L’Ance Molise a Nagni: vicina la fine dell’edilizia, imprese chiuse e operai a casa

Si è svolto venerdì 30 ottobre a Campobasso, presso la sede dell’Associazione, l’incontro tra l’Ance Molise e l’Assessore regionale ai Lavori Pubblici, Pierpaolo NAGNI. L’Assessore Nagni, nel riconoscere il ruolo, il valore e l’importanza del settore, ha illustrato le opportunità che riguardano soprattutto il piano della viabilità per 91 milioni di euro e i prossimi appalti per circa 43 milioni di euro relativi al sistema idrico e a quello depurativo e fognario di molti comuni molisani. “Il quadro è francamente desolante – afferma Uliano. Ci sono scarsissime possibilità di far ripartire le costruzioni: peraltro, sia per la viabilità che per l’idrico occorre ancora procedere alla sottoscrizione dell’APQ, e poi emanare i decreti di concessione dei finanziamenti. A causa anche dei ritardi dei Comuni nella predisposizione della progettazione, risulta praticamente impossibile rispettare il termine del 31 dicembre per effettuare le gare d’appalto, e ciò comporterà due conseguenze fortemente negative: lo slittamento dei tempi che contribuirà ad aggravare ulteriormente la crisi delle imprese edili e l’applicazione della penalità pari all’1,5% sul totale dei finanziamenti. Per riattivare concretamente qualche risorsa, bisognerà aspettare, nella migliore delle ipotesi, la primavera del 2016”. Inoltre, non c’è alcuna novità per la riprogrammazione dei fondi per l’autostrada, praticamente cancellata dal Governo. Anche per la ricostruzione, la situazione non è migliore: il pagamento dei lavori è fermo al 18 maggio e i crediti delle imprese assommano a circa 13 milioni di euro. L’Ance Molise, nel prendere atto della gravità della situazione ha ribadito la propria collaborazione, ma anche affermato che le imprese edili non possono più aspettare: è urgente garantire la ripresa del lavoro. “Proprio il lavoro – ha detto Uliano – è la priorità immediata: occorre attivare subito tutte le possibili sinergie per far ripartire le attività non solo delle costruzioni in senso stretto ma anche delle 85 attività dell’indotto, puntando su impegni precisi e tempi certi per le gare d’appalto e per i pagamenti. Il tempo delle attese è finito, occorre passare immediatamente dalle parole ai fatti. Diversamente, occorrerà prendere atto che si vuole la fine del settore e ci si dovrà assumere la responsabilità di aver fatto fallire le imprese e di aver mandato a casa gli operai”.

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