giovedì, Luglio 10, 2025
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Larino : promosso al grado di Tenente Colonnello Raffaele Iacuzio, Comandante della locale Compagnia

Il Ministro della Difesa ha promosso al grado di Tenente Colonnello il Comandante della Compagnia di Larino Raffaele Iacuzio.
La nomina al grado superiore, giunta al termine del vaglio dei requisiti e delle capacità tecnico-professionali da parte della commissione centrale del Ministero della Difesa, è stata accolta con grande soddisfazione ed orgoglio dal Comandante Provinciale dei Carabinieri di Campobasso, Col. Emanuele Gaeta che per l’occasione ha voluto, nel pieno rispetto delle tradizioni militari, congratularsi personalmente con il neo promosso consegnandogli le insegne del grado superiore, rivolgendo il suo personale ringraziamento per il lavoro finora svolto e per la passione ed il sacrificio offerto nell’espletamento del servizio quotidiano.
Il Ten.Col. Raffaele Iacuzio è decorato con Medaglia d’Argento al Valore Militare.
Presenti al momento ufficiale della consegna del grado i colleghi, i militari della Compagnia e dei reparti dipendenti i quali, nello spirito di corpo che da sempre contraddistingue l’Arma dei Carabinieri, hanno voluto rivolgere i migliori auguri al loro comandante che, per la prima volta nella storia della Compagnia Carabinieri di Larino, riveste il grado di Tenente Colonnello.

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L’ Associazione Culturale Punto di Valore presenta “Storie in tango”, concerto a Termoli

Domenica 11 Agosto, ore 21.30 in Piazza Duomo a Termoli l’esibizione del quintetto “Storie in tango”.

“Storie in tango” è uno dei progetti più eleganti e audaci dell’Associazione Culturale “Punto di Valore”. Frutto di una continua ricerca formale, la formazione unisce alcuni dei massimi professionisti del territorio molisano: al bandoneon Mario Muccitto, al violino Pasquale Farinacci, al pianoforte Gianluca De Lena, alla chitarra Basso Cannarsa, al contrabbasso Morris Capone. Attraverso le musiche di Astor Piazzolla, creeranno nell’ascoltatore continui e antitetici giochi emozionali, tanto da fare di un genere nella mentalità comune spesso relegato solo alla danza, un incessante desiderio di scoperta, uno spettacolo di continue suspense che si congiunge perfettamente con la raffinatezza della location.

Il concerto sarà ad ingresso libero ed è organizzato nell’ambito del progetto regionale Turismo è cultura, in collaborazione con il Comune di Termoli.

In allegato una foto del recente concerto del quintetto a Napoli, presso la Fondazione Banco di Napoli.

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Dramma in Basso Molise/un 58enne si toglie la vita

FOTO DI REPERTORIO

Pare che in tarda mattinata sia stato trovato i corpo di un 58enne, in zona Termoli – San Giacomo9 degli Schiavoni. Sul posto i sanitari del 118, i Vigili del Fuoco e i Carabinieri. Da prime indiscrezioni sembrebbe che l’uomo abbia compiuti un gesto estremo.

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Per la scienza lo “stacanovismo” nuoce alla salute: ecco il decalogo per salvaguardare il proprio benessere

Stacanovisti avvisati, lavorare troppo fa male alla salute. Esempio lampante ne è Aleksej Stachanov, lavoratore-modello nell’URSS degli anni Trenta: dopo essere diventato un simbolo politico per le sue performance lavorative nelle miniere sovietiche e aver dato il nome all’omonimo movimento morì, probabilmente anche a causa della fatica accumulata… proprio per un infarto.

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Termoli Buskers Festival presenta lo spettacolo “Il giro della piazza”

Torna a Termoli la compagnia di circo/teatro Madame Rebiné con il nuovo spettacolo“Giro della Piazza”. Un’opera ciclo-comica in cui gli attori metteranno in scena una rocambolesca competizione ciclistica e lotteranno fino all’ultimo istante per la vittoria finale. Quaranta minuti esilaranti in cui il pubblico sarà coinvolto dall’inizio alla fine, come accade nel ciclismo e nel teatro di strada: due linguaggi che trovano nel contatto diretto con il pubblico la loro caratteristica principale.

Lo spettacolo nasce dopo due anni di preparazione in cui la compagnia ha esplorato diverse possibilità e studiato da vicino il mondo del ciclismo lavorando in tutte le tappe del 101°Giro d’Italia nel 2018.Ne è venuto fuori un progetto diverso dai precedenti in cui la forza del trioè presente dall’inizio alla fine e costringe gli attori a viaggiare in bilico tra ilpiù classico dei film muti e il più caciarone gioco televisivo.Una trasposizione scenica che è stata possibile solo grazie a un minuzioso lavoro di regia ad opera del regista bresciano Mario Gumina.

Non mancheranno di certo i momenti di virtuosismo circense che in questo spettacolo trovano nella bicicletta l’alleato perfetto.
La compagnia Madame Rebiné non è nuova da queste parti ed è composta da Andrea Brunetto, Max Pederzoli e dal termolese Alessio Pollutri. Lo spettacolo si inserisce all’interno della programmazione del Termoli Buskers Festivale si svolgerà oggi sabato 10 agosto alle 22:00 in piazza Duomo. Non mancate!

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Calendario venatorio 2019/2020/ M5S: La Regione continua a non offrire soluzioni per i danni causati dai cinghiali

“La Regione continua a non offrire soluzioni per i danni causati dai cinghiali, nonostante le continue segnalazioni che da tempo ci giungono dagli agricoltori sui disagi dovuti ai mancati pagamenti. E’ arrivato in seconda Commissione il Calendario venatorio per la stagione 2019-2020, senza alcuna istruttoria preventiva e senza essere stati informati dall’assessore competente, Nicola Cavaliere, assente alla riunione.

Non siamo stati informati nemmeno dei risultati ottenuti grazie al controllo della proliferazione della specie dei cinghiali e dei numeri effettivi originati dalla caccia di selezione autorizzata quest’anno, per la prima volta, dalla Regione Molise.

Intanto – affermano Nola e Primiani – i danni causati dai cinghiali, accertati dal 2014 al 2018 e riguardanti sia le produzioni agricole sia gli incidenti automobilistici, superano i 3 milioni di euro. Appare quindi evidente come, dalle denunce che continuano ad arrivare da agricoltori di varie zone del Molise, a cominciare dal Matese, e come denunciato da Coldiretti e nei mesi scorsi anche dalle altre organizzazioni agricole come la Confederazione Italiana Agricoltori, non è possibile approvare un Calendario venatorio – spiegano i portavoce M5S – senza risolvere a monte le criticità e senza convocare, ad esempio, i presidenti delle Province, per individuare i percorsi legislativi idonei per ottenere dall’Ispra alcune deroghe necessarie e ineludibili. Ecco perché ci siamo astenuti.

Certamente la Commissione doveva esprimere una semplice presa d’atto ma appare evidente che, – dicono ancora Nola e Primaini – essendo una situazione critica, i problemi vanno affrontati subito e senza prendere provvedimenti burocratici non risolutivi e non utili agli interessi di tutte le categorie coinvolte, solo per rispettare formali scadenze.

In Molise – concludono i Consiglieri pentastellati – non abbiamo solo problemi legati alla sanità, ai trasporti, al lavoro, all’ambiente e al ciclo rifiuti, ma abbiamo anche seri impedimenti su settori importanti come l’agricoltura, la gestione e la valorizzazione delle acque, che sono gli unici settori in grado di contribuire, in un ciclo breve, alla ripresa economica e occupazionale, evitando al contempo l’abbandono delle coltivazioni nelle aree interne. Quindi dobbiamo occuparcene, bene e in fretta.”

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Molise Cinema: arriva Alba Rohrwacher. L’acrobata del cinema italiano

Attesissima oggi sabato 10 agosto a Molisecinema Alba Rohrwacher, attrice eclettica e versatile, tra le interpreti più intense del nostro cinema, che arriva al festival per la presentazione del volume a lei dedicato, Alba Rohrwacher. L’acrobata del cinema italiano. Il libro è appena uscito in libreria per le “Pagine di MoliseCinema”, la collana editoriale del festival edita da Cosmo Iannone Editore. Ad attenderla il pubblico del festival nell’Arena di Casacalenda alle 19.15.

Dopo il libro su Elio Germano dello scorso anno Molisecinema continua a scoprire i grandi protagonisti del cinema italiano, con un viaggio attraverso la carriera di un’artista poliedrica, agile e inafferrabile, proprio come un acrobata. Il libro, curato da Federico Pedroni e Federico Pommier Vincelli, si articola in dieci brevi saggi sui film che Alba Rohrwacher ha interpretato, a questi si aggiungono sei testimonianze di registi con cui ha lavorato. A seguire in Arena alle 20.30 per Alba special il film di Gianni Zanasi Troppa Grazia con Alba Rohrwacher e Elio Germano protagonisti.

Per i film del concorso Paesi in lungo alle 22.30 in Arena sarà presentato Croce e Delizia di Simone Godano con Alessandro Gassmann, Jasmine Trinca, Filippo Scicchitano. La storia di due famiglie che si scontrano e si alleano in vista di un matrimonio sgradito ad entrambe, quello tra i due padri che scoprono la loro omosessualità. Al termine della proiezione il registaSimone Godano e l’attore Filippo Scicchitano incontreranno il pubblico del festival.

Per i doc in Arena Piccola alle 21.15 per la sezione Frontiere  – Concorso Doc – la proiezione di Normal di Adele Tulli, un viaggio attraverso gli stereotipi di genere e le convenzioni sociali che influiscono sul nostro agire quotidiano. Il doc sarà presentato dalla produtrice Laura Romano.

A seguire alle 22.30 per Doc – Special il documentario Selfie di Agostino Ferrente su due sedicenni napoletani alla scoperta del mondo attraverso la lente di ingrandimento del proprio telefonino. Al termine della proiezioneseguirà l’incontro con la montatrice Letizia Caudullo. Sempre sul fronte dei documentari si inizierà alCinema-Teatro alle 11.00 per Frontiere. Concorso doc. con la proiezione del doc Giorno di Scuola di Mauro Santini a cui seguirà l’incontro con il regista. Il doc è il racconto di una giornata di alunne e alunni della scuola primaria di Pieve Torina ricostruita dopo il terremoto del 2016. Alle 12.15 per Doc. special. Where are you? Dimmi dove sei di Jesùs Garcés Lambert. A presentarlo al pubblico Ernesto Pagano. Il documentario prodotto da Doclab per National Geographic, prende spunto dalla foto scattata da Massimo Sestini nell’estate del 2014 da un elicottero, che è diventata il simbolo della crisi migratoria nel Mediterraneo.

La penultima giornata di Festival inizierà la mattina al CineCaradonio alle 11.30 con il Workshop/masterclass di montaggio condotto da Luca Manes.

Continuano i concorsi dei cortometraggi. Alle 17.00 al Cinema-Teatro per Paesi in corto. Concorso corti internazionali saranno proiettati Noad likrot/Meant to Be dell’israeliano Sigi Golan, Tango tęsknot/Tango of Longing di Marta Szymańska che arriva dalla Polonia, Elephant-bird di Masoud Soheili un corto Afghano/ iraniano, dagli USA Skin di Guy Nattiv, Was Bleibt di Chiara Fleischhacker targato Germania/Francia.

Per la sezione dedicata ai corti italiani Percorsi. Concorso italiano a partire dalle 18.00saranno proiettati In Her Shoes di Maria Iovine, La missione di Alice Murgia, Lelladi Michele CapuanoGoodbye Marilyn di Maria Di Razza.  

La serata si concluderà alla  Terrazza dei libri al Bar centrale alle 23.30 con il MoliseCinema dancing party 2019.

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L’angolo della psicologa /Notte di San Lorenzo, imparare a cadere dalle stelle

“Qual’è la tua paura più grande?

Sbagliare”

Questa è la risposta più frequente che sento sentita dare alla domanda su quale sia la paura più grande. Mi sono chiesta perché in molti coviamo nel cuore la paura di sbagliare e cosasignifichi  veramente sbagliare.

“Cosa significa per te sbagliare?” è la domanda che segue alla prima ma le risposte in questo caso sono molto approssimative, per lo più “significa non fare bene” mi sento rispondere ma, non basta, in realtà, ad un’analisi più approfondita avere paura di sbagliare significa temere di essere giudicato, di non essere apprezzato, fino ad arrivare pensare di essere lasciato per una presunta inadeguatezza.

Le radici di questo male sono profonde e si rintracciano nei primi anni di vita quando il bambino instaura con la sua figura di riferimento, la figura materna per lo più, un legame relazionale imprescindibile che Bowlby, il grande studioso della relazione, definisce attaccamento. Egli individua due grandi stili di attaccamento, quello sicuro e quello insicuro che distingue in ambivalente, evitante e disorganizzato in base alle diverse modalità relazionali che si stabiliscono nella interazione madre-bambino.

Il grande merito da attribuire a Bowlby sta nella rivoluzione epistemologica della matrice del legame di attaccamento con la figura di riferimento primario, la madre principalmente, andando contro Freud, il quale sosteneva che l’affetto del bambino per la propria madre fosse determinato dal una motivazione secondaria, derivante dal soddisfacimento di bisogni primari quali magiare ed essere pulito; per Bowlby invece l’affetto del bambino per la propria madre è determinato dal una motivazione intrinseca e primaria, derivante dal bisogno di contatto e di conforto.

Bowlby sostenne, secondo me a ragione, che “nel bambino piccolo la fame dell’amore e della presenza materna non è meno grande della fame di cibo ” per cui ciascuno di noi, fa di tutto pur di essere amato, finanche l’impossibile, dimenticandosi che per un uomo non è possibile raggiungere l’agognata dimensione dell’irrealizzabile.

E proprio nel bisogno di essere amato, bisogno comune ad ogni essere umano e, nei disparati tentativi per esserlo, che si rintraccia la genesi di tante difficoltà a livello psicologico e la risposta alla nostra paura di sbagliare.

Bisogna aprire una piccola parentesi, la paura, in quanto tale, non è sbagliata, non è qualcosa da cui fuggire o da demonizzare.

La Paura è un’emozione, citata da Ekman, uno psicologo americano considerato tra i più importai del ventunesimo secolo, tra quelle primarie, insieme alla gioia, alla rabbia, alla tristezza e ad altre ancora. Rappresenta un’ emozione fondamentale perché, come le altre, ci muove all’azione, ci aiuta ad affrontare le situazioni, tutto sta nel saperle gestire e ben integrarle nel nostro vissuto senza assolutizzarle e diventarne succubi. Tornando alla paura di sbagliare è necessario far riferimento anche al pensiero ed all’idea di perfezione che spesso si ha in mente. Non possiamo adesso parlare di pensiero perché significherebbe addentrarsi nel labirinto di Dedalo senza ali per uscirne, ci basti per ora una semplice distinzione tra il pensiero sano, cioè equilibrato ed il pensiero disfunzionale, che come ben si capisce dalla parola stessa, non funziona come dovrebbe poiché crea distorsioni cognitive. Le distorsioni cognitive sono visioni distorte della realtà, ce ne sono di diversi tipi, le più comuni sono la catastrofizzazione, l’ assolutizzazione, la generalizzazione, le doverizzazioni e la svalutazione.

Queste distorsioni creano credenze sulle quali si innestano le opinioni, scrive il filosofo greco Epitteto: “Gli uomini sono agitati e turbati non dalle cose, ma dalle opinioni che hanno sulle cose”, opinioni che, a quanto pare, ci danneggiano andando a rovinare la nostra quotidianità.

Quindi, spesse volte non sbagliamo, ma temiamo di farlo e nel temerlo realizziamo la nostra paura più grande, commettendo degli errori.

Non sempre sbagliamo ma crediamo di farlo avendo alla base una bassa autostima che veicola, in maniera distorta, i nostri pensieri e ciò che sentiamo.

Dovremmo perciò imparare dalle stelle a cadere, proprio così, con il naso in su la notte di San Lorenzo rimaniamo estasiati davanti lo spettacolo delle stelle cadenti che ci insegnano concretamente che dopotutto cadere non è così brutto…

Imparare a cadere come le stelle, come i grandi pallavolisti che si tuffano per salvare una palla e si rialzano senza troppi lividi, imparare che è possibile sbagliare e che lo  sbaglio non è una condanna che pende su di noi, che non è necessariamente motivo di fallimento, che non decreta la sconfitta o la rinuncia.

Diceva Skinner, uno psicologo comportamentista che della psicologia ha fatto la storia con i suoi studi sul condizionamento operante: “Un fallimento non è sempre uno sbaglio; potrebbe semplicemente essere il meglio che uno possa fare in certe circostanze. Il vero sbaglio è smettere di provare.”

Pertanto, dobbiamo imparare a distogliere lo sguardo da generalizzazioni, doverizzazioni, svalutazione e da quant’altro inficia il nostro modo di pensare e tendere alla normalizzazione del pensiero.

Che cosa vuol dire normalizzare il pensiero? Significa, semplicemente, rendere normale ciò che ci sembra inaccettabile, distogliere l’attenzione da ciò che ci preoccupa attraverso un cambio di pensiero e di emozione, passare da “ho sbagliato, nessuno più mi riterrà all’altezza di fare qualcosa” a “ ho sbagliato, può capitare a tutti, la prossima volta farò meglio”. Dovremmo cominciare a renderci conto che nessuno stato d’animo c’è o dura per sempre, dovremmo, eliminare gli aggettivi e i commenti  troppe volte negativi ai nostri vissuti interiori, smettere di valutarsi in maniera dispregiativa, non soffermarsi unicamente sulle critiche, o dipendere dagli apprezzamenti o sui complimenti degli altri ma, accettare che cadere è possibile e normale che succeda, che nessuno è infallibile su questa terra!

Dovremmo accettare di cadere e, quando capita, rialzarsi, rendendosi conto che è possibile rialzarsi senza troppa difficoltà e continuare a camminare.

Vi lascio 5 semplici punti da cui cominciare a riflettere per continuare a camminare su qualsiasi sentiero senza lasciarsi bloccare dalla paura di cadere:

  1. Sbagliare fa parte del gioco,
  2. Sbagliare una o più volte non significa sbagliare sempre;
  3. Anche un fallimento può insegnarci qualcosa
  4. Non è scritto da nessuna parte che devi essere sempre il primo della classe;
  5. Prova e prova ancora.

Buon cammino!

dott.ssa Antonella Petrella, Psicologa- Psicoterapeuta

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Angoli del Molise/ Colletorto (CB): storia e tradizioni. Le notti Angioine

di Mariateresa Di Lallo e Tina Piano*

Colletorto è un comune di circa 1872 abitanti della provincia di Campobasso, facente parte del distretto turistico Molise orientale. Il paese sorge su una collina di circa 500 metri per arrivare ai 776 metri di colle Crocella ed è diviso in due zone geografiche il “Colle” (la parte alta) e la “Terra” la parte bassa dove sorge il corso principale e il centro storico; è circondato da alberi di ulivo secolari, tanto da appartenere all’Associazione Nazionale città dell’Olio, boschi di querce e da coltivazioni più rade di cereali e foraggi vari.

Nelle vicinanze del territorio comunale di Colletorto passa il fiume Fortore ed è stata costruita e si estende parte del (diga) Lago di Occhito, altri torrenti importanti sono il vallone di Santa Maria affluente del Fortore e il torrente Cigno affluente del lago di Occhito.


La prima menzione del paese la troviamo nei registri angioini del 1320, con il nome “Collis Tortus”, il che fa pensare che già esisteva al tempo in cui fu incoronata la Regina Giovanna, figlia di Carlo Il d’Angiò. Ci sono supposizioni circa una la visita della Regina Giovanna d’Angiò, probabile è il fatto che fece costruire una torre merlata che ancora oggi si erge a monumento rappresentativo del comune, che sorge nell’area denominata “Largo Angioino” e costituisce, insieme al palazzo Marchesale e alla Chiesa Madre, il culmine del centro storico.


La Chiesa Madre di San Giovanni Battista. All’interno della chiesa sono conservate una tela di Paolo Gamba datata 1751: La Sacra Famiglia e un dipinto su legno del 1600 di anonimo ma di fattura molto pregevole raffigurante la Madonna delle Purità, già presente anche nell’antica chiesa.

La Chiesa di S. Maria di Loreto, situata nel luogo, dove c’era il Castello di Loreto, costruita da Monsignor Persio Caracci nell’anno 1638 il Tria la descrive così: «ella però è assai povera, unita all’Arcipretura; e nell’anno 1734 con diligenza del sopraddetto D. Fulvio di Rosa è stata ristaurata, e pulita, provedendola ancora di tutto il necessario.


Il Monastero di S. Alfonso dei Liquori fu costruito a spese del marchese Bartolomeo Rota signore di Colletorto con il beneplacito del vescovo di Larino del tempo, Mons.Tria. All’interno della chiesa il prestigioso organo a canne di Francesco d’Onofrio, realizzato nel 1762 e restaurato con il contributo del Rotary International. Il convento conserva al suo interno statue di Paolo Saverio di Zinno e dipinti di Placido Flaxis (conosciuto anche come Placico Flascis).


Il Palazzo Marchesale. La torre è circondata dal Palazzo Marchesale costruito nel settecento sui resti dell’antico castello a cui la torre apparteneva, a opera del marchese Bartolomeo Rota che in quei tempi regnava sul paese, caratterizzato da due entrate che si affacciano su due diverse strade del paese, sulla facciata principale che si affaccia sulla piazzetta dove sorge la chiesa madre è visibile sopra l’arco di entrata lo stemma dei Rota, una ruota sormontata da una corona reale, al suo interno sono conservate quattro tele raffiguranti le stagioni, di autore anonimo, ma gli esperti ne riconoscono in esse la mano di Paolo Gamba quindi di Scuola Napoletana.


A circa tre chilometri ad oriente dell’abitato, situata su piccolo colle, vi è la chiesetta badiale-concistoriale “S. Maria di Loreto”. Ancora oggi, preservando una antica tradizione, i Colletortesi si recano il lunedì in albis in gita votiva e ricreativa.

Una tradizione popolare antichissima ed ancora oggi molto sentita è quella dei “Fuochi di S. Antonio Abate il 17 Gennaio”, il paese si illumina dei “falò” altri anche alcuni metri e che vengono benedetti ed accesi dal parroco.

Di rilevante importanza la rievocazione storica dell’arrivo della regina Giovanna I D’Angiò con una vera e propria sfilata di figuranti in abiti storici. Un salto nel passato, con una ricostruzione di abiti, ambienti, e giochi medievali con l’obiettivo di una valorizzazione del borgo angioino, delle sue antiche origini e tradizioni.
La manifestazione è organizzata dal Gruppo Storico Giovanna I D’angiò di Colletorto, che da oltre un decennio è impegnato sul territorio molisano in un’azione di valorizzazione della cultura.

Colletorto con i suoi prodotti tipici, la rilevanza storica dai suoi monumenti e la valorizzazione culturale con le sue manifestazioni è uno dei borghi molisani che contribuiscono alla valorizzazione del nostro Molise.

Notti Angioine 2019 domenica 11 agosto ore 21.00 con Giochi medievali, e degustazioni.

12 agosto ore 22.00 Corteo Storico – Ore 24.00 incendio artistico del castello Angioino


*Di Lallo -giornalista, ricercatrice ed esperta di tradizioni popolari del Molise
*Piano -ideatrice del progetto e marketing

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Sanità pubblica regionale, Fontana (M5S): siamo il bancomat della Neuromed e della Cattolica

“In questi ultimi giorni, sulla carta stampata locale e nazionale si fa un gran parlare della mobilità attiva del Molise, vuoi per il rapporto Gimbe, vuoi per le inchieste di Fan Page, vuoi per la nostra mozione presentata al Consiglio regionale monotematico sulla sanità. – Dice Fontana – “Molise al top per la mobilità sanitaria”; “Unica regione del centro e del sud ad avere saldo attivo tra mobilità attiva e passiva”; “Molise, eccellenza sanitaria”; “+21 milioni di euro di saldo attivo”; “Molise al primo posto nazionale per impatto economico pro capite della mobilità sanitaria”.

Su carta, siamo un paradiso della sanità. Poi basta sfogliare le pagine interne di questi stessi giornali per leggere ancora di sanità, ma con notizie che vanno in tutt’altra direzione, quella reale: “Al reparto di Ortopedia di Isernia, stop agli interventi chirurgici”.

Perché da tre anni – spiega il portavoce M5S – il primario chiede uno strumento utile per operare, ma non glielo forniscono. In altre parole, manca uno strumento indispensabile per gli interventi chirurgici e non è più il caso di ‘operare a occhio’.

È evidente il blackout comunicativo. Qualcosa non torna. E allora dov’è l’inghippo? È vero che a livello regionale facciamo più mobilità attiva che passiva. Ma allora, se incassiamo così tanto, perché siamo in disavanzo? La risposta è semplice – continua il Consigliere pentastellato – perché a fare mobilità attiva non è l’Asrem, quindi il comparto pubblico della sanità regionale, bensì la Neuromed e la Cattolica, ovvero il comparto privato della sanità.

Ma c’è dell’altro – aggiunge Fontana – e qui mi rifaccio alle parole del ‘testamento’ di Gennaro Sosto. Il fatto che vengano pazienti da fuori regione a curarsi alla Neuromed e alla Cattolica, crea un danno ai Bilanci della sanità molisana perché, come detto anche nella nostra mozione, la Regione Molise anticipa decine e decine di milioni per le prestazioni dei pazienti extra regionali, che solo dopo due anni gli vengono riconosciute dalle regioni di riferimento e spesso in misura inferiore rispetto a quella da noi anticipata.

Fatto sta che quella cifra appare in Bilancio come ‘spesa’ e ammonta a circa 32 milioni di euro. Per l’anticipo delle cure degli extra regionali il Molise, nelle strutture private, impegna il triplo delle somme destinate alle cure dei molisani. Il disavanzo – afferma Valerio Fontana – è di 16 milioni di euro e quindi capite bene che se la Regione Molise fissasse un limite all’anticipo delle somme relative alle prestazioni dei pazienti di fuori regione, il Bilancio della sanità molisana sarebbe in attivo e noi saremmo già usciti dal piano di rientro a dicembre del 2018.

Questo è quello che stiamo chiedendo da alcune settimane e che la maggioranza ci nega. Praticamente, noi molisani, con le nostre tasse (aumentate proprio per questo motivo) siamo il bancomat della Neuromed e della Cattolica: anticipiamo i soldi per le spese sanitarie delle altre regioni, che finiscono nel nostro Bilancio e ci fanno andare ‘sotto’. E finché non stabiliamo un limite a questa spesa, noi rimarremo sempre in disavanzo, quindi in piano di rientro.

La conseguenza? Paghiamo tasse altissime per la sanità ma, ciò nonostante – attacca il portavoce del MoVimento 5 Stelle – i nostri ospedali pubblici ‘restano a secco’ e non sono in grado di fornire le cure e i servizi che ci spettano di diritto. Per l’appunto, è inaudito che sia a Termoli che a Isernia i reparti di ortopedia siano in crisi.

Per quanto severo sia il POS 15/18 e per quanto restrittivo sia il decreto Balduzzi – conclude Fontana – entrambi ‘attestano’ che la presenza del reparto di ortopedia è, per uno spoke, requisito indispensabile per garantire il funzionamento di base del sistema sanitario regionale, alias, il diritto alla salute dei molisani.”

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