di Massimo Dalla Torre
L’hanno giurato, li ho visti in Pontida
venuti dai monti e scesi in pianura.
L’hai giurato, e si strinsero la mano
I Cittadini delle 20 città.
Oh, spettacolo di gioia! I lombardi
Sono d’accordo., uniti in un’alleanza.
Lo straniero tingerà la bandiera
dell’alleanza con il proprio sangue…
Inizia così il componimento poetico di Giovanni Berchet che inneggiava l’azione di rivolta dei
lombardi contro l’imperatore Federico Barbarossa. Giuramento che, a distanza di secoli è alla base dell’azione politica della lega il cui capo, il papetiano Salvini, non senza grattacapo, causa le vicende giudiziarie del suocero e del cognato, annualmente proferisce prima di benedire i
fedelissimi a Pontida nella bergamasca con le sacre acque del Piave fiume non immune da azioni belliche e patriottiche.
Giuramento che, sicuramente proferirà anche l’europarlamentare molisano Patriciello il prossimo 2 febbraio all’hotel Dora che, ha annunciato di lasciare le file di Forza Italia per passare a quelle leghiste, che, a dir la verità con i lumbard ha poco a che vedere, perché figlio
della Campania Felix e di Venafrum che secoli fa punto di riferimento per la città eterna e di
conseguenza per i signori del Tevere che, gradivano l’olio coltivato nelle campagne del centro ai
confini con il Lazio. Colpo di scena, anche se qualcosa da tempo bolliva in pentola, si potrebbe
obiettare, ma si sa che in politica tutto è possibile specialmente quando si tratta, a pochi mesi dal rinnovo delle cariche europee, di fare scelte che, con i propri ideali politici poco c’azzeccano come direbbe il molisano Tonino Di Pietro, difensore degli ideali meridionali.
Ideali che, se leggiamo bene tra le righe, con la scelta del venafrano, poco hanno a che fare perché i lumbard con tanto di camicia verde ed elmo con corna cozzano pesantemente. Lumbard che, poi tali non sono, perché molti di estrazione meridionale a tutti gli effetti tant’è che ogni qualvolta si riuniscono alle foci del fiume patrio gridano all’indirizzo di chi li mette in difficoltà, senza sapere che sono loro i primi a creare scompigli e distonie, ma si sa come asserivano i latini Nemo profeta in patria e questa è l’unica certezza perché’ di falsi profeti che abbracciano nuovi credi certamente non ne abbiamo bisogno tant’è che secoli fa i nostri progenitori pronunciarono ad Aquilonia la formula: “Vitelios, giuriamo! Su Giove Ottimo Massimo, su Vesta, su Marte, sugli Dei che hanno generato i nostri popoli, sugli eroi che ci assistono in battaglia, combatteremo fino all’ultimo sangue per l’indipendenza.
E se mai rinnegheremo questo giuramento possano le nostre vite, le nostre famiglie, le nostre proprietà, i nostri figli, esserci tolti” …