di Massimo Dalla Torre
Tra le tante iniziative che caratterizzano il Natale 2025 a Campobasso, c’e’ ne una che merita attenzione, perche’ è ricca di contenuti culturali, sentimenti, passione ma soprattutto legame con un mondo che poche volte approda nel capoluogo della ventesima regione dello stivale: è la mostra degli impressionisti.
Personaggi alquanto discussi, almeno all’epoca in cui sono vissuti. Uomini non considerati perche’ giudicati dissacratori della pittura classica seppero rivoluzionare l’arte ma anche la letteratura, la poesia rifuggindosi sulla collina di Mont Matre, oggi tempio indiscusso di quel modo di vivere e vedere le cose diversamente dai cosiddetti perbenisti ben pensanti, all’epoca vi erano gli orti.
Nomi che soprattutto oggi sono il polo attrattivo di una vita che, nella sregolatezza e in un modus vivendi diverso dagli altri, hanno aperto le porte alla pittura, alla poesia, alla letteratura, non legata al classico ma al moderno, al futuro che si puo’ ammirare e comprendere nello splendico scenario del Museo D’Orseau nella Parigi dei bistro’, di Notre Dame, dei giardini di bouburg, o in quello degli champs elisee’, della defance, della piazzetta del sacro cuore, dove ancora si respira l’atmosfera bohemienne, tanto per citare alcuni luoghi che fanno della ville lumiere, nonostante le mille contraddizioni la capitale europea piu’ visitata da milioni di turisti.
Impressionisiti come Renoir, Monet, Manet, Toulouse-Lautrec , Utrillo, Sisley, Gauguin, Rodin, Modigliani, Van Gogh, attenti osservatori di un mondo che contrastava con il pensiero e l’espressione poetica di Rimbaud, Mallarme’, Boudelaire, immortalati tra l’altro in un quadro di Fantin Latour o sui dagherrotipi di Nadal, ma anche in uno schizzo a matita di Caran d’Ache.
Uomini che furono avversati e cacciati dall’esposizione universale che invece celebro’ il genio dell’ingegnere Eiffel che ancora oggi, domina il trocadero punto di osservazione di eccellenza di quello che e’ il monumento piu’ ammirato e visitato nella Parigi capitale dell’innovazione, eppure, ancora fanno parlare di loro non come retaggio di un modo di dipingere desueto che difficilmente puo’ essere surclassato perche’ antesiniano di un qualcosa che una volta visto, rimane dentro e non va piu’ via…







