere l’incidente?

Si fanno ipotesi non necessariamente alternative a quella del portellone difettoso: potrebbero essere compatibili o derivate. Una perdita di pressione in cabina può avere indotto i piloti a perdere rapidamente quota, dall’altitudine dove non si respira senza maschera a quella dove l’aria ha una pressione compatibile con quella necessaria alla sopravvivenza umana. Poi per qualche motivo (ma questo è un mistero da spiegare) il personale di volo non è riuscito a stabilizzare l’A-320 su una nuova quota di sicurezza. L’ipotesi più nuova (fatta stamattina in Francia) è che l’esplosione di batterie al litio in cabina di pilotaggio (come quelle degli smartphone o dei computer portatili) abbia indotto un avvelenamento dell’aria che avrebbe ucciso i piloti, nello stazio ristretto della cockpit, in poche decine di secondi.

E l’ipotesi dell’attentato è da escludere?

Allo stato delle cose non si può assolutamente escludere, ma non ci sono neanche elementi per crederci. Alcuni fattori sarebbero compatibili: la causa che ha scatenato la sequenza depressurizzazione-discesa a bassa quota potrebbe essere stata l’esplosione di una bomba a bordo, di potenza non sufficiente a distruggere l’aereo ma abbastanza forte da far danni. Resterebbe da spiegare come mai i piloti dopo la bomba abbiano potuto impostare correttamente la procedura di discesa dell’aereo ma non l’abbiano poi portata a termine fermandosi alla quota voluta. Un’altra ipotesi è che uno o più terroristi suicidi si siano impadroniti dell’aereo impedendo ai piloti di usare i comandi. Ma ogni ipotesi di questo tipo attende almeno qualche indizio, un elemento parziale a supporto. Speriamo che la scatola nera ci spieghi tutto.

Fonte: La Stampa

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