MoliseNostro: dalle promesse ai fatti. Basta amputare il necessario. Restituiamo dignità ai molisani

Continua il lavoro certosino del movimento “Molise nostro”. Il gruppo di lavoro che si occupa della tematica “Salute e Sanità” ha redatto la prima bozza programmatica. L’analisi e lo studio approfonditi – afferma il Presidente di MoliseNostro, Giampaolo Presutti – ci ha permesso di avere alcune certezze da cui partire per offrire una sanità adeguata ai bisogni dei molisani. Il budget che il Molise ha a disposizione permette di avere una sanità adeguata agli standard nazionali. Crediamo – continua il Presidente di MoliseNostro – non
sia più il momento di colpevolizzare chi ha cagionato i tanti disagi che si riscontrano quotidianamente.

Il nostro compito è offrire la soluzione ai tanti i problemi che sono sotto gli occhi dei molisani”. La bozza di programma ha come incipit un’adeguata rete dell’emergenza che deve essere garantita su tutto il territorio regionale in egual modo. Le distanze tra i centri con maggiore concentrazione abitativa e le caratteristiche oro-geografiche e di viabilità richiedono necessariamente la suddivisione del territorio regionale in 3 aree geografiche, quella del Molise Centrale, Occidentale e Orientale. In ognuna di queste aree insiste un presidio ospedaliero che, seppur con differenze strutturali, deve avere la capacità di fornire
risposte sanitarie di medio/alta complessità in tempi rapidissimi. In buona sintesi, il nostro programma restituisce la funzionalità agli ospedali Veneziale di Isernia e San Timoteo di Termoli.
Le differenti prerogative e la posizione centrale dell’ospedale Cardarelli fanno sì che lo stesso abbia un ruolo di riferimento per gli altri nosocomi e per questo è necessario un maggior numero di U.O. specialistiche.
Altro intervento necessario è ripristinare le Unità Operative Complesse di Medicina e Chirurgia, di Accettazione e d’Urgenza, di Anestesia e Rianimazione degli ospedali di Isernia e Termoli.
Occorre immediatamente ripristinare anche le Unità Operative Specialistiche per i trattamenti definitivi di urgenza. Grande attenzione è da riservare anche alle discipline non indispensabili alle emergenze sanitarie ma che hanno una casistica elevata.
Le aree di Agnone, Larino e Venafro, devono poter contare su un’organizzazione, capillare, che dia garanzia nelle condizioni di urgenza e di emergenza. Da potenziare, ovviamente, anche la specialistica ambulatoriale e la medicina territoriale in genere.
“Abbiamo anche analizzato il rapporto esistente con le strutture sanitarie private convenzionate. A loro – conclude il presidente – riconosciamo il valore complementare per le attività non presenti nel pubblico o che abbiamo quei requisiti di specificità ed economicità che soltanto le strutture private convenzionate possono garantire”.

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