Conferimento incarichi dirigenziali.Coia al Csa: nessuna disparità di trattamento rispetto ai cantonieri

Nei giorni scorsi sono apparsi su organi di stampa locale articoli che riportano il contenuto di una missiva indirizzata alla presidenza della provincia di Isernia, a firma del Sig, Feliciantonio Di Schiavi coordinatore del sindacato CSA.
Nella predetta nota sono stati sollevati rilievi di legittimità in ordine al conferimento degli incarichi di responsabilità di settore a funzionari provinciali, lamentata la decurtazione del fondo relativo al salario accessorio riservato ai dipendenti non dirigenti, ed, infine, richiesto la revoca in autotutela di detti provvedimenti e l’assunzione di una figura dirigenziale che, anche ad interim, assuma la dirigenza dei vari settori.
A fronte di tali rilievi e richieste, questa presidenza, unitamente alla dirigenza dell’ente, ha contro dedotto nel merito evidenziando, in punto di diritto, tra l’altro, che:
⦁ non risulta sussistano più vincoli normativi alla possibilità anche da parte delle province, oltre che dei comuni, nel fissare le proprie figure apicali a livello di qualifica non dirigenziale; soprattutto se si considera l’impossibilità in cui attualmente si trovano le province di ricorrere a soluzioni organizzative alternative conformi all’ordinamento, stante l’impossibilità di assunzione ed il divieto per le province, tuttora vigente, di attivare nuovi rapporti di lavoro ex art. 110 Tuel (art. 1, comma 420 della L.190/2014), per sopperire alla mancanza di personale di qualifica dirigenziale;
⦁ l’esercizio di tali incarichi, in base all’art. 45 CCNL 6/7/1995, non costituisce svolgimento di mansioni superiori e non comporta l’esercizio di mansioni e responsabilità non attinenti al proprio profilo professionale;
⦁ l’ARAN, ha precisato, giusta missiva prot. n. 22792 del 15/12/2015 che questo ente deve provvedere al finanziamento del trattamento accessorio per detti incarichi solo ed esclusivamente con le risorse stabili destinate alla contrattazione decentrata integrativa, come previsto dall’art. 17, comma 2, lett.c) del CCNL dell’1/4/1999; in altri termini si tratta di oneri che quindi non possono gravare finanziariamente sul bilancio provinciale ma esclusivamente sull’apposito Fondo Risorse ex art.17 del precitato CCNL; inoltre, la misura di tali emolumenti (retribuzione di posizione e di risultato) è stata determinata dal competente Nucleo di Valutazione, tenuto conto del grado di complessità e di responsabilità di ciascuna posizione apicale, e comunque non nella misura massima, come invece viene lamentato nella nota sindacale.
Alla luce di quanto premesso, risulta evidente come i rilievi formulati dal Sindacato nella richiamata missiva, siano del tutto privi di fondamento, in fatto ed in diritto.
In disparte, dispiace, da parte di questa presidenza, dover constatare – come risulta palesemente dagli impertinenti riferimenti contenuti nella missiva in riscontro – come la suddetta O.S. non avendo, evidentemente, argomenti validi per controdedurre alle ragioni ampiamente esposte e rappresentate nelle varie sedi da questa Amministrazione nel merito della vicenda riguardante invece la proroga dei contratti ai cantonieri, abbia inopinatamente ritenuto di colpire questa presidenza sotto altri aspetti.
Va pertanto ribadito, come ampiamente dimostrato, che nessuna disparità di trattamento rispetto alla vicenda dei cantonieri vi è stata, né in punto di diritto né per quanto riguarda l’aspetto economico.
Tutt’altro.
Si tratta di problematiche che non hanno alcuna correlazione tra di loro e che solo per ragioni strumentali possono essere trattate quali argomenti connessi.
Allo stesso modo, lo stesso Sindacato, quando richiede la revoca degli incarichi e contestualmente l’assunzione di almeno un dirigente, non si avvede che così facendo – fermo restando il permanere del divieto di assunzione a qualsiasi titolo -, non si determinerebbe alcun risparmio per l’ente, piuttosto un maggiore e significativo aggravio di spesa.
Il costo di un solo dirigente, infatti, graverebbe sulle casse provinciali per circa centocinquantamila euro, mentre il fondo complessivo di 70.000 euro per i responsabili apicali non costituisce un onere finanziario aggiuntivo essendo già compreso nel Fondo Risorse stanziato in bilancio.
Anche sotto questo aspetto, il contenuto della nota sindacale risulta essere palesemente infondato e strumentale.
In definitiva, per le ragioni fin qui rappresentate, non sussistono i presupposti normativi ed economici per accoglimento le richieste avanzate dal Sindacato.
Non può essere sottaciuto come sarebbe stato, piuttosto, da apprezzare da parte sindacale lo sforzo compiuto da questa amministrazione per cui, grazie al rapporto di collaborazione che si è riuscito a creare con la dirigenza, ci sono stati tre dirigenti che hanno continuato a lavorare gratuitamente in provincia anche dopo la pensione, determinando in tal modo un ulteriore risparmio per le casse provinciali.
Ma si sa la riconoscenza non è di questo mondo.

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