Regione/ Elezioni, la variabile Niro

di Stefano Manocchio

Abbiamo visto come sia in gestazione politica il cosiddetto Terzo Polo in Molise e come questo si stia formando in prospettiva per diventare aggregazione di partiti con numeri potenzialmente rilevanti in vista delle prossime elezioni regionali, se verranno confermate le voci di un passaggio, tra gli altri, anche dell’attuale presidente del Consiglio regionale, Salvatore Micone e ancor più se verso la formazione Azione-Italia Viva si sposterà parte dell’attuale Fozra Italia, con in testa l’euro parlamentare Aldo Patriciello e, di conseguenza anche la componente di Orgoglio Molise che fa capo a Gianluca Cefaratti.

Finora dal discorso della corsa alla presidenza regionale è stato tenuto fuori il partito dei Popolari per l’Italia e non a caso, perché è il tassello mancante alla definizione di un’aggregazione che non sia solo quella tradizionale del centro destra (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia) o del centro sinistra allargato (PD, Movimento Cinque Stelle e i cosiddetti ‘cespugli’). Proprio dal polo moderato era ed è ipotizzabile un’aggregazione centrista, che dal punto di vista elettorale non può fare a meno di un partito che alle ultime elezioni regionali ha ottenuto una percentuale del 7%, con un assessore regionale, un consigliere regionale e presenza di rilievo, ad esempio, al Comune di Termoli anche tramite il movimento collegato di Diritti e libertà. Insomma un attore importante nell’area moderata.

I Popolari per l’Italia, pur senza alzare la voce avevano fatto intendere alle ultime elezioni politiche di ambire a uno dei posti disponibili nel centro destra in Molise; poi le trattative li hanno visti esclusi da qualunque ipotesi di candidatura a Camera e Senato e questo fatto li pone ora nella medesima situazione, cioè con la possibilità di rivendicare una posizione di vertice alle regionali. Proporre il nome dell’assessore regionale Vincenzo Niro da un lato è una novità imprevista nel centro destra, fondato sulla convinzione che la casella spetti a Forza Italia (Toma o Cavaliere) o al limite a Fratelli d’Italia (Pallante); invece un discorso più ampio potrebbe far rientrare nella corsa anche il politico di Baranello, alla luce del fatto che vanta ripetute vittorie elettorali pur con una lista che a livello nazionale non compare certo nelle prime posizioni, ma che in Molise riesce sempre ad ottenere quoziente e rappresentanza a palazzo D’Aimmo. Detta fuori dal politichese, i Popolari per l’Italia fanno notare che il loro leader ha sempre ottenuto un proprio bagaglio di voti ed è stato eletto anche contro le previsioni ricorrenti; entrambe le coalizioni mirano questa volta ad un candidato presidente della Giunta regionale che sia un politico ‘puro’ e non un esponente di quelli definiti della società civile e che sia soprattutto in possesso di una forza elettorale propria. Per i Popolari per l’Italia questa è la radiografia di Niro.

Bisogna però precisare due cose: che la candidatura Niro cadrebbe automaticamente nel caso di riproposizione di quella di Toma essendo il primo fedelmente inserito nella squadra di governo del secondo e che, di contro, non sarà affatto scontata la presenza dei Popolari per l’Italia nell’aggregazione di centro destra se quest’ultima non darà una visibilità al partito nonostante le premesse fatte prima. C’è poi da considerare il ruolo appunto del Terzo Polo, visto che anche in questo caso non si hanno certezze sul posizionamento di Azione e Italia Viva, che strutturalmente sembrano dialogare paradossalmente più con il centro destra, ma che concettualmente farebbero scelta opposta in assenza di garanzie politiche, sempre se non prevarrà una linea di equidistanza da entrambi i poli. Proprio in un quadro ‘divisivo’ la presenza elettorale costante di un partito moderato e centrista si potrebbe far sentire.

Le trattative sono in alto mare, anzi ufficialmente ancora non iniziate e tutto è ancora possibile; Niro, al momento, rappresenta una variabile da considerare in linea con le altre.

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