Politica/ Amministrative in Molise, il risiko che non t’aspetti

di Stefano Manocchio

Siamo abituati a credere la politica come un gioco complicato, ma con regole e meccanismi certi; con le posizioni divise in destra, centro e sinistra, con ragionamenti razionali, lotte di potere, accordi sottobanco, ma alla fine tutto sommato rinchiusi in schemi identificabili e con esiti facilmente prevedibili. Orbene, dopo trent’anni di lettura di questi schemi, mi ritrovo a dover dire che la politica stessa ancora riesce a sorprendermi, con le variabili sempre dietro l’angolo.

Succede che, in vista delle elezioni comunali di Campobasso, due dei soggetti politici rappresentati, cioè il centro sinistra e l’aggregazione di Costruire Democrazia siano già in piena campagna elettorale, avendo già scelto il nome del candidato sindaco e di buona parte delle liste a sostegno, promuovendo per lo scranno più importante di Palazzo San Giorgio Marialuisa Forte e Pino Ruta, mentre il centro destra tentenni, ancorato ad una lista di nomi di ben sette/otto persone  (Quintino Pallante, Francesco Pilone, Fausto Parente, Stefano Maggiani, Nicola Cefaratti, Rodolfo Cocozza e Pasquale Colarusso, ma alcuni dicono che ci sia anche una proposta in favore del tributarista Franco Mancini) , con i candidati che solo in caso di rinuncia da parte del presidente del Consiglio regionale entrerebbero in campo, con pari possibilità. Evito di pubblicare il ‘borsino’ del momento, visto che il gossip sui favoriti muta continuamente. Ora si sente dire che non sarà sufficiente la pausa pasquale a dirimere la questione e che solo nel mese di aprile, dopo la nuova riunione, si spera decisiva, del coordinamento regionale di FdI, la coalizione ufficializzerà il nome da tanti aspettato. La domanda è: perché?

La risposta è quella che non ti aspetti: perché per decidere su Campobasso bisogna prima risolvere il caso analogo a Termoli, che pure molti nel centro destra davano come già stabilito. Ragionando come la massaia (o ,come si diceva un tempo, non so perché, come la casalinga di Voghera) verrebbe da dire, sempre per il centro destra: Campobasso ‘spetta’ a Fratelli d’Italia, Termoli a Foza Italia (con la supervisione di Francesco Roberti). E invece no, altrimenti l’avrebbero già sancito. Fermo restando che ci sarà la supervisione del presidente della Giunta regionale sul comune adriatico, sembra che ci sia un gioco a rimpiattino su ambo le posizioni territoriali, che a questo punto non esclude nessuno dei tre partiti maggiori. Sì perché c’è da considerare anche la Lega, finora non nominata molto nel ‘toto-candidato’, ma che con il passaggio tra le sua fila dell’on. Aldo Patriciello si è rafforzata e molto e certamente vorrà dire la sua.

Insomma per le amministrative in Molise e soprattutto per Campobasso e Termoli, nel centro destra si sono innescate complicazioni impreviste, che allontanano qualunque idea di soluzione a breve.

Non ci resta che aspettare…e guardare.

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