Fanelli: Bilancio di previsione strutturalmente in squilibrio, arrivato in ritardo, senza concertazione e senza idee

Un Bilancio di previsione strutturalmente in squilibrio, arrivato in ritardo, con un parere negativo dei revisori, senza concertazione e senza idee. E solo due, tristi e temibili certezze. Un grande buco di 40 milioni e un altro debito di 40 milioni.

Con il “merito” tutto ascrivibile al Presidente commercialista Donato Toma, che in tre anni di mandato ha centrato un solo obiettivo: portare la Regione Molise sull’orlo del collasso finanziario, così come certificato dal rendiconto generale impugnato dal Governo, dai rilievi della Corte dei Conti e dai revisori che, per la prima volta nella storia, non vistano il Bilancio.

Eppure, in questa sessione di bilancio, il Governatore si è paragonato due volte al premier Draghi. La prima per invocare l’unità e la seconda per spiegare il ‘debito buono’. In entrambi i casi, si pone lontanissimo dal profilo di uomo di Stato che l’accostamento richiede.

Primo perché, per chiedere l’unità, bisogna conquistarla con i fatti, i risultati ed i comportamenti. Lui è invece solo come pochi, per gli zero risultati conseguiti in tre anni e per i suoi comportamenti spocchiosi di “ve lo spiego io”, che lo portano a rifiutare ogni suggerimento, allergico non solo alle minoranze, ma anche ai rappresentanti della sua maggioranza, ai partiti di centro destra, al partenariato, agli organi di controllo. Praticamente, non si rapporta con nessuno e cade continuamente in errore.

Come è successo con il rendiconto generale della Regione impugnato dal Governo e come succederà anche con il mutuo da 40 milioni che si vorrebbe, illegittimamente, accendere.

Secondo. Il debito buono. Ancora un accostamento fraudolento alle operazioni di rilancio che il Pnrr e gli scostamenti nazionali provano a produrre. E Toma che fa per far comprendere che i suoi debiti sono buoni? Primo. Chiede un atto di fede. “Perché faremo investimenti!”. In cosa? Per cosa? Per chi? Se Toma avesse voluto convincere, avrebbe dovuto illustrare le opere. Invece no.

Secondo. Perché l’atto con cui è assunto il debito è illegittimo. Anche in questo caso, infatti, la forma è sostanza e non si può “infilare” un nuovo mutuo nel collegato al bilancio, così come disposto dall’art.68 del Dgls 118. Lo si può fare solo con la legge di bilancio e col parere dei revisori (art. 8 della legge regionale che disciplina le attività dei revisori). E a nulla sono valse le argomentazioni di Toma che, nel tentare maldestramente di convincere la sua maggioranza a votare contro la nostra pregiudiziale, ci fornisce ulteriori argomenti. Perché? Perché dice che Emilia Romagna e Veneto lo hanno già fatto e cita le relative leggi. Peccato che, appunto, quelle leggi sono leggi di bilancio e non collegati ordinamentali, come si propone in Molise, e che hanno i pareri dei revisori. Insomma, Toma inciampa  maldestramente nelle sue stesse argomentazioni.

Infine, la questione sostanziale. Il bilancio del Molise non è affatto sano e quindi non può originare altro debito. Non lo diciamo solo noi delle minoranze, ma innanzitutto e da anni, i revisori dei conti. E hanno ragione. Insomma, una bocciatura su tutta la linea, così come certificato proprio dal giudizio negativo dei revisori dei conti sul Bilancio di previsione. La pietra tombale su ogni tentativo di Toma di dissimulare tutta la sua inadeguatezza.

In particolare, il parere dei revisori evidenzia che “il risultato presunto di amministrazione al 31/12/20 evidenzia un disavanzo di euro 505.309.201 e invita l’Ente, qualora si realizzi un disavanzo effettivo di amministrazione della gestione 2020 tale da incidere sul piano di rientro, ad adottare senza indugio tutte le idonee misure correttive tese alla salvaguardia degli equilibri di bilancio della Regione”. Se tale condizione non si dovesse avverare, i revisori richiamano la necessità di attivare le procedure di ripristino degli equilibri finanziari. Ma per Toma, anche i revisori, come i giudici della Corte dei Conti e il Governo nazionale, sbagliano.

C’è poi il ripiano di 41 milioni di euro, anche in questo caso, frutto della più creativa evanescenza: alienazioni, recupero del nero e risparmi non precisati. Tutto così labile da far ritenere che non ripianeremo mai alcunché.

Avesse almeno chiarito le prospettive. Per esempio, sul turismo e sul progetto South Beach a Montenero, che cozza contro leggi, vincoli paesaggistici e naturali, ma soprattutto con le vere vocazioni del Molise, che non ha bisogno di altre colate di cemento, ma di valorizzare – seriamente e non a chiacchiere – il suo immenso patrimonio ambientale e le sue potenzialità turistiche. Ci abbiamo provato con un emendamento al Defr, bocciato con la solita insipiente supponenza.

Ma di “capolavori al contrario”, in questa sessione di bilancio, ce ne sono stati molti altri:

1. Il contrasto Toma/Di Lucente sulla digitalizzazione. Il delegante (Toma) dice che vuole rilanciare (dice!) Molise Dati, il delegato (Di Lucente) che la vuole chiudere. E lo si dice in modo talmente scomposto, da guadagnare la possibile denuncia di tutta Molise Dati. Complimenti vivissimi per il risultato e solidarietà alla struttura della partecipata regionale!

 2.  L’avvio del doppio lotto per i trasporti, mente i lavoratori non vengono pagati, i mezzi sono vetusti e i rischi per gli utenti giganteschi.  

3. Nessuna visione e nessuna parola sulle prospettive che riguardano la sanità (sanità territoriale e socio sanitario in particolare: bocciata anche la richiesta di attenzionare in legge il trasporto dei dializzati), lavoro del futuro, sviluppo innovativo di tutti i settori, partite iva, famiglie, povertà, disabilità.

4. Presidente della Giunta capace di aprire un fronte persino con il Presidente del Consiglio, con il tentativo – fallito – di decurtare le spettanze di Palazzo D’Aimmo e di imporre le sue decisioni in Aula, salvo poi tornare sui suoi passi…falsi.

Come minoranze, abbiamo fatto di tutto per invertire la rotta e, nella piena consapevolezza delle risicate risorse disponibili, abbiamo chiesto piccoli segnali per chi ha più bisogno come per i bambini istituzionalizzati (le somme dovute ai comuni) o gli aumenti per le Proloco. Ovviamente, anche in questo caso, la maggioranza si è mostrata sorda. Completamente. Non a noi, ma a tutte le persone che da fuori guardano e giudicano l’insensibilità ai bisogni reali.

Per questo, ormai consapevole di tutti i limiti di questo Presidente e della sua coalizione di centrodestra, è tempo di rilanciare un altro futuro per questa regione e ad assicurare il rispetto dei diritti di tutti i cittadini.

E nell’immediato, oltre ad opporci a tutti gli atti di questa sessione di bilancio, chiederemo anche a Roma di fermare l’ulteriore indebitamento.

Perché Donato Toma e la sua sconsiderata politica finanziaria, vanno fermati il prima possibile.

Prima che, con i suoi buchi e debiti, distrugga il Molise come i Romani hanno fatto con Cartagine, lasciandosi dietro solo terra bruciata e sale sulle macerie.Campobasso 29 aprile 2021Micaela Fanelli

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