PCL: “Contratto dei postali, un accordo a perdere”

Riceviamo e pubblichiamo

Anche sul Molise potranno abbattersi gli effetti del nuovo CCNL dei lavoratori postali, con il quale si attacca ulteriormente il settore recapito: i lavoratori non solo avranno zone raddoppiate ma subiranno la costante richiesta di svolgere pezzi di zona dei colleghi assenti. Tutto per favore gli interessi degli azionisti, alla ricerca di dividendi e profitti sempre maggiori sulla pelle dei lavoratori ed a spese di un essenziale servizio pubblico.

Un accordo a perdere a fronte di briciole salariali, promesse di poche stabilizzazioni per i tantissimi precari in lotta, e con un annunciato taglio di 9000 posti di lavoro (saldo negativo tra assunzioni e cessazioni) Sul sito del PCL nazionale e della sua Sezione Molisana potranno apprendersi i maggiori dettagli ricostruiti dalla nostra commissione lavoro, anche con l’apporto dei nostri compagni e delle nostre compagne che lavorano nel settore,  qui riassunti in pillole: tagli al personale, aumento dei carichi, dei ritmi di lavoro e dello stress; aumento della flessibilità oraria e territoriale,  e della richiesta di straordinario sottopagato  sempre più ordinario; mantenimento di un salario basso e mancato riconoscimento economico dello sviluppo di lavorazioni più complesse e remunerative per l’azienda e del notevole aumento di produttività;  differenziazioni interne funzionali all’aumento della competizione tra lavoratori, in una logica di guerra tra poveri;  avvicinamento delle condizioni dei lavoratori a tempo indeterminato a quelle degli attuali precari che a loro volta vedranno un ulteriore peggioramento delle loro condizioni e dei ricatti, più o meno espliciti, che riceveranno sul luogo di lavoro.

Il tutto favorito dal micidiale accordo del 10/1/2014 che restringe la democrazia rispetto alla rappresentanza sindacale, e che ha fornito a burocrazie sindacali e management delle poste l’arma per far passare celermente queste misure reazionarie. Anche  la scelta delle RSU chiamate a votare è stato a totale appannaggio delle burocrazie sindacali, di CISL prima di tutti, di CGIL, UIL, UGL, FAILP e CONFSAL; unici a votare contro 3 Rsu della opposizione di interna alla CGIL e le RSU Liguri.

Per questo è necessario che anche i lavoratori molisani delle poste si attivino per organizzare fin da subito uno sciopero contro questa riorganizzazione, contro i metodi di intervento sindacale molto “cislizzati“, inseriti in una dinamica clientelare di favori e favorini e di gestione dell’insofferenza attraverso la costruzione di sacche di “privilegio” per gli iscritti più addomesticati.

Per contrapporre la forza di oltre 60.000 lavoratori del settore del recapito, dei trasporti e dei centri meccanizzati,  per colpire nell’immediato le tasche di dirigenti e padroni con scioperi prolungati, picchetti e manifestazioni, come già portato avanti da alcune avanguardie combattive organizzate dai sindacati di base e di classe (Si.Cobas, SGB, USB)

Solo così potranno difendersi nell’immediato i diritti dei lavoratori postali e i servizi essenziali sotto attacco e si potrà aprire una braccia per nuove prospettive di lotta: per la rinazionalizzazione del settore postale e la nazionalizzazione sotto il controllo dei lavoratori del settore logistico e delle telecomunicazioni, perché il servizio postali sia svolto per le esigenze collettive essenziali, e rispettando i diritti dei lavoratori, non con logiche antisociali di profitto azionistico.

Rivendicando nel contempo la riduzione dell’orario di lavoro con l’introduzione di un minimo salariale intercategoriale di 1500 euro, la centralità del concetto di servizio universale, tanto per la posta quanto per la logistica pacchi, contrastando le logiche predatorie e l’estremo sfruttamento imposte dal libero mercato.

Rivendicando così anche l’abolizione di tutte le leggi precarizzanti e delle controriforme pensionistiche, la reintroduzione dell’art.18 con sua estensione a tutti i lavoratori e le lavoratrici.

P.C.L. MOLISE

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