Campobasso/ “M’am(m)a non m’ama”, al ‘Village’ presentato il libro di Lidia Di Pasquale

Trattare certi argomenti richiede non solo tatto e garbo, ma una sensibilità spiccata per capire il taglio psicologico della persona che si ha di fronte; e Lidia Di Pasquale ha usato tutto il tatto ed il garbo possibile, che sono segnali di rispetto, nel raccontare in un libro l’intervista alla figlia di una prostituta. Una storia di disagio, di contrasti, di sofferenza e molto alto: ad esempio i preconcetti forti della gente, che riteneva di dover considerare quasi obbligatoria (quanto, in questo caso, sbagliata) l’ipotesi dell’ereditarietà della professione da madre in figlia, nella logica retrograda e maschilista che quotidianamente invece tutti cerchiamo di condannare.
Nelle parole di Maddalena, la protagonista, c’è la resilienza contro uno stato che molti danno come acquisito, un marchio timbrato a fuoco dall’ipocrisia collettiva, sul tipo: “Ma che destino può avere la figlia di una prostituta?”. Invece Maddalena di quel mondo materno parla pubblicamente, dando prova enorme di coraggio, andando a raccontarlo anche in televisione, sfidando le convenzioni sociali e il malparlare della gente.
Al ‘Village caffè’ dell’Istituto ‘Pilla’ di Campobasso, con Lidia DI Pasquale, l’autrice del libro, Enrica Cefaratti, giornalista Rai e dinamica moderatrice dell’evento e Maria Concetta Mignogna, psicologa e psicoterapeuta, nonché vice presidente dell’Ordine regionale degli psicologi, abbiamo vissuto momenti emozionanti, passaggi forti ed altri pieni di sentimento nel sentire una storia ricca di sfaccettature e naturalmente vocata a generare spunti di riflessione, che l’autrice del libro ha spiegato nella maniera più comprensibile possibile, sena lesinare particolari, ma sempre con un sorriso di sentimento, quello che ha provato nel seguire passo dopo passo la narrazione fatta da Maddalena, che tutti i presenti hanno idealmente materializzato nelle loro menti.
Momenti belli di condivisione, attenzione e tensione, ma anche semplicità e serenità; perché la verità, anche quella cruda, si può trasformare in bellezza.

Stefano Manocchio

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