martedì, Luglio 8, 2025
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Agsm Aim, sottoscritto green bond da 50 mln

(Adnkronos) – Agsm Aim prosegue il proprio impegno verso una crescita sostenibile e responsabile, annunciando di aver perfezionato una Pgim Private Shelf Facility per un importo complessivo di 200 milioni di dollari con Pgim Private Capital, la divisione di private capital di Pgim Inc., il business globale di investment management di Prudential Financial. La prima emissione, già perfezionata, ha visto la sottoscrizione di un prestito obbligazionario green (cd. Green bond) da 50 milioni di euro della durata di 12 anni. Agsm Aim avrà la possibilità di effettuare nel corso dei prossimi tre anni ulteriori emissioni obbligazionarie fino a concorrenza dell’equivalente importo in euro di 200 milioni di dollari.  Le risorse raccolte – si sottolinea in una nota – "saranno destinate al programma Green Financing Framework che riepiloga i progetti con impatto positivo sull’ambiente, in linea con gli obiettivi delineati dal Piano Industriale di Agsm Aim. In particolare, il green bond sosterrà investimenti strategici legati alla transizione energetica, all’efficientamento energetico, all’innovazione tecnologica e allo sviluppo sostenibile dei servizi offerti dalla multiutility veneta". L’operazione "rafforza ulteriormente la posizione del Gruppo nel panorama della finanza sostenibile, promuovendo un modello di sviluppo capace di coniugare performance economica e attenzione all’ambiente". Nel contesto dell’operazione, Mediobanca ha agito in qualità di Sole Arranger del prestito obbligazionario, mentre lo studio legale Simmons & Simmons ha fornito assistenza legale, fiscale, US e UK alla Società (team Debt Capital Markets Paola Leocani, Ilaria Barone, Martina Nicki Giocoladelli, Charles Hawes, Lukasz Napieraj e per la parte fiscale Marco Palanca e Giulia Aglialoro). PGIM per gli aspetti italiani legali e fiscali e US/UK è stata assistita dallo studio legale K&L Gates (con team cross practice guidato da Chiara Anceschi con Elisa Massimetti, Vittorio Salvadori di Wiesenhoff per la parte fiscale, Sean Crosky, Michael Anderson e Anthony Nolan). Il team Trust & Agency Services (TAS) di Deutsche Bank, ha supportato l'operazione in qualità di Fiscal & Paying Agent. La finanza sostenibile è una leva strategica che consente di indirizzare risorse verso iniziative ad alto valore ambientale, sociale e di governance (ESG), coniugando responsabilità e competitività. L’accordo con PGIM Private Capital "si inserisce in questo contesto, confermando l’impegno di Agsm Aim per uno sviluppo orientato al lungo termine e alla creazione di valore condiviso". Federico Testa, presidente di Agsm Aim, osserva come "la sottoscrizione di questo nuovo green bond rappresenta un ulteriore segnale della solidità economico-finanziaria del nostro Gruppo e della fiducia che operatori internazionali come PGIM Private Capital ripongono in Agsm Aim. Dopo il successo dell’operazione dello scorso anno -l’emissione del Green Bond da 46 milioni di euro quotato alla Borsa di Dublino- continuiamo a rafforzare la nostra capacità di attrarre capitali sostenibili, grazie anche alla credibilità costruita nel tempo.” Per Alessandro Russo, consigliere delegato di Agsm Aim, "le risorse raccolte attraverso questo strumento di finanza sostenibile saranno destinate a progetti strategici previsti dal nostro Piano Industriale che presenteremo nei prossimi giorni, con l’obiettivo di accelerare gli investimenti nella transizione energetica, nell’efficientamento e nell’innovazione. Si tratta di un passo importante che conferma la coerenza tra visione industriale e sostenibilità, principi fondanti dell’identità di Agsm Aim. Vogliamo continuare a creare valore per il territorio e per le comunità, accompagnando la crescita del Gruppo con scelte responsabili e orientate al lungo termine.” Infine Stefano Masetti, CFO di Agsm Aim, spiega che "questa iniziativa rappresenta un importante tassello nel percorso di finanziamento della crescita del gruppo dei prossimi anni. Ringrazio insieme al consigliere delegato tutte le persone che hanno lavorato a questo importante risultato, che dimostra la credibilità industriale del nostro gruppo” —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Caldo, Di Bella (Anmil): “Riflettere su chi lavora nei campi nella voragine silenziosa del sommerso”

(Adnkronos) – “Il 30 giugno la Regione Emilia-Romagna ha varato l’ordinanza che determina lo stop all’attività lavorativa in esterno nelle ore calde. Mentre la normativa entrava in vigore, Ait El Hajjam Brahim, quarantasettenne titolare dell’impresa 'Veneto pavimenti Sas' di Treviso si accasciava al suolo stendendo il calcestruzzo nel parcheggio di una scuola in provincia di Bologna lasciando orfani 3 figli e vedova la moglie. Il Veneto ha emanato il decreto che mira a tutelare la salute dei lavoratori che svolgono attività all’aperto nella giornata di ieri. Sempre in Veneto e sempre ieri, precisamente a Tezze sul Brenta (Vicenza), intorno alle ore 15.00 due operai sono stati colti da malore mentre lavoravano dentro una buca. Uno dei due è in coma all’Ospedale di Bassano del Grappa. Ad oggi sono 13 le Regioni italiane che hanno consentito l’entrata in vigore delle norme anti-calore: Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Abruzzo, Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. Le vittime citate sono solo le ultime in ordine cronologico ma invito tutti a riflettere su quanti, in questo momento, continuino a lavorare nei campi del nostro Paese sottotraccia, nella voragine silenziosa del sommerso". Lo dice all'Adnkronos/Labitalia il presidente nazionale Anmil, Antonio Di Bella, commentando l'entrata in vigore delle norme anti calore "Morire sul lavoro – sottolinea – è un dramma che mai troverà giustificazione. Una notizia, un moto di denuncia che, con cadenza giornaliera, anima l’indignazione e la protesta di quanti, come Anmil, lottano ogni giorno per porre fine alla strage. Invito ancora tutti a riflettere sul fatto che dietro le vittime accertate dalla cronaca, oltre al silenzio destinato al mondo del sommerso, esiste ancora un altro tipo di silenzio: quello relativo a quanti, a causa dell’esposizione ad agenti altamente nocivi – quali le temperature altissime che sentiamo sulla nostra pelle in questi giorni – contraggono malattie professionali tra le più lesive".  "Come Associazione – avverte – che da oltre 80 anni tutela le vittime degli incidenti sul lavoro e i loro superstiti, non smetteremo mai di ribadire quanto le normative anti-caldo dovrebbero diventare un automatismo all’arrivo della stagione estiva, scrivendo – una volta per tutte – un piano strutturale".  "Com’è possibile si chiede il presidente Di Bella – che lo scorso 27 giugno, solo per citare un esempio, non fosse in vigore alcuna normativa in una Regione come la Sardegna che, in alcune zone, ha raggiunto picchi di 41°? Sono settimane che il termine 'bollino rosso' è tornato a troneggiare in quotidiani e telegiornali". "E ancora – aggiunge – la fascia oraria di stop lavorativo più largamente diffusa, quella tra le ore 12.30 e le ore 16.00, si ritiene realmente efficace? Crediamo, invece, che una norma che consenta il ricorso agli ammortizzatori sociali per i dipendenti delle realtà che operano in esterno nel periodo estivo rappresenti un atto doveroso per favoreggiare la rapidità dell’attuazione di questi meccanismi di prevenzione e di tutela della salute dei lavoratori sostenendo il lavoro delle aziende". "In serata – ricorda – il ministro Calderone ha convocato le parti sociali per la sottoscrizione di un 'protocollo caldo' contenente misure di attenzione per i lavoratori esposti ad alte temperature. Un atto necessario e doveroso ma che arriva con un ritardo che uccide". —lavoro/sindacatiwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Ucraina, Cremlino plaude a stop Usa a missili per Kiev: “Con meno armi fine guerra più vicina”

(Adnkronos) –
Fornire meno armi all'Ucraina avvicina la fine della guerra con la Russia. Questa la reazione del Cremlino all'annuncio dello stop alla consegna di alcuni tipi di armi a Kiev da parte americana. "Meno armi fornite all'Ucraina, più vicina la fine dell'operazione militare speciale", ha dichiarato alla stampa il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov.  Di segno opposto la reazione ucraina che sta cercando di "chiarire" la situazione con Washington, ha fatto sapere oggi il consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, Dmytro Lytvyne, assicurando che "la comunicazione con la parte americana continua a tutti i livelli. "Stiamo attualmente chiarendo la situazione".
 Dopo l'annuncio dei tagli Kiev ha convocato l'incaricato d'affari americano al ministero degli Esteri. "Qualsiasi ritardo o rinvio nel sostegno alle capacità di difesa dell'Ucraina non farebbe altro che incoraggiare l'aggressore a continuare a condurre la guerra e il terrore, anziché cercare la pace", ha affermato il ministero ucraino in una nota. Mentre il ministero della Difesa fa sapere di non aver ricevuto alcun preavviso in merito alle annunciate riduzioni nelle forniture di armi americane. Porre fine all'invasione russa – ha quindi sottolineato – richiede un supporto "costante". "L'Ucraina non ha ricevuto alcuna notifica ufficiale in merito alla sospensione o alla revisione dei programmi di forniture per la concordata assistenza alla difesa", ha dichiarato il Ministero in una nota. "Sottolineiamo che la strada per porre fine alla guerra passa attraverso una pressione costante e congiunta sull'aggressore, nonché attraverso un continuo sostegno all'Ucraina", ha concluso. Invece dalle colonne del New York Times arriva contro l'amministrazione Trump l'accusa di aver agevolato Mosca con la sua politica del 'laissez faire. Trump con misure rimaste sottotraccia, denuncia un'approfondita inchiesta, ha aperto la strada al proliferare di compagnie di facciata che instradano fondi e componenti in Russia, inclusi chip ed equipaggiamenti militari proibiti. Nessuna nuova sanzione, da parte degli Stati Uniti nei confronti della Russia dal ritorno alla Casa Bianca del tycoon, anzi alcune misure restrittive passate alleggerite. Il risultato si vede. Se il ciclo si ferma, le sanzioni in essere perdono forza.  Il motivo è presto spiegato. Per mantenere il regime efficace, sono necessarie sanzioni "di mantenimento" per annullare gli sforzi di Mosca per aggirare le misure che penalizzano il suo sforzo bellico. Dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, l'Amministrazione Biden ne ha imposte migliaia, 6.200 in totale, con una media di 170 al mese, contro entità legate alla Russia, per colpire i nuovi modelli di evasione messi in piedi mano a mano che venivano introdotte le misure restrittive. Dall'insediamento di Trump, c'è stato uno stallo. Nel frattempo, lo scorso aprile, il dipartimento del Tesoro, a cui spetta il compito di amministrare e verificare l'attuazione delle sanzioni, ha cancellato le misure contro Karina Rotenberg, la moglie dell'oligarca Boris Rotenberg, amico di Putin dall'infanzia, premiato per la sua fedeltà e appartenenza al "circolo ristretto" del Presidente, con interessi nei settori dell'edilizia e dell'energia.  Lo scorso febbraio, il dipartimento della Giustizia ha chiuso la task force KleptoCapture, una unità istituita nel 2022 per identificare e sequestrare gli asset degli oligarchi russi sanzionati nel mondo. Lavoro di investigazione che ha portato al sequestro di yacht, proprietà immobiliari e aerei privati. Una struttura simile è invece stata istituita di recente, ma per contrastare Hamas.  L'approccio di Trump all'arte del governo è quello di imporre pressioni per fare leva e cercare di ottenere il miglior accordo possibile. Qualunque sia la ragione, con la Russia non vuole avere alcuna arma di pressione nei confronti di Putin", ha constatato Edward Fishman, ricercatore al Center on Global Energy Policy della Columbia. "Perché le sanzioni funzionino, è necessario continuare ad andare avanti solo per rimanere fermi. Senza un'opera di mantenimento continuo delle restrizioni, lo sforzo della Russia può avere la meglio, incluso con l'apertura di compagnie di facciata", ha aggiunto Elina Ribakova, economista al Peterson Institute for International Economics. Gli effetti della pressione della precedente Amministrazione su Mosca stanno quindi iniziando a sgretolarsi. Il New York Times ha individuato più di 130 aziende in Cina e Hong Kong che pubblicizzano la vendita alla Russia, con effetto immediato, di chip, inclusi nelle sanzioni. Nessuna di tali aziende è sanzionata. Laddove in precedenza, non appena facevano la loro comparsa queste compagnie di facciata, venivano subito incluse in provvedimenti restrittivi in un gioco del gatto e del topo continuo. La Hk Gst Limited, per esempio, nata a Hong Kong la scorsa estate, con un sito web online da febbraio, pubblicizza chip essenziali per i missili da crociera russi, inclusi i Kh-101 usati anche di recente contro Kiev, in un raid in cui sono rimasti uccisi dieci civili. Da una analisi degli hosting data del sito e dei dettagli di contatto, emerge la relazione dell'azienda con altri quattro distributori di componenti elettronica simili, tutti ugualmente comparsi di recente.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Clima, Ue accelera taglio emissioni: sindacati in allarme

(Adnkronos) – La Commissione Europea non lascia ma raddoppia. La von der Leyen due non intende rallentare il percorso di riduzione delle emissioni climalteranti che dovrebbe portare l'Ue ad avere emissioni nette zero entro il 2050. Visto che l'Unione è sulla strada giusta per ridurre le emissioni del 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, la Commissione propone di fissare un obiettivo intermedio decisamente impegnativo: l'Ue dovrebbe ridurre le emissioni climalteranti di qui al 2040 del 90%, sempre rispetto ai livelli del 1990.  Casca a fagiuolo l'ondata di calore che sta trasformando le città europee in grandi saune d'asfalto: oggi a Bruxelles era 'canicule' allo stato puro, con 33 gradi di massima, manifestazione molto concreta del riscaldamento globale, effetto del cambiamento climatico. L'esecutivo Ue ha inserito alcune limitate flessibilità, come l'utilizzo di crediti carbonici internazionali "verificabili", nella misura del 3%.  Ma, come ha spiegato il premier belga Bart De Wever al termine del Consiglio Europeo, si tratta di decarbonizzare l'economia per ulteriori 35 punti percentuali in poco più di un decennio, presupponendo che l'obiettivo del -55% rispetto al 1990 sia raggiunto nel 2030 e non prima. Per decarbonizzare del 55% rispetto al 1990, saranno stati necessari quarant'anni; ora l'Ue dovrebbe decarbonizzare per ulteriori 35 punti percentuali in 10 anni o giù di lì, oltretutto per la parte più difficile, cioè i settori ad alta intensità energetica e produzione di emissioni, come ad esempio l'acciaio. Un ruolo importante, ha confermato il commissario al Clima Wopke Hoekstra, che ha un passato in McKinsey, la 'crème' della consulenza aziendale, lo avranno le tecnologie che consentono di catturare e rimuovere l'anidride carbonica dall'atmosfera. E altrettanto importante, se non di più, sarà il ruolo dell'energia nucleare, anche se probabilmente in percentuali leggermente inferiori rispetto ad oggi, ha spiegato un alto funzionario Ue.  Ma, visto che la domanda di energia elettrica aumenterà molto nei prossimi anni, con la progressiva elettrificazione dell'economia, la produzione da fonti nucleari dovrà aumentare, e non poco. Quello che conta, ha osservato la fonte, è "la riduzione delle emissioni climalteranti", e l'energia atomica non ne produce. La Commissione assicura anche che fornirà un quadro per raggiungere il nuovo obiettivo basato sulla "neutralità tecnologica". Per il Ppe, il responsabile in commissione Ambiente Peter Liese, della Cdu, ha salutato con favore la flessibilità prevista dalla Commissione nella proposta, che considera l'unico modo per poter sperare di avere una maggioranza in Parlamento e in Consiglio, i due colegislatori dell'Ue. Il presidente della commissione Ambiente, Antonio Decaro del Pd, ha definito l'obiettivo del -90% una "pietra miliare" verso la neutralità climatica al 2050 e ha detto che il Parlamento è pronto a fare la sua parte per approvare il nuovo target intermedio prima della Cop30 del prossimo novembre a Belèm, nello Stato brasiliano del Parà. I Paesi membri, ha spiegato De Wever, sono divisi essenzialmente in due. Nessuno, o quasi, mette in discussione l'obiettivo finale delle emissioni zero, ma una parte è prudente e, davanti ad un percorso incrementale di riduzione dei gas serra, esita, dato che non sempre le tecnologie sono disponibili o economicamente praticabili. Un'altra parte, invece, confida che l'evoluzione tecnologica segua la domanda e che, accelerando la riduzione delle emissioni, arriveranno anche le economie di scala e la conseguente riduzione dei costi.  Sul versante degli Stati membri, l'Ungheria di Viktor Orban si è già fatta sentire tramite il suo ministro degli Affari Europei, Janos Boka, che ha bollato come pura "follia" il nuovo obiettivo. Budapest non è l'unica ad essere perplessa. L'Eurofer, l'associazione delle industrie siderurgiche europee, ha sottolineato che occorrerebbe una vera "rivoluzione" per decarbonizzare così tanto in così poco tempo, e l'industria sarebbe pure pronta, ma purtroppo "non ci sono le condizioni".  Il presidente francese Emmanuel Macron ha osservato che nell'Ue sembriamo essere dei "pazzi furiosi", dato che abbiamo costretto l'industria siderurgica europea a decarbonizzare, per poi importare da fuori Ue acciaio a basso costo prodotto con metodi inquinanti. Questo paradosso ancora non è risolto e sta mettendo a dura prova, da tempo, la siderurgia europea.  Durissima la Etuc, la confederazione europea dei sindacati, di cui fanno parte per l'Italia Cgil, Cisl e Uil, e che rappresenta qualcosa come 45 milioni di iscritti. La segretaria generale, l'irlandese Esther Lynch, ha bollato come "estremamente irresponsabile" la scelta della Commissione di fissare obiettivi di decarbonizzazione senza predisporre un piano per attutirne gli impianti sulle industrie e sui posti di lavoro.  "Nel mezzo di una crisi per l'industria europea – ha affermato – che costa circa 500 posti di lavoro al giorno, è estremamente irresponsabile fissare un obiettivo più elevato senza un piano per le sue conseguenze sulle nostre industrie, sulla sua forza lavoro e sulle loro comunità". Lynch è stata molto chiara: "La recente rivelazione che l'Europa sta raggiungendo i suoi obiettivi climatici attraverso la deindustrializzazione – ha scritto – avrebbe dovuto dimostrare alla Commissione che l'ambizione non può essere misurata solo in termini di riduzione delle emissioni". Tradotto in parole ancora più semplici: per i sindacati europei, l'Ue sta decarbonizzando chiudendo le industrie inquinanti.  L'Europa, secondo Lynch, "ha bisogno di una transizione autenticamente giusta verso un'economia verde, che richiede ingenti investimenti nella creazione di nuovi posti di lavoro verdi di qualità, contemporaneamente alla graduale eliminazione dei lavori 'marroni' (in settori inquinanti, ndr) e un rinnovato diritto alla formazione durante l'orario di lavoro per prepararsi a nuove opportunità". Insomma, i sindacati europei non sono contenti, e neppure l'industria siderurgica, senza la quale ogni piano di riarmo e ogni velleità di autonomia strategica sono destinati a restare sulla carta. La Commissione sostiene di avere effettuato una valutazione d'impatto "approfondita", che nel pomeriggio è stata pubblicata: consta di cinque documenti, per un totale che supera di slancio le seicento pagine, come spesso capita con questo esecutivo. Per leggerle tutte, occorrerebbero almeno tre giorni. Effettuando una ricerca con il termine "jobs" nei cinque documenti, l'Adnkronos non ha trovato stime su quanti posti di lavoro verranno persi nell'Ue per via del nuovo target intermedio, né di quanti verranno creati, né in quanto tempo. L'agenzia ha chiesto lumi in merito alla Commissione ed è in attesa di una risposta.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Focus su qualità sanitaria regioni, dal 2019 Veneto al top e Calabria ultima

(Adnkronos) – Migliora la qualità dei Servizi sanitari regionali: il Veneto si conferma al top, la Calabria fanalino di coda. E' questa in sintesi la fotografia scattata dal XIII Rapporto Crea Sanità Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata sulle 'Performance Regionali', presentato oggi a Roma. Il report analizza – dal 2019 al 2024 – le opportunità di tutela della salute offerte ai cittadini nelle diverse regioni italiane. Lo studio è stato condotto con il contributo di un panel di 107 stakeholder del Servizio sanitario nazionale, tra cui professionisti sanitari, produttori di farmaci e dispositivi, manager di Asl e ospedali, cittadini. Il Veneto si conferma la Regione con la migliore performance, raggiungendo il 55% del massimo teorico possibile, seguito dalla Provincia Autonoma di Trento con il 50%. La Calabria, invece, si posiziona all’ultimo posto con il 23%. Nonostante il divario tra Nord e Sud Italia rimanga significativo, si osserva una progressiva riduzione delle disparità, con un miglioramento più marcato nelle regioni del Mezzogiorno. Tra queste, la Campania ha registrato l’incremento più rilevante, seguita da Abruzzo e Molise.  Un aspetto innovativo dello studio è l’introduzione di un’indagine sulla soddisfazione dei cittadini, che ha misurato l’esperienza degli utenti con i Servizi sanitari regionali. Il Trentino-Alto Adige si distingue per la maggiore soddisfazione, con un punteggio medio di 8,1 su una scala da 0 a 10, mentre le regioni del Mezzogiorno, come Puglia e Basilicata, registrano i livelli più bassi, pari a 6,5. La correlazione tra l’indice di performance e la soddisfazione dei cittadini dimostra che una migliore performance genera maggiore soddisfazione. Nel complesso, la correlazione tra l’indice di performance e il livello di soddisfazione dei cittadini risulta essere forte per le aree assistenziali ospedaliere (0,79) ed ambulatoriali (0,80), bassa per le aree del sociale e della non autosufficienza (0,55), ed intermedia per l’assistenza primaria e l’accesso al farmaco (0,64). Per questi ultimi due aspetti la soddisfazione è generalmente alta in tutto il Paese, senza particolari criticità.  Lo studio ha inoltre analizzato la qualità della vita correlata alla salute, evidenziando che il Trentino-Alto Adige si conferma al vertice con un valore di 0,938, mentre l’Umbria registra il valore più basso, pari a 0,840 Qaly (unità di misura impiegata nell'analisi costi-utilità che combina insieme la durata della vita con la qualità della stessa). Secondo il report, la qualità della vita non è strettamente legata alla performance sanitaria: alcune regioni del Sud, pur avendo livelli di performance sanitaria bassi, registrano una qualità della vita più alta rispetto a regioni più performanti. Questo fenomeno è attribuibile a fattori culturali, educativi e ambientali, oltre che alle diverse aspettative dei cittadini. Inoltre, è stata condotta un’analisi sulla sostenibilità dei Servizi sanitari regionali, identificando le 9 regioni più resilienti: Piemonte, Lombardia, P.A. di Trento, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Abruzzo. La correlazione tra Performance e soddisfazione dei cittadini sottolinea – riporta una nota – l’importanza di investire in politiche sanitarie mirate per migliorare l’efficienza e l’equità del sistema.  —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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L’appello di Papa Leone XIV: “La terra sta cadendo in rovina, ferite dovute al peccato”

(Adnkronos) – "In diverse parti del mondo è ormai evidente che la nostra terra sta cadendo in rovina". È il grido di allarme del Papa nel messaggio per la X Giornata mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, che sarà celebrata lunedì 1 settembre 2025, sul tema 'Semi di Pace e di Speranza'. "Ovunque – osserva papa Leone – l’ingiustizia, la violazione del diritto internazionale e dei diritti dei popoli, le diseguaglianze e l’avidità da cui scaturiscono producono deforestazione, inquinamento, perdita di biodiversità. Aumentano in intensità e frequenza fenomeni naturali estremi causati dal cambiamento climatico indotto da attività antropiche senza considerare gli effetti a medio e lungo termine della devastazione umana ed ecologica portata dai conflitti armati". "Sembra che manchi ancora la consapevolezza che distruggere la natura non colpisce tutti nello stesso modo: calpestare la giustizia e la pace – evidenzia il Pontefice – significa colpire maggiormente i più poveri, gli emarginati, gli esclusi. È emblematica in tale ambito la sofferenza delle comunità indigene. E non basta: la natura stessa talvolta diventa strumento di scambio, un bene da negoziare per ottenere vantaggi economici o politici. In queste dinamiche, il creato viene trasformato in un campo di battaglia per il controllo delle risorse vitali, come testimoniano le zone agricole e le foreste divenute pericolose a causa delle mine, la politica della "terra bruciata, i conflitti che scoppiano attorno alle fonti d’acqua, la distribuzione iniqua delle materie prime, penalizzando le popolazioni più deboli e minando la stessa stabilità sociale".  "Queste diverse ferite – l'analisi del Papa – sono dovute al peccato. Di certo non è questo ciò che aveva in mente Dio quando affidò la Terra all’uomo creato a sua immagine. La Bibbia non promuove 'il dominio dispotico dell’essere umano sul creato'. La giustizia ambientale – implicitamente annunciata dai profeti – non può più essere considerata un concetto astratto o un obiettivo lontano. Essa rappresenta una necessità urgente, che va oltre la semplice tutela dell’ambiente. Si tratta, in realtà, di una questione di giustizia sociale, economica e antropologica. Per i credenti, in più, è un’esigenza teologica, che per i cristiani ha il volto di Gesù Cristo, nel quale tutto è stato creato e redento. In un mondo dove i più fragili sono i primi a subire gli effetti devastanti del cambiamento climatico, della deforestazione, e dell’inquinamento, la cura del creato diventa una questione di fede e di umanità". Papa Prevost ammonisce: "È ormai davvero il tempo di far seguire alle parole i fatti". Quindi parla del progetto 'Borgo Laudato si' a Castel Gandolfo: "Tra le iniziative della Chiesa che sono come semi gettati in questo campo, desidero ricordare il progetto 'Borgo Laudato Si’', che Papa Francesco ci ha lasciato in eredità a Castel Gandolfo, come seme che può portare frutti di giustizia e di pace. Si tratta di un progetto di educazione all’ecologia integrale che vuole essere un esempio di come si può vivere, lavorare e fare comunità applicando i principi dell’Enciclica Laudato si’. L’Enciclica Laudato si’ ha accompagnato la Chiesa Cattolica e molte persone di buona volontà per dieci anni: essa continui a ispirarci e l’ecologia integrale sia sempre più scelta e condivisa come rotta da seguire. Così si moltiplicheranno i semi di speranza, da “custodire e coltivare” con la grazia della nostra grande e indefettibile Speranza, Cristo Risorto. Nel suo nome invio a tutti voi la mia benedizione". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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La Polizia di Stato della Questura di Campobasso intensifica l’azione di contrasto dei reati sul territorio

Nelle ultime settimane, la Polizia di Stato di Campobasso ha intensificato le attività di prevenzione nell’ambito della pubblica sicurezza, adottando una serie di misure volte a contrastare reati di vario genere, in particolare quelli di natura predatoria e contro la persona.

Grazie all’attività della Divisione Polizia Anticrimine della Questura, sono stati emessi 12 provvedimenti di Avviso Orale nei confronti di soggetti con precedenti penali a carico, autori di condotte caratterizzate da segni di progressione criminosa. Con tali misure è stato intimato loro di astenersi dalla commissione di ulteriori illeciti, pena l’irrogazione di sanzioni più severe.

Sono stati emessi inoltre 6 fogli di via obbligatori con divieto di ritorno in alcuni comuni della provincia nei confronti di altrettanti individui con precedenti penali o di polizia, rintracciati in località distanti dalla propria residenza senza una valida giustificazione.

Per contrastare invece comportamenti violenti attuati nei centri abitati e connessi al fenomeno della  “mala movida”, sono stati emessi 3 D.A.C.ur (divieto di accesso ai centri urbani) finalizzati ad impedire l’accesso a determinati esercizi pubblici o lo stazionamento nelle aree adiacenti per un periodo prestabilito, riducendo i rischi di episodi di violenza  e disturbo della quiete pubblica.

Infine, sono stati avviati 6 procedimenti di Daspo “fuori contesto” nei confronti di soggetti  già denunciati o condannati per reati specifici quali spaccio, possesso di armi, reati contro il patrimonio o la persona, attraverso i quali viene impedito agli stessi l’accesso alle manifestazioni sportive.

L’intensificazione dei controlli e dell’azione di contrasto ha consentito di circoscrivere gli sporadici episodi violenti e di intervenire con tempestività, individuando gli autori. Attraverso l’applicazione costante delle misure di prevenzione si riescono ad ottenere risultati immediati che permettono di rassicurare i cittadini.

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Ricerca: nutraceutica alleata donne con diabete gestazionale, con due alghe meno insulina

(Adnkronos) – La nutraceutica può essere molto utile nei casi di diabete gestazionale. Può, infatti, contribuire a limitare, e in alcuni casi a evitare, il ricorso alla somministrazione di insulina nelle donne con diabete gestazionale. L’utilizzo del nutraceutico si è dimostrato sicuro e ha contribuito a controllare il livello della glicemia in particolare postprandiale. E’ quanto ha evidenziato una ricerca osservazionale condotta in Italia i cui risultati preliminari sono stati presentati di recente a Milano al '9th Ame Diabetes Update-Fra Linee Guida e Frontiere Terapeutiche'. I dati preliminari di questo studio sono stati al centro di una speciale sessione dell’evento dedicata alla nutraceutica.  "Il diabete gestazionale risulta essere in forte crescita nel nostro Paese – spiega Olga Eugenia Disoteo, Sc Endocrinologia, diabetologia, dietetica e nutrizione clinica, Asst Lariana e responsabile scientifico del Congresso dell’Associazione medici endocrinologi -. Il diabete gestazionale riconosce molte cause, dall’obesità, all’insulinoresistenza, all’alimentazione ricca di alimenti ultraprocessati, all’età più avanzata delle donne in gravidanza al ricorso a tecniche di procreazione assistita. Si calcola che oltre il 40% delle donne che sviluppano diabete gestazionale abbia più di 35 anni. Gli elevati livelli di zucchero nel sangue possono aumentare il rischio di complicanze sia per il bambino che per la madre. Più del 20% delle future mamme al momento della diagnosi è in sovrappeso o obeso. Il diabete gestazionale aumenta la morbilità e la mortalità materne e fetali. I neonati sono a rischio di distress respiratorio, ipoglicemia, ipocalcemia, iperbilirubinemia, policitemia e iperviscosità. Le mamme di sviluppare diabete mellito tipo 2 più precocemente e di aumentato rischio cardiovascolare".  "Il Gdue, nutraceutico composto dagli estratti di due alghe marine (Ascophyllum nodosum e Fucus vesiculosus) e da Cromo picolinato, possiede un meccanismo di azione efficace, inibisce l’attività degli enzimi che scindono gli zuccheri e gli amidi rallentando l’assorbimento dei carboidrati – prosegue Disoteo -. In vari studi clinici ha dimostrato di ridurre i picchi glicemici post prandiali mantenendoli nel range di normalità. Viene per questo già utilizzato per la prevenzione del diabete e come adiuvante nelle diete volte a ridurre l’eccesso ponderale o in associazione alle terapie specifiche per il diabete per potenziarne l’azione. Anche nelle donne con ovaio policistico Gdue sembra garantire un miglioramento del quadro sindromico. Questo estratto algale non viene assorbito a livello intestinale e questo aspetto è particolarmente importante nella donna in gravidanza a tutela della donna e del nascituro. L’azione di controllo della glicemia si esplica a livello del lume intestinale. Qualora la sua azione non fosse sufficiente a ottimizzare il controllo glicemico, che in gravidanza è stringente e richiede il raggiungimento di obiettivi particolarmente bassi, può essere associato a terapia insulinica. Ridurre dose e la frequenza della somministrazioni di insulina in gravidanza è sicuramente un grande vantaggio per la donna, che vive sempre con ansia la terapia insulinica in questo momento della vita così delicato". Inoltre "la terapia insulinica richiede conoscenze e addestramento che spesso sono difficili da trasmettere in un periodo di tempo breve come quello che intercorre tra il riscontro di diabete gestazionale e la necessità di ottimizzare il compenso glucidico – sottolinea Disoteo -. In conclusione i nutraceutici come Gdue rappresentano un’opzione di utilizzo rilevante e con delle ottime potenzialità che devono essere consolidate e riconosciute con osservazioni cliniche sempre più numerose".  —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Campobasso/Interruzione idrica domani giovedì 3 luglio, le zone interessate

Molise Acque comunica che nella giornata di domani giovedì 3 luglio 2025 verrà effettuata una riparazione su una condotta
adduttrice principale in Comune di Campobasso, località “Lama bianca”.

In conseguenza di tale intervento si verificheranno interruzioni di flusso idrico in ingresso al serbatoio “Calvario” in Comune di Campobasso.
Potranno, inoltre, verificarsi disservizi sulle utenze collegate sulle condotte Moliseacque in zona “Taverna del cortile”, “Taverna vecchia”, “Lama Bianca”, “Tappino”, “Casermette”, “S. Lucia” e “Coste di Oratino” in Comune di Campobasso oltre che sugli allacci forniti dalle condotte Moliseacque presenti nei Comuni di Ripalimosani e Mirabello Sannitico.

Si prevede il ripristino del flusso idrico nella serata del 3 luglio 2025 salvo imprevisti.

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Al via a Castel del Giudice ReStartApp: sei i giovani aspiranti imprenditori selezionati per l’edizione 2025

Sono sei i giovani aspiranti imprenditori selezionati per l’edizione
2025 di ReStartApp, il Campus di formazione, incubazione e accelerazione per le giovani imprese del
territorio appenninico italiano, promosso da Fondazione Edoardo Garrone in collaborazione con il Comune
di Castel del Giudice e un’ampia rete di partner locali.
Arrivano da diverse parti d’Italia — non solo dal Molise, ma anche da Liguria, Campania, Lazio e Umbria —
con una età media inferiore ai 28 anni, tra i 24 e i 36 anni, e sono in prevalenza laureati. Tra loro, 4 donne
e 2 uomini. I loro progetti spaziano dal foodtech alla nutraceutica, dalla green economy al turismo
esperienziale, uniti dalla volontà di costruire imprese innovative e sostenibili in Appennino.
Aliai Ansaldi, da Rapallo (GE), sogna un’oasi nel bosco per un turismo rurale sostenibile ispirato alla
permacultura, con proposte di attività tra cultura e benessere; Arianna De Lisa, dalla provincia di Salerno,
punta a valorizzare le mele antiche molisane trasformandone gli scarti in cosmetici, nutraceutici e
integratori naturali; Rocco Di Mambro, da Isernia, vuole produrre e distribuire pane fresco fatto con grani
autoctoni tramite vending machine nei piccoli centri abitati dell’Appennino. Da Bruxelles, con radici a
Campobasso, arriva Mariapia Muccigrosso che nei borghi dell’Alto Molise intende proporre esperienze
culturali e turistiche immersive, in cui le comunità locali diventano protagoniste di una narrazione
collettiva, mentre Andrea Sodano, napoletano, vuole sviluppare un innovativo macchinario industriale per
trasformare farine da cereali alternativi, legumi e varietà locali in prodotti da forno. Infine, da Terni arriva
Gemma Vallorani con l’idea di produrre una linea di prodotti plant-based (dai formaggi vegetali agli snack)
nata per coniugare gusto, sostenibilità e filiera corta, e ispirata alla collaborazione con agricoltori locali.
I sei partecipanti iniziano oggi un percorso intensivo di 10 settimane – 8 in presenza e 2 a distanza – che
fino al 3 ottobre (con una pausa nel mese di agosto) li accompagnerà nella definizione, sviluppo e
consolidamento dei propri progetti imprenditoriali. Formazione in aula, laboratorio di creazione e sviluppo
d’impresa, esperienze, testimonianze e casi di successo saranno focalizzati sulle specifiche idee di impresa
dei partecipanti, per tradurre i progetti in Business Plan completi, strutturati ed economicamente
sostenibili. La formula residenziale offre ai partecipanti un’esperienza di socialità e di confronto con il
territorio e la comunità locale. Al termine dei lavori del Campus è prevista, inoltre, una fase di supporto e
consulenza a distanza condotta dai docenti per finalizzare la stesura definitiva del proprio Business Plan.
Per agevolare la realizzazione dei tre migliori progetti, Fondazione Edoardo Garrone metterà infine a
disposizione tre premi di startup per un valore complessivo di 60.000 euro e un servizio di consulenza
gratuita post Campus della durata di un anno per i più meritevoli.

“Quella del 2025 è un’edizione di ReStartApp che rappresenta efficacemente la direzione in cui stiamo
andando: imprese giovani, radicate nei territori, ma capaci di parlare un linguaggio contemporaneo, che
unisce sostenibilità, tecnologia, innovazione e impatto sociale” afferma Francesca Campora, direttore
generale della Fondazione Edoardo Garrone. “Le idee dei partecipanti di quest’anno ci dimostrano infatti,
ancora una volta, che l’Appennino può diventare davvero – anzi, è già – laboratorio di sperimentazione e
innovazione diffusa. Il nostro ruolo, insieme ai tanti partner nazionali e territoriali che credono nella nostra
stessa visione, è quello di accompagnare questi giovani, preparati e motivati, nella costruzione di modelli di
impresa replicabili, solidi e coerenti con una nuova idea di sviluppo sostenibile delle aree interne, e del Paese
intero”.
“Per Castel del Giudice, ospitare ReStartApp 2025 rappresenta, grazie alla Fondazione Garrone, una grande
opportunità di crescita culturale”, sottolinea il sindaco di Castel del Giudice, Lino Gentile. “Siamo orgogliosi
di accogliere giovani aspiranti imprenditori da tutta Italia che scelgono di investire tempo, energie e
creatività per immaginare innovativi percorsi imprenditoriali, lasciandosi alle spalle consapevolmente il
vittimismo rinunciatario. Questi progetti dimostrano che l’Appennino non è una periferia dimenticata, ma
un luogo vivo e generativo, capace di attrarre talenti e costruire futuro. Come amministrazione, siamo
convinti che iniziative come questa siano strumenti fondamentali per restituire la centralità alle aree interne
attraverso percorsi di innovazione e sostenibilità”.
“ReStartApp rappresenta un momento di grande significato per la nostra provincia e per tutto l’Appennino”,
precisa Daniele Saia, presidente della Provincia di Isernia. “Questo progetto incarna perfettamente la
sintesi tra cultura d’impresa e cultura per i giovani, due elementi fondamentali per il rilancio dei nostri
territori. La validità dell’iniziativa promossa dalla Fondazione Edoardo Garrone è testimoniata dai risultati
concreti già ottenuti nelle precedenti edizioni. Oggi, con l’avvio di questa nuova fase che avrà il suo fulcro
nel borgo di Castel del Giudice, guardiamo al futuro, accogliendo con entusiasmo coloro che vogliono
investire sul nostro territorio, che è ricco di opportunità. Le nostre montagne, i nostri borghi, le nostre
tradizioni rappresentano un patrimonio unico che può diventare il motore di una nuova economia
sostenibile e innovativa”.
ReStartApp è promosso da Fondazione Edoardo Garrone nell’ambito dell’edizione 2025 di Progetto
Appennino, realizzata in collaborazione con il Comune di Castel del Giudice, capofila di un ampio
partneriato composto da GAL Alto Molise, Provincia di Isernia, Confcooperative Molise, Legacoop Molise,
CIA – Agricoltori Italiani Molise, Caseificio Di Nucci, Marinelli Pontificia Fonderia di Campane, UNIMOL –
Università degli Studi del Molise, Centro Biocult e Casa Frezza.
Intorno al Progetto Appennino si conferma infine il coinvolgimento attivo di una consolidata rete di
partner istituzionali, che affiancano Fondazione Edoardo Garrone e ne condividono l’impegno per la
riqualificazione delle aree interne del nostro Paese, quali Fondazione Symbola, Legambiente, UNCEM,
Alleanza Mobilità Dolce, CAI – Club Alpino Italiano, Fondazione CIMA, Open Fiber, Tiscali e PEFC Italia.
Dal 2014, in 14 edizioni complessive, gli incubatori per giovani imprenditori della montagna ReStartApp e
ReStartAlp, realizzati da Fondazione Edoardo Garrone in diverse aree degli Appennini e delle Alpi, hanno
affiancato di più di 160 partecipanti e supportato l’avvio di oltre 60 imprese sui territori montani, da Nord
a Sud Italia.

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