Il crocifisso cinquecentesco di Petrella: dal restauro, alla scoperta, alla pubblicazione di un libro

L’amore per la propria terra comprende anche la volontà di far luce su un patrimonio storico, artistico e culturale che altrimenti rimarrebbe sommerso. Parte da qui la storia del crocifisso cinquecentesco conservato nella chiesa di SanGiorgio Martire a Petrella Tifernina.

La presentazione del libro nella curia vescovile, ieri pomeriggio, 30 giugno, ha rappresentato il punto di arrivo di un percorso virtuoso avviato nel 2015 a seguito di una richiesta di restauro del manufatto da parte dei componenti del coro al parroco, don Domenico Di Franco. Grazie soprattutto al contributo economico spontaneo della comunità petrellese  il crocifisso è stato affidato all'”Associazione Restauratori senza frontiere”.

Già dalle prime valutazioni la scultura presentava caratteristiche di pregio. Le successive indagini e radiografie hanno chiarito che si era in presenza di un’opera in legno, di pioppo in particolare, e non in gesso come si credeva, con ben 15 strati pittorici, tanti da farne risalire la realizzazione alla seconda metà del 1500. Dal 22 luglio del 2017, dopo due anni di prezioso e certosino lavoro, il crocifisso è tornato nel tempio romanico di Petrella e oggi fa bella mostra di sè nell’ultima capriata, “con un volto ancor  più bello ed espressivo”, come ha rimarcato il Vescovo di Campobasso, Monsignor Bregantini. 

“Il volume presentato oggi -ha puntualizzato Padre Giancarlo – sa ben rappresentare tutto ciò che possiamo ammirare dopo le rivelazioni dei restauratori. Dettagli che non avremmo saputo cogliere senza un intervento così qualificato”.

La dottoressa Dora Catalano, sovrintendente ai beni culturali e massima studiosa delle sculture lignee presenti in Molise, ha invece voluto elogiare il modello operativo messo in atto per scoprire questa opera d’arte. Un metodo virtuoso che ha visto la partecipazione di una grande famiglia composta da istituzioni, gruppi associativi e comunità.

Secondo il presidente dell’Associazione Restauratori senza Frontiere, Paolo Pastorello, anche curatore del volume assieme alla dottoressa Marisa Lorenzi Tabasso, “nella messa a punto di un restauro occorre riflettere e lavorare tutti cercando di scovare lo spirito della gente del borgo. E la missione del restauratore deve mirare a coinvolgere le persone verso la conservazione dei beni culturali del mondo intero”. 

“La storia di questo restauro è bellissima” – ha concluso l’ architetto e cittadino onorario di Petrella, Franco Valente. – E molto si deve alla disponibilità di don Domenico, persona speciale, nonché al sindaco, Alessandro Amoroso”. Nel corso dell’evento il primo cittadino petrellese ha infatti ribadito il senso di responsabilità spettante ad amministratori e comunicatori nell’impresa di custodire e valorizzare i beni presenti in Molise. Dunque se il percorso intrapreso in questo piccolo borgo, diventasse un modello per tutta la regione si potrebbe lasciare un’ apprezzabile eredità alle nuove generazioni. 

Rossella Salvatorelli

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