L’Italicum approda in Commissione. Ora gli emendamenti.

italicum-renziNon riserva particolari sorprese, rispetto alle indiscrezioni, il modello elettorale illustrato da Renzi, concordato con Berlusconi e successivamente sottoscritto anche da Alfano, che prevede con il 35 per cento un premio di maggioranza del 18 per cento fino al 55 per cento dei seggi o, in caso di mancato raggiungimento del quorum, il ballottaggio di coalizione. Il sistema prevede un’attribuzione dei seggi su base nazionale, una modifica allo spagnolo per evitare una frattura dentro la maggioranza, con collegi con liste bloccate di 4-5 candidati.

Per quanto riguarda i collegi, i seggi vengono distribuiti con metodo proporzionale, su base nazionale. Ci saranno circa 120 collegi plurinominali: circoscrizioni piccole di circa 500mila elettori, per l’assegnazione di 4 o 5 seggi. Sulla scheda ci saranno i nomi di tutti i candidati nelle liste, che saranno bloccate ma corte, con criteri di riequilibrio di genere. Il Pd, ha annunciato Renzi, sceglierà i propri candidati con le primarie.
Alla lista o coalizione che riceva almeno il 35% dei voti, viene assegnato un premio di maggioranza del 18%. Ma c’è un limite al numero di seggi che potrà ottenere con tale premio: non oltre il 55% (se ad esempio una lista avrà il 40% dei voti, sommerà un premio del 15%). Solo nel caso in cui nessuno raggiunga il 35% dei voti, si svolge un secondo turno fra le prime due liste o coalizioni di liste. Fra il primo e il secondo turno non sono possibili apparentamenti. Chi vince il ballottaggio, prende un premio di maggioranza che gli assegna il 53% dei seggi. I restanti seggi vengono distribuiti proporzionalmente tra le altre coalizioni. Per accedere alla Camera le coalizioni dovranno prendere almeno il 12% dei voti. Le singole liste coalizzate dovranno arrivare al 5%, all’8% le liste non coalizzate.
Quando arriverà in porto la riforma del bicameralismo, il Senato non sarà più organo elettivo. Ma nel frattempo, nell’Italicum viene inserita una “clausola di salvaguardia” che rende applicabile la legge elettorale anche al Senato. Percentuali, soglie e premio di maggioranza sono le stesse della Camera, ma l’attribuzione dei seggi avviene su base regionale, come prevede la Costituzione.
Con il superamento del bicameralismo perfetto, solo la Camera darà il voto di fiducia al governo. Il Senato diventerà una Camera delle autonomie, con l’eliminazione dell’elezione diretta dei suoi membri e di ogni indennità. In questo modo, i parlamentari si ridurranno da 945 a 630.
Con la riforma del Titolo V si eliminerà la materia concorrente tra Stato e Regioni. Torneranno nella competenza statale alcune materie come le reti strategiche di trasporto, l’energia e il turismo. Alla riforma costituzionale si affiancherà l’eliminazione dei rimborsi elettorali per i consiglieri regionali e l’equiparazione dell’indennità dei consiglieri regionali a quella del sindaco della città capoluogo di regione. Verrà condotto a termine il ddl Delrio che “svuota i poteri” delle province.
Renzi intende approvare la legge elettorale in via definitiva e le riforme costituzionali in prima lettura entro le elezioni europee del 25 maggio. A questo scopo, la prima lettura della legge elettorale alla Camera dovrà concludersi entro febbraio.

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