#corpedelascunzulatavecchia/La campagna elettorale, Vittorino ed Amintore

Siamo oramai entrati nel vivo della campagna elettorale che sarà da ponte per l’elezione del nuovo Parlamento con il numero dei parlamentari ridotti, si vedrà come andrà.

Intanto (per intanto come diceva qualcuno studiato assai) ci stiamo spolpando i candidati dei patiti in tutta la loro sfolgorante livrea di candidati, appunto. Nella loro incarico futuro per la percezione delle prebende assai consistenti, i candidati stanno analizzando i mali di questa nostra terra molisana dalla “a” alla “z” ammettendo che per il Molise qualcosa si dovrà fare. Ci stanno dicendo, i candidati, che le strade non sono all’altezza di una regione all’avanguardia, che gli ospedali sono una delle piaghe del Molise, che i nostri giovani stanno sempre di più scegliendo, o obbligati a scegliere, una vita professionale fuori dal Molise. Ci stanno facendo capire, almeno ci provano, che siamo pieni di problemi che dovranno essere risolti. “….ah beh, si beh….ho visto un re!” cantava Dario Fo! Tutto quello che i candidati alle elezioni del 25 settembre ci stanno “facendo notare” noi molisani lo viviamo quotidianamente sulla nostra pellaccia, in senso di pelle indurita e non in senso dispregiativo, da anni ed anni ed avremo anche altro da aggiungere, ma poi i candidati non avrebbero tempo per girare tra sagre e feste, tra birre e panini e quindi lasciamo perdere.

Quello che invece vorrei capire da elettore molisano è la “capacità di penetrazione” che avranno i parlamentari molisani a Roma a prescindere da chi sarà eletto.

I nostri problemi, quelli di noi molisani che voteremo questi candidati, saranno portati a Roma, in parlamento per essere risolti, ma ci sarà qualcuno che ci ascolterà?

Mi spiego con un aneddoto: correvano gli anni cinquanta e Vittorino Monte, da deputato, “scoprì”che per il Molise esisteva un piano di elettrificazione delle campagne, ma non erano previsti stanziamenti in bilancio. La spesa necessaria era di sette milioni. Di lire e non di euro, ma per gli anni cinquanta era più o meno la stessa cosa di adesso con gli euro.

Il nostro Vittorino, eletto in parlamento con i voti dei contadini molisani, essendo un loro sindacalista con la Coltivatori Diretti, l’organizzazione democristiana che raggruppava gli agricoltori, si sentì in dovere di fare qualcosa per risolvere il problema dell’elettrificazione delle campagne. Giova ricordare che si stava parlando portare la luce elettrica nelle campagne, la luce solo per illuminare le case, non per chissà quale altro motivo.

Il nostro Onorevole una mattina prese coraggio, non che ne avesse bisogno, e si recò al Ministero dell’Agricoltura chiedendo udienza al ministro. Fu ricevuto dal Ministro, forse era Amintore Fanfani, ed il ministro gli chiese il motivo della visita. Vittorino gli disse che per le campagne molisane non c’erano soldi in bilancio per l’elettrificazione ed il ministro annuì. “…. dobbiamo avere un po’ di pazienza ed aspettare” disse il buon Amintore. Il nostro Vittorino non si perse d’animo e prese alla lettera l’invito del professore universitario di Arezzo: “ah, va bene. Io aspetto” e si sedette davanti alla scrivania di Fanfani alle ore 9,30. Stette seduto davanti alla scrivania di Fanfani ininterrottamente sino alle 16,30, le cronache narrano che qualcuno volesse aprire uno studio sulla vescica del nostro Vittorino, infatti per tutto quel tempo non si alzò nemmeno per andare al bagno. Alle 16,30 comparve un dirigente del ministero che diede un foglio a Fanfani, Fanfani lo lesse e lo firmò nel darlo al nostro Vittorino disse: “Onorevole abbiamo trovato cinque dei sette milioni che servono per l’elettrificazione delle campagne del Molise, tra un paio di mesi contiamo di trovare gli altri due”. Vittorino ringraziò e “promise” che sarebbe tornato di là a due mesi. Inutile dire che dopo venti giorni furono trovati anche gli altri due milioni.

Questa è storia, solo storia che non vuole e non vuole essere riportata e paragonata ai giorni nostri, ma una cosa è certa: a prescindere da chi sarà eletto in Molise, sarà capace di portare avanti le nostre necessità e le nostre esigenze, o si recherà in parlamento per:

  1. Immunità parlamentare;
  2. Indennità di carica;
  3. Indubbio prestigio dell’incarico
  4. Varie ed eventuali?

Voglio sperare nell’elezione di persone capaci di portare avanti le nostre esigenze, le ultime pattuglie parlamentari sono state lo sconforto assoluto e la politica locale è stata talmente fatta male e raffazzonata da farci meritare questi candidati.

Speriamo in un futuro migliore, speriamolo per tutti.

Nel frattempo, sempre con affetto immenso nei confronti di questa terra tanto vituperata, statevi arrivederci.

Franco di Biase

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