Il Consultorio di Termoli “va in pensione”. PD e Conferenza Donne Dem: perdiamo un servizio e un rifugio sicuro per gli adolescenti

Ad oggi l’équipe multidisciplinare del consultorio familiare di Termoli è ridotta all’osso: una sola psicologa, nessun assistente sociale, nessun pediatra, una sola ostetrica e una ginecologa una volta alla settimana.

Dopo il massivo pensionamento di tutte le altre figure professionali necessarie in questa struttura, l’Asrem ha rinunciato a questo servizio privandone i cittadini.

Dal primo agosto il consultorio sarà protagonista di un altro pensionamento, sancendone così la morte.

Sopravviveranno solo un’ostetrica e un ginecologo erogando prestazioni solo di tipo medico: PAP-Test e Tamponi.

La forza di ogni consultorio è il lavoro di equipe, ricordiamo che è un presidio multi professionale di prevenzione ed assistenza sanitaria psicologica e sociale, dell’individuo, della famiglia e della coppia, nelle diverse fasi della vita.

Non è il COVID-19 a porre uno stop alle prestazioni e le attività del nostro consultorio termolese, bensì l’assenza di personale come psicologi assistenti sociali, pediatri, infermieri, ginecologi e ostetriche, figure necessarie per erogare tutti i servizi prestati in passato.

Vi è inoltre l’assenza di un segretario per l’organizzazione di appuntamenti per Pap test, tamponi e per tutte le altre prestazioni.

Il territorio di Termoli è orfano di un consultorio familiare e a pagarne le conseguenze sono tutti i cittadini, dalle donne che in gravidanza perdono la possibilità di frequentare il corso di preparazione al parto che abbracciava la donna sia prima che dopo il parto, contenendo e prevenendo la depressione post- partum che conta molte vittime in Italia.

Si perde la possibilità di poter fare corsi di “Baby massage” e riabilitazione perineale.

Inoltre perdiamo la possibilità per le donne di poter fare lo screening regionale Pap test.

Le famiglie fragili e le coppie, non hanno più l’opportunità di usufruire della mediazione familiare per le coppie in separazione .

Perdiamo non solo un servizio, ma un rifugio sicuro per gli adolescenti.

Ci preme ricordare che il consultorio familiare è l’unico luogo in cui i minori possono accedere senza il consenso dei genitori, per poter parlare di problematiche di vario ordine da quelle psicologiche a quelle di tipo medico come gravidanze indesiderate o interruzioni di gravidanza.

Perdiamo anche il servizio di educazione alla sessualità presso le scuole del nostro territorio, un momento di informazione e confronto sulla contraccezione per prevenire eventuali interruzioni di gravidanza, con la possibilità di percorsi psicologici.

L’Asrem ha tamponato il tutto con un progetto biennale “Fare Famiglia” che ha subito comunque uno stop con il COVID-19, ma che comunque non riesce ad erogare e svolgere tutti i servizi svolti dal consultorio familiare.

Questa è la triste realtà della nostra città, non avere un consultorio familiare, che non è solo un servizio o una semplice struttura, significa perdere un rifugio, per le persone fragili e che si trovano in difficoltà al quale possono accedere nella condizione di anonimato.

Ancora una volta l’Asrem decide unilateralmente di fare tagli e di ignorare le direttive nazionali e regionali di potenziamento dei consultori familiari.

Il depauperamento del servizio sanitario del territorio è l’ennesimo atto di prevaricazione in materia sanitaria di questo governo regionale.

Lotteremo con ogni mezzo perché questo scempio abbia fine.

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