Giovane operaio morto a Pozzilli, PCL: perché accadono ancora queste tragedie sul lavoro ?

Si è appresa la tragica notizia della morte sul lavoro del giovane operaio di Bojano Domenico D’Amico, di soli 23 anni, della Serioplast dove gli operai producono packaging in plastica rigida. Le inchieste devono ancora appurare la dinamica del fatto anche se da alcune prime notizie di stampa l’operaio sarebbe stato schiacciato dal macchinario. Oltre alla nostra naturale solidarietà verso la ennesima vittima sul lavoro e i suoi cari, e proprio per renderla più concreta, non possiamo tacere che nel solo 2019 l’osservatorio segnala “i soliti” oltre mille incidenti mortali sul lavoro, quasi che fosse una strage annunciata ogni anno. Ne si può continuare a parlare ogni volta di “tragica fatalità” .

La statistica pone proprio il Molise in cima alla graduatoria d’Italia per incidenza di infortuni mortali sul numero di occupati. E’ assurdo che ancora nel 2020 si debba assistere a queste tragedie, nonostante oggi, grazie all’enorme progresso scientifico, ci siano tutte le condizioni tecnologiche per prevenire queste morti. Le stesse normative tecniche sulla sicurezza sul lavoro trovano la ratio proprio sulla prevenzione dell’errore umano: ciò significa che quand’anche il lavoratore commettesse un errore quell’errore può e deve essere vanificato dal dispositivo di sicurezza.

E allora perché accadono ancora queste tragedie sul lavoro ? Di sicuro perché non vengono attuati tutti i dispositivi di sicurezza necessari. E’ evidente che il problema non è in questa o quella singola fabbrica del Molise o dell’Italia, ma è insito nel sistema produttivo fondato sulla proprietà privata industriale dei mezzi di produzione, nel Molise come in Italia, che porta a considerare la sicurezza sul lavoro solo un costo da evitare e contenere a salvaguardia del saggio di profitto. Tanto più nell’involuzione anti operaia e antisociale di questi ultimi trent’anni, dove il padronato è riuscito, con vari metodi, a strappare agli operai sempre maggiori quantità di plus lavoro con l’aumento dei ritmi e l’abbassamento dei salari reali. Nell’immediato occorre battersi per conquistare e organizzare all’interno delle aziende un controllo operaio e un potere di veto dei lavoratori sulle condizioni di sicurezza quando viene rilevata una inadeguatezza: si è obbligati a svolgere l’attività solo quando risultano adottata ogni necessaria disposizione di sicurezza. E la lotta operaia immediata e quotidiana per la sicurezza sul lavoro diviene ancora più efficace se si lega alla prospettiva di una piattaforma più generale: organizzare un fronte unico di lotta dei lavoratori, che rivendichi la nazionalizzazione, senza indennizzo per i padroni, delle aziende dove non si garantiscono luoghi sicuri di lavoro, ponendole sotto il controllo diretto dei lavoratori.

Tiziano Di Clemente – PCL Molise

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