Prima della Scala, grande attesa per la «Giovanna d’Arco» di Verdi. Arriva Renzi, la città è blindata

Il teatro alla Scala ha deciso di anticipare di un’ora l’apertura delle porte, per consentire i controlli a campione attraverso i metal detector. Massimi livelli di sicurezza, cecchini sui tetti. Oltre al premier ci saranno i ministri Delrio, Franceschini e Martina da www.corriere.it

Una Prima blindata quella di «Giovanna d’Arco» di Giuseppe Verdi, diretta da Riccardo Chailly, al Teatro alla Scala di Milano. Il sipario si alzerà intorno alle 18, alla presenza delle autorità locali e, probabilmente, del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Già a fine mattinata l’intera area antistante il teatro è stata transennata e gli accessi presidiati dalle forze dell’ordine: 750 gli uomini in campo solo per la Prima. È stata la segnalazione dell’Fbi, a cinque giorni dagli attentati di Parigi, che ha indicato il teatro e il Duomo di Milano tra i possibili obiettivi dell’Isis, a far scattare l’allarme rosso. Il primo «filtro» è scattato ai varchi di accesso all’area transennata in piazza della Scala: per poter accedere al teatro, anch’esso blindato, dalle 16.3o sono partiti controlli a campione con metal detector portatili.

La manifestazione
Gli antagonisti del centro sociale milanese «Il Cantiere», circa una trentina di giovani, hanno cominciato a radunarsi intorno alle 15.3o in un centro completamente blindato dalle forze dell’ordine. Con un piccolo corteo all’interno della Galleria Vittorio Emanuele hanno raggiunto la sede del Comune, dove hanno appeso due striscioni: uno in vista del corteo studentesco dell’11 dicembre con la richiesta di «soldi alla scuola, no alla guerra»; l’altro, appeso sulla facciata di Palazzo Marino, con la scritta«centinaia di ricchi, miliardi di poveri. Questo è lo Stato di emergenza». Per le 16 hanno annunciato «la più grande sfilata di moda popolare».

Morti per amianto
Tra i manifestanti anche un gruppo di lavoratori della Pirelli di Bollate e il presidio della Cub, la confederazione unitaria di base, con croci di legno per «ricordare otto lavoratori morti per aver respirato amianto proprio alla Scala, amianto che dopo il restauro non è stato rimosso». Chiuse al traffico via Verdi, via Manzoni e via Santa Margherita, mentre viene consentito il passaggio sui marciapiedi che circondano la piazza per poi defluire dalla Galleria Vittorio Emanuele. Lo schieramento di sicurezza inizia a distanza dal Piermarini: diverse camionette dei carabinieri stazionano in piazza San Babila e uomini in divisa pattugliano tutte le vie adiacenti al centro. Blindatissimi, in particolare, gli accessi a via Monte Napoleone.

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