Stato di Palestina, mozioni per il riconoscimento. Israele: “Prematuro”

Il Parlamento italiano si appresta a discutere il riconoscimento dello Stato di Palestina con una serie di mozioni che saranno presentate forse già a partire da domani alla Camera. Promotori delle mozioni saranno Sel, il Psi e anche il Pd che oggi riunisce il gruppo della Camera per fare il punto sulla mozione: alla riunione verrà illustrato il testo che il responsabile Esteri del partito Enzo Amendola ha messo a punto in cui si esplicita il riconoscimento dello Stato della Palestina. Anche l’Ncd del ministro degli Interni Angelino Alfano presenterà una sua mozione. Il presidente della commissione Esteri Fabrizio Cicchitto spiega che il testo del nuovocentrodestra, a differenza di quello del Pd – che ricalcherà la mozione approvata dal Parlamento Europeo – “prevede il riconoscimento del principio ‘due popoli due Stati’ ma nell’ambito di una opzione politica: il rispetto delle trattative fra le parti, in modo da favorire le intese fra Israele e i palestinesi. Il riconoscimento unilaterale, invece, sarebbe un errore”. Ma Cicchitto non esclude anche un appoggio al testo del Pd: “Vediamo. Ne stiamo discutendo”.

Immediata la reazione di Israele ancor prima che arrivi il voto: “È chiaro che qualsiasi riconoscimento prematuro non farebbe altro che incoraggiare i palestinesi a non ritornare ai negoziati con Israele e allontanerebbe ulteriormente le possibilità di una pace”, ha dichiarato l’ambasciata israeliana a Roma dopo l’annuncio.

Il voto sulle mozioni sulla Palestina potrebbe però slittare per la richiesta di fiducia che il governo potrebbe presentare sul Dl milleproroghe. In quel caso, sarà una conferenza dei capigruppo a rivedere il calendario dell’aula.

Secondo il partito di Vendola “il governo italiano deve riconoscere lo Stato di Palestina affinché possano ripartire i negoziati per arrivare  alla soluzione due popoli, due Stati”. In particolare, lo chiedono due distinte mozioni, una a prima firma Erasmo Palazzotto (Sel) e una presentata da Pia Locatelli (Psi). Continua su Repubblica.it

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