Politica/ Elezioni regionali, la società civile non piace al centro sinistra

di Stefano Manocchio

A distanza di pochi mesi (non si sa ancora quanti) dalla tornata elettorale per le amministrative in Molise le due coalizioni principali sono ancora più o meno in alto mare. La delegazione molisana di Fratelli d’Italia a Roma chiederà di valutare l’ipotesi di candidatura per la presidenza della Regione per il proprio partito, di fatto rompendo una quiete apparente nel centro destra, visto che sembrava acclarato, da discorsi capitolini, che quella casella spettasse a Forza Italia e che gli altri partiti non avrebbero insistito più di tanto per averla. Dall’altra parte il quadro è ancora più confuso, visto che non si sa ancora bene chi farà parte dell’aggregazione e come.

Nel centro sinistra infatti è sfumata l’ipotesi di candidatura per il noto giornalista Domenico Iannacone per espressa rinuncia da parte dello stesso, che, oltre ad avere dichiarato di non essere interessato e di non essere stato contattato in merito, nelle sue valutazioni avrà anche constatato che il suo nome, proposto da Federica Vinci di Volt, aveva fatto proseliti solo in una parte delle sigle minori, mentre sia PD che Cinque Stelle non si erano stracciate le vesti per sostenerlo. Una posizione, la sua, chiara e senza retropensieri, nel solco di una serietà assoluta e trasparenza che lo ha sempre contraddistinto.

Dunque nel centro sinistra si delinea il quadro a favore dei ‘politici di professione’, che in questo momento è esattamente quello più pericoloso, vista la chiara avversione degli italiani nei confronti della politica in senso lato.

Ripetiamo brevemente le posizioni. Categorico finora il PD, visto che sia il segretario regionale del partito, Vittorino Facciolla, che il capogruppo alla Regione Molise, Micaela Fanelli, hanno detto che il prossimo candidato alla presidenza dovrà essere un politico ‘puro’, mettendo la croce (negativa) su qualunque ipotesi di esponente della società civile: l’ex-sindaca di Riccia, ad ulteriore conferma di ciò ha precisato che dovrebbe avere anche ampia e comprovata esperienza amministrativa, con ciò facendo quasi la propria radiografia. Più o meno simile la posizione del Movimento Cinque Stelle, che non fa grossa distinzione tra politici ‘puri’ e persone della società civile, considerando i propri esponenti solo prestati alla politica e comunque ‘portavoce’ di chi li ha eletti; e comunque raramente da quelle parti ragionano su ipotesi che non prevedano propri rappresentanti, o al limite personalità ‘di area’ nelle candidature di vertice. Insomma gli esponenti della società civile troveranno croce contraria nella aggregazione ‘giallo-rossa’. Ora la discussione si sposta su altro, visto che il PD vuole le primarie di coalizione e i Cinque Stelle, tramite il proprio segretario regionale Antonio Federico, hanno detto di preferire il tavolo di trattative.

Sta per arrivare il Natale e con le festività il discorso verrà congelato.

Anno Nuovo vita (politica) nuova? No comment, per il momento!

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