Politica/ Elezioni regionali: e se fosse un uomo?

Abbiamo visto l’analisi al momento di un’ipotetica scelta di una candidata per lo scranno più alto a Palazzo Vitale, nel rispetto di una volontà di garantire fino al massimo livello le quote rosa: non mancano certo, anzi sono numericamente ed anche in termini di potere certamente più forti le ipotesi di una candidatura maschile, benché la distinzione sull’appartenenza ad un genere o all’altro sia stucchevole e sarebbe meglio dividere per qualità.

Il dibattito politico nelle ultime settimane è stato caratterizzato da una proposta, che sembra quasi una presa di posizione da parte del presidente della Giunta regionale, Donato Toma, che nell’ordine ha prima dato la sua disponibilità ad un’eventuale ricandidatura e poi insistito sui risultati ottenuti in questa sua prima esperienza al vertice della Regione Molise per giustificare un eventuale Toma-bis. Una tesi che ricorda un po’ quella del compianto Gino Di Bartolomeo, che una volta disse che il sindaco (ma anche il deputato, il senatore o il presidente della Regione) è di fatto ricandidabile almeno per la seconda volta; e se c’è la volontà contraria tocca ai partiti esplicitarla e soprattutto motivarla. A livello teorico il ragionamento non fa una piega e va valutato attentamente. La Regione è un posto affollato e la fila di pretendenti alla stessa carica è lunga ed al presidente in carica avversari non ne mancano, ad iniziare da Quintino Pallante che può essere considerato il numero due per incarico ed operatività a Via Genova. Stiamo parlando naturalmente della coalizione di centro-destra, che negli ultimi giorni ha sancito l’avvio del dialogo tra i tre referenti politici locali accreditati dai rispettivi partiti: Annaelsa Tartaglione per Forza Italia, Filoteo Di Sandro per Fratelli d’Italia e Michele Marone per la Lega. Il tavolo ufficiale è quello, ma non si può fare a meno di considerare come in FdI Di Sandro sia espressione del partito, ma non esattamente della corrente che fa capo a Quintino Pallante, quindi proprio ad uno dei ‘contendenti’ per la poltrona politica più ambita in regione. Cerchiamo di fare sintesi. L’essere al tavolo decisionale (su base regionale) quasi automaticamente esclude la candidatura propria e questo probabilmente vale per la Tartaglione, che è proiettata maggiormente sulla riproposizione alla candidatura parlamentare (non necessariamente in Molise, visto che è stata eletta in Puglia); può valere anche per Di Sandro, a cui sembra essere attribuito il ruolo di ‘notaio’ nella trattativa tripartita, mentre resta da capire se l’esponente termolese possa entrare nel novero dei candidabili, nel caso in cui l’incarico spettasse alla Lega, visto che da quelle parti i papabili non sono poi tanti.

Donato Toma

Continua periodicamente a manifestare un certo movimentismo anche Michele Iorio, ma l’esito delle elezioni comunali di Isernia dove è stato uno degli artefici della spaccatura nel centro destra che ha dato la vittoria alla coalizione opposta, pesa come un macigno e porta a pensare che l’ex-plenipotenziario del Molise abbia in animo di riproporsi come consigliere ‘semplice’ ( che certamente non è poco) pur non avendo abbandonato il sogno di ritentare la strada per la Camera o il Senato e comunque non rientrerebbe tra i possibili candidati alla presidenza della Giunta regionale.

C’è da considerare poi che uno dei tre partiti in questione, Forza Italia, sarebbe in questo momento propenso ad escludere politici ‘di carriera’ ( e Toma potrebbe dire di non esserlo visto che è al primo mandato, mentre a Bojano svolse il ruolo di assessore esterno); ma in senso più specifico questo concetto verrebbe meglio specificato da una personalità della società civile, qualcuno di prestigio ma senza tessera o legami partitici.

Passando al centro sinistra, si potrebbe dire che è tutto fermo, visto che le indiscrezioni continuano a riguardare solo Vittorino Facciolla: spostato verso l’accordo con un centro ampio, l’avvocato di San Martino in Pensilis non sembra essere interessato più di tanto alla classica alleanza con i Cinque Stelle ‘sic et sempliciter’; potrebbe essere un limite nei giochi di coalizione. Resta da analizzare proprio l’ipotesi di vertice per i Cinque Stelle che, sia nel caso di corsa ‘isolata’ che di coalizione vede Andrea Greco come unico ad aver fatto sapere di essere pronto ad affrontare nuovamente la contesa per lo scranno maggiore alla Regione. Per diversi giorni si è parlato anche del sindaco di Campobasso, Roberto Gravina, ma pare che l’avvocato sia propenso piuttosto a tentare la strada parlamentare, ammesso che il suo partito decida in merito.

C’è poi una indiscrezione, che lanciamo così come ci è stata riferita e riguarda l’ex-presidente, Paolo Di Laura Frattura, praticamente sparito dalla scena politica all’indomani della sconfitta elettorale e dato da allora come non intenzionato a riprendere contatti con i partiti. Qualcuno a lui vicino sta riproponendo il tema della ‘riedizione’ e non sappiamo se lo faccia per iniziativa personale o dopo aver parlato con il diretto interessato.

Vittorino Facciolla

Come già scritto vi è un nuovo gruppo in costituzione interno al centro sinistra, formato da una componente ex-DS ed una in rappresentanza di varie sigle civiche (che nel centro- sinistra hanno voce da tempo) che avrebbero già fatto intendere di come sia necessaria la ricerca di una personalità di alto profilo per la carica di aspirante governatore, qualcosa di simile alla candidatura passata di De Rita, che poi non si concretizzò appieno. Intorno a questa idea si sono raccolti esponenti dei DS e della ex-Margherita chiamati a dialogare, tra gli altri, anche dall’ex-parlamentare Roberto Ruta. Ma l’ex-senatore questa volta non sarebbe della partita e ambirebbe alla carica di sindaco di Campobasso. Il ‘gruppetto’ di Ruta oltre ai suoi amici di partito, raccoglie intellettuali a vario genere e conta di allacciare solidi legami con l’arcipelago di liste e movimenti civici, che in quell’ambiente sembrano proliferare e comunque vorrà dire la sua sulla candidatura del presidente. Rimane scoperta ancora una componente residuale della sinistra, quella che vuole chiamare a raccolta le personalità politiche uscite dal novero dei candidati, in tutti i livelli istituzionali, a partire dall’ex-sindaco di Campobasso ed ex-senatore, Augusto Massa. Una moltitudine di persone ancora da convincere a partecipare a riunioni o sedersi ad un tavolo di trattative; il tempo non manca, ma sarà bene iniziare ad avere idee chiare e nomi certi. Staremo a vedere e riferiremo ai nostri lettori

Stefano Manocchio

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