De Chirico, approfondisce con dati e dichiarazioni la posizione del MoVimento 5 Stelle in merito alla sanità regionale

 

“Questa settimana molti giornali ci hanno raccontato che, in merito alla sanità molisana, ‘la mobilità attiva è una risorsa’. Abbiamo provato a spiegare in tanti modi come stanno le cose – afferma De Chirico – abbiamo portato in aula di Consiglio un atto molto esplicito e articolato e, ciò nonostante, abbiamo visto molto scetticismo da parte della maggioranza e della stampa nei nostri confronti. Non abbiamo mai detto di voler limitare l’attività di Neuromed o Ex Cattolica, ma di voler limitare gli anticipi che noi paghiamo alle stesse per le prestazioni fornite agli extraregionali. Anticipi di cui vediamo il rimborso dopo almeno due anni, peraltro non sempre riconosciuti in toto. Anticipi che, essendo iscritti tra costi (budget) e accantonamenti (extrabudget) di bilancio, incidono negativamente sui risultati di gestione e quindi sulla mannaia del perdurante disavanzo sanitario. Ad essere attrattivo non è il Molise – spiega il Consigliere M5S – come ho letto a caratteri cubitali, ma principalmente Neuromed che risiede a una decina di chilometri da Lazio e Campania e che, nel 2018, ha avuto come anticipo dal Fondo sanitario regionale ben 34 milioni di euro per prestazioni fornite a campani o laziali (78% del budget). Ma ha fatturato ancor di più, 48 milioni, quindi con un extrabudget di 14 milioni che sebbene non venga pagato subito deve essere comunque contabilizzato tra gli accantonamenti. Questo genere di mobilità su territori di confine viene definito, dal Ministero della Salute, come ‘falsa mobilità’. Per di più, il 78% del budget per i non residenti è una sperequazione assoluta, unica in Italia e anche sui tavoli della Conferenza Stato-Regioni: la prevalenza del budget per i non residenti è una anomalia da arginare, invece qui in Molise sembra che si festeggi. Tre letti su quattro contrattualizzati dal Molise, ma usati da residenti in altre regioni. Questa è più che un’anomalia -incalza il portavoce pentastellato – soprattutto in questo periodo di grave crisi del sistema sanitario regionale. Il saldo positivo della mobilità è frutto di questi numeri appena citati, numeri che riguardano in gran parte le attività di ricovero ospedaliero, numeri che in Lombardia o Lazio sarebbero poco rilevanti ma in Molise determinano un ovvio saldo positivo, positivo in termini matematici. Che ce ne facciamo di una tale eccellenza -si domanda Fabio De Chirico – se questa lavora quasi esclusivamente per i fuori regione, a scapito anche del Protocollo con Asrem per la gestione delle emergenze urgenze con interessamento neurochirurgico presso l’Ospedale di Campobasso, scaduto e necessariamente modificato in peggio il 17 luglio? Sì, in peggio. E lo confermano le parole del Direttore Sanitario dell’IRCCS Neuromed
“In relazione all’aumentato fabbisogno di prestazioni da parte dei neurochirurghi, l’IRCCS Neuromed propone di trovare soluzioni alternative all’attuale assetto organizzativo-funzionale in quanto Neuromed riuscirà a garantire con le stesse modalità finora concordate, la collaborazione alla funzione neurochirurgica del Cardarelli, solo fino alla scadenza del protocollo d’intesa“.

Qui si sta parlando di una situazione prettamente contabile – spiega ancora il Consigliere del MoVimento 5 Stelle in Molise – una situazione che, visto l’aumento della mobilità attiva rispetto agli anni precedenti, è stata determinante per l’ulteriore innalzamento dell’Irpef e dell’Irap. Una incongruenza abissale che nessuno mai aveva sviscerato in questa maniera, quantomeno in aula di Consiglio regionale, e che non è nata dal nulla ma dallo studio di atti ufficiali che confermano la validità dei nostri avvertimenti e dall’analisi di alcune importanti dichiarazioni, come ad esempio quella dell’ormai ex Direttore dellAsrem, Gennaro Sosto, che recentemente ha detto alla stampa: 

L’Asrem, che gestisce gli stabilimenti pubblici, nel 2018 ha chiuso il bilancio con un leggero attivo di alcune decine di migliaia di euro, le cliniche convenzionate, invece, hanno effettuato circa 90 milioni di cure a cittadini di altri territori, che il Molise ha dovuto anticipare, sforando di 10-12 milioni il budget di 600 milioni a disposizione“.

Ma parliamo di questi rimborsi che riceviamo a distanza di qualche anno dopo l’anticipo, effettuato con i soldi del Fondo regionale. Molti li hanno definiti approssimativamente ‘partite di giro’. Come funziona? I privati – dice De Chirico – nell’ambito degli accordi con la propria Regione, sottoscrivono un budget di produzione per i residenti con tetti vincolanti, mentre la produzione per fuori Regione è stata lasciata per lungo tempo senza tetti. Da qualche anno, invece, gli accordi prevedono di regola anche tetti per i non residenti, al fine di evitare produzioni ‘fuori controllo’. In Molise, come dicevo, la produzione per fuori regione è una parte consistente del budget complessivo delle due principali strutture private, la cui gestione è in capo alla Gsa, un organo separato da Asrem. La Gsa, quindi – continua il Consigliere M5S – fa da tramite tra la le proprie strutture private e le altre Regioni,  per cui le strutture fatturano alla Gsa le prestazioni in mobilità attiva. La Gsa poi, tramite la Regione, dovrebbe riavere indietro quanto riconosciuto ai privati a seguito della loro fatturazione per le prestazioni in mobilità attiva. Mentre le fatture vengono emesse dai due privati e pagate immediatamente, la Gsa incassa ogni anno la mobilità attiva con riferimento agli scambi di mobilità di due anni prima (con il riparto del fondo sanitario 2019 la Regione ha incassato la mobilità attiva 2017). La Conferenza Stato-Regioni, che decide tramite Intesa il riparto delle somme per la mobilità sanitaria – afferma il portavoce pentasellato – si è accorta che i privati con la mobilità attiva ‘ci marciavano’ e hanno così deciso di abbattere d’ufficio gli incrementi annuali di produzione di ricoveri in mobilità attiva dei privati. In pratica, la produzione in mobilità attiva dei privati in regime di ricovero non può aumentare ogni anno e, se incrementa, la Conferenza abbatte fino al 60% gli incrementi, a meno che si stipulino appositi Accordi di confine come ci chiede il Tavolo tecnico. La Regione Molise per questo motivo ha avuto un taglio di un milione e 680mila euro per gli incrementi avvenuti tra il 2016 e 2017. Lo stesso, se non peggio, avverrà l’anno prossimo per l’incremento avvenuto nel 2018, che quindi non solo ha spinto l’aumento sanzionatorio delle tasse ma ci farà riavere di meno di quello che ci spetterebbe. Di questo nessuno ne parla – denuncia Fabio De Chirico. – Il concetto vale per i tavoli decisionali nazionali. Qui, invece, c’è chi ci ha quasi derisi per aver espresso cose sacrosante e fino ad ora sottaciute, definendoci sulle prime pagine ‘tuttologi della sanità’.  Ma non è finito. – continua ancora il Consigliere regionale M5S – Il verbale del Tavolo tecnico e del Comitato LEA riporta la valutazione del risultato d’esercizio del bilancio sanitario molisano relativo al IV trimestre dell’anno 2018: disavanzo di 35,943 milioni, del conferimento parziale delle aliquote fiscali a copertura dello stesso disavanzo, automatismi fiscali previsti dalla legge (ulteriore aumento Irpef e Irap nel 2019). Qui viene citata anche la regolazione dei contratti in essere, altra questione fondamentale richiamata nella nostra mozione: 

La struttura commissariale precisa che le prestazioni erogate a pazienti extraregionali oltre il budget saranno riconosciute al completamento delle procedure di compensazione della mobilità. Tavolo e Comitato raccomandano la struttura commissariale a garantire il rispetto del budget e a non riconoscere prestazioni per pazienti extraregionali prima che le stesse regioni di provenienza dei pazienti abbiano eventualmente riconosciuto le prestazioni. Come detto più volte, raccomandano la struttura commissariale, nello schema di accordo contrattuale per l’anno 2019 e seguenti, a non inserire clausole che possano determinare la erogazione e fatturazione di prestazioni oltre il budget assegnato, siano esse per i residenti che per i non residentiSi richiama la struttura commissariale al corretto governo delle strutture private accreditate evitando il ripetersi di situazioni pregresse che avrebbero dovuto essere definitivamente risolte, evitando il ripetersi del circolo vizioso: extrabudget – contenzioso – maggior riconoscimentoTavolo e Comitato, nel sollecitare la rapida conclusione dei controlli di appropriatezza, non possono che ribadire la necessità che anche le prestazioni rese agli extraregionali rientrino nei budget ad essi dedicati, in quanto la maggiore produzione, in attesa di eventuali riconoscimenti da parte delle regioni di provenienza dei pazienti, gravano negativamente sul bilancio della Regione Molise.”

Per ultimo devo assolutamente citare le considerazioni formulate, in merito, dal Consiglio di Stato

“In linea generale, non può ritenersi irrilevante per una Regione che le prestazioni sanitarie siano erogate in favore dei residenti nella stessa Regione ovvero in favore dei residenti di altre Regioni, tenuto conto dell’interesse, proprio di ogni Regione, di soddisfare innanzitutto le esigenze sanitarie dei propri residenti, dal momento che l’erogazione di prestazioni in favore di cittadini residenti in altre Regioni incide sicuramente, seppure in maniera indiretta, sul piano della fiscalità regionale, con la conseguenza che tutto il sistema dei tetti di spesa regionali risulterebbe vanificato se non venissero limitate anche le prestazioni erogabili in favore di soggetti residenti in Regioni diverse.”

La mobilità attiva quindi non è sempre una risorsa. – conclude il Consigliere De Chirico – Lo è, semmai, quando ad attrarre pazienti extra regionali sono le strutture pubbliche, ma quando a farlo sono strutture private posizionate al confine con altre regioni, questo incide negativamente sul piano della fiscalità regionale. In tal caso non possiamo certamente parlare di risorse in termini assoluti e neanche di saldo positivo.”

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