Incentivare la buone pratiche nel sistema regionale per evitare le pluriclassi

Grazie alla collaborazione attivata tra Regione, Ministero dell’Istruzione, Organizzazioni Sindacali, Province e Comuni, l’anno scolastico 2014-2015 si è avviato con il nuovo Piano di Dimensionamento organizzato su n.54 autonomie rette tutte da dirigenti in titolarità salvo 4 date in reggenza. Con la proposta di legge quadro in materia di istruzione, formazione professionale e conoscenza, sarà ulteriormente migliorata la struttura organizzativa territoriale del sistema per uniformare e potenziare l’offerta educativa regionale valorizzando le peculiarità degli indirizzi tecnici, scientifici, umanistici e professionali per aree complementari.
Si dovrà sostenere l’aggregazione dei plessi che uniscono più comuni al fine di tutelare la presenza delle scuole nelle aree interne ma evitando il ricorso alle pluriclassi. Recependo, inoltre, una sollecitazione ministeriale fortemente sostenuta dai sindacati di categoria sarà necessario superare gli Istituti Omnicomprensivi in favore di Istituzioni Scolastiche differenziate tra scuola dell’obbligo e indirizzi di studio superiori tecnico- professionali o scientifici-umanistici.
Nelle more della predisposizione della nuova normativa si prende atto dei diversi e positivi esempi messi in opera in Molise tra i comuni di Tufara e Gambatesa, o per il polo scolastico unificato di Montagano, Matrice, Campolieto e Petrella Tifernina.
Non mancano orientamenti amministrativi locali che antepongono i diritti ad una scuola di qualità da parte degli alunni al mantenimento di strutture comunali incardinate sulle pluriclassi. E non mancano mobilitazioni territoriali tese a far aumentare le iscrizioni in difesa degli Istituti tecnici superiori orientati alle vocazioni locali come quelle dell’agricoltura.
C’è da registrare che in queste ore è stato adottato un doppio provvedimento dal Ministero dell’Istruzione che agevola il mantenimento di classi autonome in due istituzioni scolastiche localizzate in aree interne e svantaggiate, a conferma che l’impegno unitario delle amministrazioni locali e regionali, se ben orientato può agevolare l’articolazione dell’offerta didattica su tutto il territorio senza penalizzare ulteriormente le zone montane.

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