Di Clemente: stabilizzare i precari della sanità molisana

I circa 280 infermieri precari, i medici in scadenza di contratto, le “infermiere madri” costrette ad assurde mobilità verso altre regioni, devono essere stabilizzati. La ragione è semplice: i loro servizi servono ogni anno in modo strutturale, e sono essenziali per la sanità regionale già abbondantemente colpita, soprattutto negli ultimi anni, sia con i governi di Lega Forza Italia e fascisti, sia con quelli di “centrosinistra”. Nazionali e regionali. Basti vedere le situazioni ai limiti della disperazione in cui versano i servizi di pronto soccorso.

Non è vero che non ci sono risorse: il bilancio statale presenta un avanzo primario mediamente da 30 a 40 miliardi negli ultimi vent’anni, a furia di questi tagli antisociali; solo che soldi pubblici (cioè le tasse pagate dei lavoratori) sono usate per socializzare le perdite causate dai banchieri speculatori (leggi salva banchieri) e per pagare gli interessi da 90 miliardi di euro l’anno sul debito pubblico, cioè su titoli da essi acquistati proprio con le grandi rapine sociali che vanno avanti da anni. E così il debito continua ad aumentare di pari passo con gli interminabili ed immani sacrifici sociali che ci vengono imposti.

Se si vogliono tagliare i veri sprechi della sanità molisana e negli altri settori a favore dei potenti e cordate borghesi locali, individuiamoli ed eliminiamoli; ma questo i governi borghesi, centrali e regionali, continuano indisturbati a non farlo. Preferiscono tagliare i precari della sanità molisana, che invece sono utili ed essenziali.

Occorre perciò un atto di ribellione anticapitalista, uno slancio rivoluzionario anche da parte delle masse molisane: una grande mobilitazione perché questi “piani di rientro” sulla sanità molisana vengano rispediti al mittente una volta per tutte.

Dotare la sanità molisana del giusto numero di medici e infermieri non è uno “spreco”, ma una necessità naturale ed ineludibile.

Anche dal Molise si risponda al governo centrale: se c’è uno spreco da tagliare e quello che il fiume di miliardi che ogni anno viene rubato da una minoranza di banchieri e capitalisti, tra interessi anatocistici e usurai sui titoli pubblici, grande evasione, corruzione e ruberie allo stato da parte di lobby private, detassazione di capitalisti e banchieri… e si potrebbe continuare.

 

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