Elezioni regionali/Ortis: Mai col centrodestra e no a un centrosinistra di vecchia ispirazione e dei soliti noti

Mai col centrodestra e no a un centrosinistra di vecchia ispirazione e dei soliti noti,
in continuità con quello che è stato sempre fatto in Molise, senza garantire un
ricambio vero che superi le vecchie logiche del trasformismo.
Mette a disposizione l’esperienza maturata in questi quattro anni di legislatura al
Senato, Fabrizio Ortis, intervenendo sulle prime schermaglie politiche in chiave
elezioni Regionali. Senza rivendicare alcun incarico per sé, in totale discontinuità
col vecchio modo di fare politica, il senatore professa tuttavia una scelta di campo
ben definita, che va oltre l’attuale schema bipolare in Molise e spinge
provocatoriamente per un terzo polo.
Ortis mette precisi paletti e auspica regole d’ingaggio ben definite: una coalizione
che dica no ai transfughi di destra e di sinistra e che si faccia carico dei problemi
delle infrastrutture e della sanità, nodi cruciali del sistema Molise, mai risolti dai
volti noti della politica degli ultimi 30 anni.
Il primo ‘veto’ di Ortis è al centrodestra che ha governato con Toma, figura
giudicata “inadeguata alla situazione, come ampiamente dimostrato in questi
annidi uscite estemporanee, gaffe, finte soluzioni ai problemi, approssimazione e
autoesaltazione, nel silenzio assordante dei suoi sostenitori per convenienza”.
La sterzata non potrà che partite dal tribolato tema della sanità, esemplare dal
punto di vista della politica dei due forni che tanto male ha fatto al Molise. Ma la
sanità, inutile negarlo, rappresenta in Molise un autentico cavallo di Troia.
“Chiunque dovesse vincere rispetto ai soggetti con ambizioni manifeste di
candidature, a destra e a sinistra, dovrà fare i conti, elettoralmente parlando,
ancora una volta con chi gestisce da decenni la sanità privata, il cui interesse è
chiaramente in conflitto con il miglioramento della qualità di quella pubblica, in
barba ai bisogni dei molisani”.
Di fronte a questo scenario, pertanto, l’unica strada è quella di rompere lo schema
attuale e lavorare a un progetto nuovo, serio, che parta da zero e punti ad
archiviare logiche perverse che hanno soltanto fatto gli interessi degli eletti, ma
giammai degli elettori.
“Dopo le elezioni del 2018 – argomenta Ortis – c’è stato un forte impulso dei
molisani ad abbandonare questa regione, sconfortati com’erano nel veder
sopravvivere la vecchia politica nei ruoli di comando. Dobbiamo evitare che questo
film già visto venga proiettato di nuovo, semplicemente mandano in scena attori di
centrosinistra. Se il Molise vuole continuare a esistere ha bisogno di un cambio di
passo, di governance, di figure nuove. Ben venga pertanto – conclude – qualsiasi
proposta fatta da persone credibili sganciate dal vecchio sistema, per dare

un’alternativa a una regione che, in caso contrario, nel giro di poco tempo sparirà
completamente”.




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