Giornata del ricordo “Vittime delle Foibe”, il messaggio di Patriciello

“Riannodare i fili della storia, ricordandone le pagine più drammatiche e dolorose, è un dovere civile e morale cui nessuno di noi può e deve sottrarsi. Il racconto dei tragici eventi che segnarono la sorte di tantissimi nostri concittadini tra il ’43 e il ’45 ha bisogno della giusta considerazione e di una doverosa attenzione:  il Giorno del ricordo è una pagina che merita di essere letta per intero”. Così Aldo Patriciello, parlamentare europeo di Forza Italia, nella ricorrenza dedicata alle vittime dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Dopo la “Giornata della memoria” per le vittime della Shoah, infatti,  il 10 febbraio in tutta Italia si celebra il “Giorno del ricordo” per non dimenticare i cinquemila italiani uccisi in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia tra il 1943 e il 1945. “Credo sia di fondamentale importanza – spiega Patriciello – ricordare degnamente l’orrenda sorte toccata ai tanti italiani in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia all’indomani della firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943 che furono vittime innocenti dapprima della follia nazionalista e poi di una cecità ideologica che ne ha soffocato per troppo tempo la memoria. L’istituzione del Giorno del ricordo, sanando questa ferita, consente a tutti noi di riflettere serenamente sugli orrori di un’epoca che ha segnato profondamente le vite ed i sentimenti di migliaia di italiani. Diversamente – aggiunge l’eurodeputato –  avremmo un ricordo senza memoria; una vacua retorica che non ha ragione di esistere se si vuole davvero evitare di commettere gli errori del passato. Gli italiani che in tanti, troppi, trovarono la morte nelle cavità carsiche, sono il segno di una storia criminale che solo la grande avventura di un’Europa finalmente libera, democratica ed unita ha saputo cancellare. È una lezione che non dobbiamo mai dimenticare; un monito da tramandare alle generazioni presenti e future; un insegnamento per quanti credono nel valore della pace e della solidarietà tra i popoli. L’Europa che impara dai suoi errori –conclude Patriciello –  è un’Europa pronta a  superare qualsiasi difficoltà”.

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