Politica/ Elezioni politiche, chi sale e chi scende

di Stefano Manocchio

Guardando gli eventi politici in attesa della decisione dei partiti per le candidature alle prossime elezioni politiche, si vede come diversi siano i comportamenti tra le due coalizioni.
II centro sinistra ha scelto la strada classica: elenco di nomi segnalato alla struttura nazionale, per quanto riguarda il PD molisano, mentre a livello nazionale si sancisce l’alleanza pluripartitica che però sembra più un ‘assorbimento’ da parte del partito maggiore verso la galassia’ rossa’ (volendo considerare tale Azione di Carlo Calenda, +Europa e, se aderiranno alla proposta, anche Verdi e Sinistra Italia, mentre articolo 1 Mdp e Socialisti sono di fatto organici al partito di Enrico Letta). L’unico nome ricorrente per le quattro caselle tra Camera e Senato è quello del consigliere regionale Vittorino Facciolla.

Nel centro destra il nazionale impone la trattativa tripartita che deciderà tutto, a cui si accoderanno eventualmente le liste minori, tra le quali solo l’UDC ha già dall’inizio fatto sapere la propria posizione di alleanza organica nella coalizione; in Molise invece, rissa di nomi e notizie utili ad alimentare il gossip ma poche dichiarazioni ufficiali di sostanza.

In questo momento nell’aggregazione ‘azzurra’ (centro destra) potrebbe ritentare la strada che porta a Montecitorio Quintino Pallante, che questa volta non sarebbe soggetto alle decisioni berlusconiane sul collegio d’elezione (che sono state sempre penalizzanti per i candidati molisani visto che la nostra regione per due volte è stata meta preferita dell’ex-presidente del Consiglio dei Ministri , togliendo ai ‘residenti’ la possibilità d’ingresso ai palazzi del potere politico). Segue a ruota nel ‘toto candidato’, sempre in Fratelli d’Italia, Filoteo Di Sandro, mentre sarebbe ormai sancito che Michele Iorio tenterà la riconferma tra i banchi di Palazzo Moffa, non si sa ancora se da ‘graduato’ o soldato semplice.

Tra i nomi di Forza Italia Annaelsa Tartaglione sarebbe in corsa ‘di diritto’ anche se si continua anche a parlare per lei di un collegio in Lombardia, nel qual caso potrebbe spuntare il nome di Nicola Cavaliere, mentre il leader assoluto per consensi Aldo Patriciello oramai ha deciso di ritentare la strada che porta a Bruxelles. Di Michele Scasserra, come esponente della società civile (che vuol dire non organico ad un partito specifico, ma una sorta di ‘indipendente’ candidato da una sigla politica) non si parla più molto nelle sedi decisionali locali e par di capire che abbia concordato di non programmare la sua discesa in campo alle politiche di settembre.

Per quanto riguarda Donato Toma, c’è da dire che è piuttosto impegnato nel ruolo istituzionale ma non disdegna ‘puntatine’ sull’argomento: dalle parole si capisce la delusione perché probabilmente non ha sponsor locali che possano portarlo alla ‘nomination’ parlamentare, mentre per l’eventuale Toma-bis continuano a circolare notizie che lo vedono irato verso alcuni suoi colleghi nel palazzo regionale, compreso qualche assessore. Sembrano però piuttosto voci tendenti a seminare zizzania e i diretti interessati non confermano e anzi sembrano non dare peso ai ‘si dice’.

Tutto in alto mare tra i Cinque Stelle, sia per l’obbligo a non superare il secondo mandato elettorale che per il complesso meccanismo dell’auto candidatura attraverso il ‘pre-voto’ nel ristretto circuito del cittadino-elettore-adepto. Se ne parlerà presumibilmente in zona Cesarini.

Da ‘radio gossip’ per il momento è tutto.

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