Candidature di genere, chi sale e chi scende

Mentre ancora si discute delle controverse modifiche alla legge elettorale regionale continuano le indiscrezioni e si alimenta il gossip sui probabili nuovi volti in vista delle prossime elezioni. Quella che sembrava solo essere un’esigenza ‘tattica’, cioè la candidatura di genere, che dovrebbe anche essere uno dei pilastri proprio della nuova legge elettorale, sta diventando per i partiti molisani una vera e propria ossessione. Da settimane è partita una vera e propria corsa alla candidatura ‘rosa’ all’insegna del motto “tutto va bene purché sia donna”. La leggenda campobassana narra di signore e ancor più signorine contattate da notabili, loro segretari, adulatori vari a scopo politico; questi avrebbero fatto seguire ai lunghi elogi la richiesta di candidatura, detta così brutalmente. Neanche una possibilità di possibili ‘avances’, invece solo: “abbiamo pensato a te per la candidatura alla Regione, ci serve una persona di specchiata moralità”. Nel ‘tranello’ per il momento sarebbero cadute in poche, mentre altre sarebbero al classico “le faremo sapere” degno dei provini nel mondo dello spettacolo (tema scottante in questo periodo, meglio evitare!). Per andare sul sicuro parliamo di quelle che un pensierino alla candidatura già l’hanno fatto, anzi forse sono già nella fase successiva, la campagna elettorale. Da sempre in corsa per uno scranno a palazzo D’Aimmo sembra essere il vicesindaco e assessore di Campobasso, Bibiana Chierchia, che da mesi dispensa salutoni, sorrisi e pacchette sulle spalle non più da consigliere comunale ma regionale, quindi in maniera più diffusa. La professoressa campobassana, sempre secondo i soliti bene informati, sarebbe il centro di confluenza di due sponsorizzazioni eccellenti: quella del presidente della Giunta regionale e quella del movimento politico Rialzati Molise. Dovrebbe essere in una botte di ferro e il suo comportamento così sicuro, il collegamento ‘h24’ al cellulare e, appunto, le pacchette sulle spalle (anche virtuali) sembrerebbero confermare ciò. A questo punto la domanda: e se l’alleanza non si farà? L’aria che tira nei corridoi regionali è quella dell’accordo tanto sicuro da essere quasi saltato; per la Chierchia sarebbe un danno non indifferente, salvo restando che avrebbe comunque centinaia di consensi personali, ma non la quasi-certezza dell’elezione, soprattutto in un partito competitivo come il PD. Vento di candidatura anche per Alessandra Salvatore, anche lei assessore comunale di Campobasso e sempre nel PD, o formazioni politiche accessorie, se così può essere definito l’Ulivo 2.0, le cui liste, a giudicare dall’elenco dei famosi ‘100 nomi’ sarebbe infarcito di presenze femminili, anche di rilievo. L’assessore ‘rutiano’ ha carattere opposto rispetto alla Chierchia: è estremamente timida, parla solo per vie istituzionali, non alimenta il gossip. Il suo comportamento così sottotono non crea ‘sospetti’; eppure nel sottobosco politico del capoluogo di regione si parla di candidatura ‘di bandiera’ della formazione ulivista al punto che su di lei sarebbero pronti a lavorare in campagna elettorale gli altri consiglieri comunali di quella formazione politica. In sostanza lo scontro ipotetico Chierchia-Salvatore, sarebbe la replica in piccolo (solo dal punto di vista numerico) di quello in atto tra Frattura e Ruta e i due giocherebbero al rialzo, anche sacrificando altre sponsorizzazioni, pur di portare alla Regione le due amiche-rivali. Se ne deduce che, visto lo sviluppo di eventi recenti, le certezze della Chierchia s’indeboliscono e le possibilità della Salvatore aumentano, nella considerazione che ci sarebbe comunque posto per entrambe nella sala consiliare regionale. Poche notizie sul fronte del centro destra, fatta salva l’ipotizzata candidatura di Marialaura Cancellario, che a palazzo San Giorgio ha maturato esperienza politica sufficiente per compiere il grande salto; la ‘pasionaria’ delle minoranze è una che non le manda a dire e quando c’è da attaccare l’avversario non se lo fa ripetere due volte. Ha le carte in regola per rappresentare bene il malcontento popolare. In questa sorta di trittico si dovrebbe consumare una parte del ‘battage’ mediatico sulla candidatura di genere alla Regione. Altri nomi si affacciano all’orizzonte: ne parleremo quando le loro strategie saranno più chiare.

Stefano Manocchio

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