Pacchetto Giovani e investimenti in agricoltura, Ciocca chiede spiegazioni sui criteri di ammissibilità ai bandi

Ho protocollato l’ordine del giorno teso a chiedere all’assessore all’Agricoltura la revisione dei parametri del bando attuativo “Pacchetto giovani” del Psr 2014-2020, Misura 4 “Investimenti in immobilizzazioni materiali”, sottomisura 4.1, “Sostegno a investimenti nelle aziende agricole” e Misura 6 “Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese”, sottomisura 6.1. “Aiuti all’avviamento delle attività imprenditoriali per i giovani agricoltori”.
Una richiesta che deriva dalla verifica attuata, e oggetto di una segnalazione effettuata fin dal mese di febbraio, circa i criteri di ammissibilità ai bandi le cui graduatorie sono state rese note negli scorsi giorni: nello specifico non considero corrette – e quindi condivisibili – le previsioni contenute nel bando stesso che consentono agevolazioni inferiori per chi opera nelle zone montane. Ritengo, invece, che gli stessi “aiuti” debbano prevedersi esattamente al contrario, viste le oggettive difficoltà che gli imprenditori agricoli riscontrano nelle zone montane e svantaggiate.
Come è noto l’importo delle agevolazioni risulta dimensionato su due livelli di base.
Riguardo alla Sottomisura 6.1., all’articolo 10 si stabiliscono 30mila euro di contributo nel caso in cui l’insediamento avvenga in aziende localizzate in zone montane con almeno una produzione standard totale di 10mila euro e 40mila euro nel caso in cui l’insediamento avvenga in aziende localizzate nelle altre zone con almeno una produzione standard totale di 18 mila euro.
Per la Sottomisura 4.1., invece, la spesa massima ammissibile è pari a 50mila euro per gli investimenti effettuati da aziende localizzate in zone montane e svantaggiate e di 67mila euro nelle altre.
Ritengo che la logica seguita per la concessione dei finanziamenti non risponda alle diversità oggettive dei territori e quindi alle difficoltà che devono affrontare gli agricoltori che hanno le proprie aziende in aree di montagna e svantaggiate.
A fronte dei chiarimenti chiesti e mai ottenuti, fin dalla metà di febbraio, ho inteso presentare l’ordine del giorno affinché l’argomento sia affrontato con celerità perché siano ripristinati i corretti parametri che – a mio avviso, a rigore di normative e checché ne dica il Tavolo Verde – dovranno consentire a chi opera in territori di montagna e/o svantaggiati di poter usufruire di agevolazioni maggiori rispetto a chi, invece, fa agricoltura in aree pianeggianti, dove le condizioni meteo sono più clementi e le difficoltà di coltivazione non sono penalizzanti.
Nel contempo chiedo la giusta revisione delle graduatorie e, al fine di evitare contenziosi e ricorsi, auspico che sia consentito a chi è stato escluso – per errori formali – la corretta integrazione documentale così come del resto previsto dal Manuale delle Procedure del bando stesso.
Salvatore Ciocca

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