Elezioni comunali ad Isernia/ Il PCL: “I commenti surreali delle destre perdenti offendono l’intelligenza degli isernini”

Riceviamo e pubblichiamo

La diffusa insofferenza e del malcontento popolare avverso le passate amministrazioni delle destre, ha consegnato una schiacciante vittoria politica ed elettorale a Piero Castrataro per la coalizione liberal democratica di centrosinistra, con il 58% contro il 41%. Nonostante il solito battaglione di truppe cammellate schierate dalle destre isernine al primo turno, per moltiplicare voti di cortesia o parentali per non dire altro, non si è fatta attendere una nuova dura mazzata al loro candidato stancamente riproposto, dopo tanti anni di disastri causati al tessuto sociale, culturale, ambientale e democratico di Isernia, di cui sono piene le stesse cronache locali. Ciò nonostante, i vari sconfitti delle destre girano per le Tv locali riducendo tutto “alle divisioni interne” , ad una meccanica e mancata sommatoria di voti di lista del primo turno. In primis osserviamo che queste affermazioni sono offensive per l’intelligenza degli isernini, considerati a mò di burattini, per cui essi avrebbero votato secondo comandi a bacchetta dei due candidati sindaci concorrenti delle destre se solo avessero fatto “l’accordo di vertice”. In realtà molti dei voti dati alle liste collegate ai due candidati di destra col voto disgiunto sono confluiti a Castrataro che infatti rispetto alle sue liste ha preso 996 voti in più al primo turno e ben 2.167 voti in più al secondo turno, corrispondenti in sostanza alo speculare gap negativo di voti del candidato di destra rispetto a quelle sue di liste. Questo dato ci conferma che in sostanza i voti confluiti sui due candidati di destra derivano, più che dal gradimento del candidato sindaco e del cosiddetto “programma della destra” , dai soliti meccanismi di artificiosa moltiplicazione delle liste collegate, e dunque del voto amicale, parentale (tralasciando altri condizionamenti della libertà elettorale tipiche della finta democrazia borghese).

Per non parlare di qualche nostalgico locale del duce, fascista su Marte, che continua a delirare nelle varie Tv locali, asserendo che l’imprenditore candidato sindaco del partito locale della Meloni (cioè il principale partito fascista attuale) fosse “della sinistra”, senza senso del ridicolo per l’ossimoro.

La realtà è che, nonostante i suddetti meccanismi distorsivi del sistema maggioritario al primo turno, in città spirava un vento di cambiamento contro i misfatti ormai ventennali delle destre locali, e non solo tra i giovani stanchi della rozzezza, della miseria culturale, politica e amministrativa espressa dalle passate giunte di destra, tutte appiattite sui poteri forti locali e sugli interessi del capitale privato, in danno alla massa popolare. Ed è da qui che deriva, sotto il profilo sociale, questa loro sconfitta elettorale e politica. Il punto è un altro: quale reale rapporto esiste tra la domanda di cambiamento espressa col voto e la coalizione liberal democratica di Castrataro ? Invero “l’umore popolare” cittadino, non avendo avuto la possibilità di esprimersi su una reale alternativa sotto il profilo dei contenuti tra le destre becere e la coalizione liberaldemocratica del centrosinistra, si è accontentata dell’emozione data dal nuovo più presentabile, più giovane, più competente e acculturato, più civile e democratico nel porsi, più pulito.

Ed anche dall’aspettativa che su qualche particolare questione si possa fare qualche passo avanti, pur senza grandi cambiamenti.

Insomma non è mancata una buona parte di umori popolari dove ha prevalso più che altro la estrema impresentabilità delle destre, avvertendo come un incubo la conferma delle destre, o comunque “la tesi del meno peggio”. Ma se così è, accanto alla grandiosa ed entusiasmante notizia della sconfitta delle destre al Comune di Isernia, v’è ne è una meno buona, e cioè che la mera alternanza non è un vero cambiamento: la reale alternativa sociale in questa città è ancora tutta da costruire, facendo sì che le tensioni emotive per il cambiamento sviluppatesi in città si traducano concretamente con una reale rottura con gli interessi del capitale e del profitto privato a cui Isernia è stata consegnata e da cui è stata saccheggiata sotto tutti i profili, con gli abusi arbitrari di potere, l’assenza di democrazia, la rozzezza amministrativa, la depauperazione culturale e dell’ambiente e quant’altro. Il sistema maggioritario truffa, antidemocratico, a differenza del proporzionale puro, non ci consente una rappresentatività nelle istituzioni ed è anche un delle causa del vuoto di rappresentanza con la metà dell’elettorato che non si riconosce in nessuna delle coalizioni.

Nondimeno il PCL di Isernia, unitamente quell’area politica, culturale e sindacale di opposizione sociale e di proposta alternativa, con cui ha sempre condiviso le iniziative, comincerà subito a riproporre i propri temi di discontinuità con le passate amministrazioni, sia pure immediati e molto parziali. Ad esempio, cartine di tornasole saranno la questione della sanità pubblica, dell’inutile e dannoso Lotto Zero, delle gestioni antisociali e vessatorie dei servizi comunali privatizzati (strisce blu, gestione tributaria, raccolta rifiuti) tanto per citare solo alcuni esempi: la nuova giunta sarà chiamata ad annullare queste nefaste scelte amministrative fatte nell’interesse dei potenti e del profitto privato, e sarà incalzata con le proposte alternative nell’interesse delle classi popolari, dell’erario e dell’ambiente.

Insomma, l’emozione popolare pur positiva della cacciata delle destre dovrà subito lasciare il posto ai fatti reali, per costruire il vero cambiamento.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

– SEZIONE DEL MOLISE

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