Chi vuole chiudere l’Università a Termoli? Insufficienti le spiegazioni del Comune

Abbiamo appreso con enorme sconcerto, della paventata chiusura della sede universitaria di Termoli, frutto di un progressivo indebolimento in termini di riduzione di servizi e di iscritti; come sempre, gli attacchi al territorio avvengono nel più completo silenzio, e nulla era trapelato su questa eventualità.

Il funzionamento del polo termolese, relative alle scienze del turismo e del cibo, è stato sospeso, ufficialmente a causa del covid ma con motivazioni reali probabilmente diverse, concernenti la dimensione della sede. Altrimenti non si spiegherebbe perché le altre sedi Unimol sono rimaste aperte.

Poiché siamo consapevoli che un territorio si spegne solo in poche occasioni per un disastro naturale, e quasi sempre invece perché lasciato andare in abbandono e svuotato dei suoi servizi, abbiamo cercato di saperne di più, e poniamo dunque alcune semplici domande al Magnifico Rettore dell’Unimol, sperando di avere spiegazioni esaurienti.

1) Corrisponde a verità la diminuzione dell’orario di apertura della struttura di Termoli per evitare spese di riscaldamento e di aria condizionata, con il conseguente contrarsi delle ore di attività didattica?

2) E’ vero che è stato chiuso il bar interno, sottraendo un servizio agli studenti, con la motivazione che pochi ne usufruivano?

3) La segreteria è davvero aperta solo alcuni giorni alla settimana?

4) E’ vero che la biblioteca, le aule informatiche e i laboratori sono poco utilizzati?

5) E’ vero che il personale amministrativo è utilizzato a scavalco a Termoli e Campobasso con inevitabile diminuzioni dei servizi su Termoli e disagi per gli studenti?

6) E’ vero che nelle fasi di pubblicizzazione dei corsi dell’ateneo, nel periodo delle iscrizioni, la sede di Termoli è scarsamente valorizzata?

7) L’Unimol è consapevole che il considerare, come è evidente, la sede di Termoli unicamente come un costo porterà inevitabilmente al calo delle iscrizioni, come si è purtroppo già verificato, e desertificherà quella che era un punto validissimo di attività formativa e culturale nel Basso Molise?

Questo strisciante svuotamento della struttura di Termoli ricorda troppo da vicino ciò che è successo negli ultimi 12 anni al San Timoteo e in generale alla sanità molisana, per non atterrirci: quando si vuole privare una comunità di un presidio non servono attacchi frontali, basta eroderne pian piano il funzionamento, renderlo inefficiente fino a farlo apparire sempre più precario e inutile.

Non vorremmo dover assistere impotenti alla cancellazione di un altro presidio cittadino, come è avvenuto per la chiusura del tribunale, per la facoltà di ingegneria spostata a Campobasso da un giorno all’altro, e sostanzialmente anche per l’ospedale, senza reazione, almeno a livello di mobilitazione di massa.

Una eventuale chiusura dell’università a Termoli avrebbe conseguenze gravissime: in termini di opportunità per i nostri giovani, mai come ora nel tempo del Covid; in termini di arricchimento culturale, di occasioni di incontro e confronto, di vivacità intellettuale e di possibilità di lavoro. Getterebbe alle ortiche tutto ciò che in questi anni si è costruito intorno alle nuove facoltà legate al cibo e al territorio.

Sembra proprio che a Campobasso si consideri sistematicamente di nessun interesse il territorio basso molisano, e lo si ritenga un peso fastidioso invece della preziosa risorsa che esso costituisce. Che sia convinzione di tutte le istituzioni regionali il poter impunemente sottrarre strutture e fondi al Basso Molise per dirottare altrove risorse, tanto qui nessuno protesta

Non vogliamo credere che i cittadini di Termoli rimarranno indifferenti a questo attacco ai loro diritti, a questa palese negazione del ruolo di Termoli, seconda città della regione per popolazione e probabilmente prima per turismo, terziario e industria. Ci indigna pensare che i sacrifici e lo studio dei nostri studenti possano non valere nulla ed essere interrotti e vanificati così, senza motivazioni e senza preavviso.

Le spiegazioni fornite ieri dal Comune, in risposta alla nota del Prof. Barone, appaiono infatti assolutamente insufficienti: dall’Università sono arrivate solo risposte parziali, che parlano di normale attività a distanza per Covid.

Così non é. Con Decreto Rettorale del 3 novembre 2020, è stata infatti disposta la “sospensione temporanea del funzionamento della sede decentrata di Termoli a far data dal 4 novembre”.

L’università è stata dunque chiusa senza spiegazioni precise, mentre le sedi di Campobasso e Pesche hanno continuano, a quel che sappiamo, la loro attività.

Ci auguriamo che le nostre informazioni siano smentite: non si prende in giro una comunità intera.

Se così non fosse, chiediamo al Sindaco di Termoli di intervenire immediatamente a difesa di quello che è un presidio fondamentale della vita cittadina; riteniamo sia doveroso discuterne in consiglio.

E lanciamo da ora un appello alla popolazione perchè vigili attivamente su questo ennesimo, importantissimo tassello della vita della città che rischiamo di perdere: si informi e faccia sentire la sua voce, se davvero prendesse corpo questa eventualità.

Andando avanti di questo passo, del resto, non ci sarà più bisogno di mobilitarci; perché non sarà rimasto più nulla da difendere.


TERMOLI BENE COMUNE – RETE DELLA SINISTRA

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