Concorso nazionale “Fossili regionali”. Cinque fossili del sito di Isernia La Pineta candidati a rappresentare il Molise

Nel corso della XXII edizione delle Giornate di Paleontologia (Paleodays), l’annuale incontro della Società Paleontologica Italiana (SPI) che quest’anno si è tenuto dall’8 al 10 giugno 2022 presso il Polo Universitario di Asti e la sede dell’Ente di Gestione del Parco Paleontologico Astigiano, ha preso il via l’iniziativa Fossili Regionali. Nata dalla sinergia tra il gruppo dei giovani della società “Palaeontologist in Progress” e il Consiglio SPI, e preparata con l’aiuto di numerosi paleontologi italiani, l’iniziativa si propone di favorire la divulgazione e la conoscenza delle ricchezze del patrimonio paleontologico del nostro paese attraverso la selezione di un fossile
simbolo per ogni regione italiana. E questo grazie al voto di chiunque sia interessato alle ricchezze preistoriche d’Italia.

Tra mammut, impronte di dinosauro, foglie e conchiglie fossili, paleontologi esperti riuniti in comitati ad hoc hanno selezionato un massimo di cinque fossili rappresentativi della propria regione, per ciascuno dei quali è poi stata preparata una scheda informativa. Per scoprire i fossili candidati e votarli basterà collegarsi al sito della SPI (www.paleoitalia.it) o rimanere sintonizzati sui canali social della Società (Instagram: @spi_paleo; @paip_spi;
facebook: facebook.com/spipaleo).


Fin da lunedì 13 giugno 2022, è già possibile esprimere il proprio voto sia sui canali social sia sulla pagina web dedicata nel sito SPI (https://www.paleoitalia.it/patrimonio-paleontologico/fossili-regionali/), oppure su https://www.paleoitalia.it/patrimonio-paleontologico/fossili-regionali/ dove si possono scaricare il file con i fossili candidati e accedere alla scheda (https://www.paleoitalia.it/wp-content/uploads/2022/06/Scheda-di-
voto.pdf ) di voto delle singole regioni.

Per il Molise i 5 fossili provengono dall’insediamento paleolitico di La Pineta di Isernia
Le votazioni resteranno aperte fino al 30 aprile 2023.
I fossili vincitori verranno annunciati in corrispondenza delle Giornate di Paleontologia 2023, quindi continuate a seguire gli account SPI!

I cinque fossili per il Molise:

  1. Incisivo deciduo superiore di umano. Il dente rivenuto a Isernia la Pineta appartiene a un bambino di circa 5 anni. Si tratta dell’unico reperto umano finora ritrovato nel giacimento ed è, a oggi, il più antico dente del genere Homo in Italia. Questo reperto, nonostante le sue dimensioni ridotte, fornisce informazioni preziose sull’uomo che ha vissuto nell’area di Isernia circa 600.000 anni fa, durante il Pleistocene Medio; inoltre, si inserisce cronologicamente nel contesto molto complesso delle prime diffusioni di Homo in Europa.
  2. Palato di elefante con molari.L’Elefante Antico è uno dei fossili più frequenti nel giacimento di Isernia la Pineta e rappresenta uno dei grandi proboscidati maggiormente noti del Pleistocene dell’Eurasia. Il campione scelto, corrispondente a un palato con due terzi molari non molto usurati ancora inseriti degli alveoli, è appartenuto a un esemplare adulto-senile che ben rappresenta la specie per le caratteristiche morfologiche dei denti stessi.
  3. Neurocranio di bisonte. Il bisonte di Isernia è l’animale più frequente del giacimento e, per la sua importanza paleontologica, è stato oggetto di uno studio monografico. La grande quantità di reperti di questo animale ha permesso uno studio che ha portato a livelli internazionali la conoscenza di questa specie fino allora poco nota. Di questo fossile è conservato il neurocranio ovvero la parte che conteneva il cervello. Nel giacimento non sono rappresentati crani interi perché la parte facciale è stata sempre staccata durante la macellazione di questi animali da parte dell’uomo. Si vedono infatti vari neurocrani nella paleo-superficie ricostruita in museo, associati a una grande quantità di ossa lunghe e mandibole fratturate per recuperare il midollo.
  4. Cranio intero di rinoceronte. Il rinoceronte di Isernia è la prima forma derivata dal rinoceronte etrusco (Stephanorhinus etruscus) vissuto nel Pleistocene Inferiore (circa 1,6 Ma). Si tratta di un rinoceronte a due corna. Questa specie è molto ben rappresentata nel giacimento di Isernia; dopo il bisonte, è il secondo animale in termine di reperti rivenuti. Crani interi di questi perissodattili sono abbastanza rari anche se la specie è ben rappresentata e caratteristica di parte del Pleistocene Medio. Il campione scelto è l’unico cranio intero del giacimento anche se è privo di denti.
  5. Canino inferiore di ippopotamo. L’ippopotamo antico rappresenta la forma più grande del genere e, oltre alla rarità dei suoi reperti, il canino è stato scelto per le sue grandi dimensioni. In questi artiodattili primitivi i canini sono molto più grandi nei maschi che nelle femmine per cui questo campione è stato determinato come appartenente a un individuo maschile. Generalmente l’ippopotamo è raro nei giacimenti antropici ed è quasi sempre rappresentato da denti isolati. Per questa ragione non si è ancora documentata con sicurezza la presenza dell’ippopotamo fra gli animali frutto della caccia sistematica dell’uomo preistorico.
Commenti Facebook