sabato, Luglio 5, 2025
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Università Tor Vergata, simulazione per aspiranti medici e odontoiatri con ‘Testa il Test’

(Adnkronos) – Per mettere alla prova la propria conoscenza in vista dell’auspicabile ammissione ai corsi di laurea alle Professione sanitarie, anche quest’anno Roma Tor Vergata offre la possibilità di testare la propria preparazione e la capacità di gestire tempo/stress organizzando una simulazione gratuita. Il prossimo 23 luglio 2025 – informa una nota – gli studenti al quarto o all’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado che stanno valutando di iscriversi ad un Corso di Laurea Triennale delle Professioni Sanitarie potranno partecipare a una simulazione gratuita online. Le iscrizioni sono aperte fino al 21 luglio: basta cliccare sul sito 'Testa il test' di Tor vergata, dove ci sono anche tutti i dettagli e il programma dell’iniziativa.  La prova effettiva di ammissione ai corsi di laurea delle Professioni sanitarie si svolgerà invece lunedì 8 settembre 2025. Per maggiori informazioni sulla prova di ammissione è necessario consultare il Bando di concorso per l’ammissione ai Corsi delle Professioni sanitarie a.a. 2025/2026, che verrà pubblicato sul sito ufficiale di Lauree Sanitarie di Roma Tor Vergata.  Il progetto 'Testa il Test' dell'Università di Roma Tor Vergata, che simula il test di ammissione a Medicina e Odontoiatria, è stato lanciato per la prima volta nel 2014. La prima edizione si è infatti svolta il 7 marzo di quell'anno, riscontrando da subito una forte partecipazione da parte degli studenti. Per info e supporto scrivere a testailtest@uniroma2.it —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Annicchiarico (Veneto): “Primi nonostante concentrazione polveri sottili”

(Adnkronos) – "Guardando gli indicatori del Veneto, saltano agli occhi alcuni elementi di grande rilevanza: uno è il concetto, ampiamente sottolineato anche oggi, di un approccio One Health, che non si concentra solo sull’analisi di quello che i servizi offrono, ma anche su come l'intera società possa adottare comportamenti e politiche che vadano nella direzione di una buona salute". Lo ha detto Massimo Annicchiarico, direttore generale dell’Area sanità e sociale di Regione Veneto, in occasione della presentazione – oggi a Roma – del XIII Rapporto Crea Sanità Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata sulle 'Performance Regionali'. Negli ultimi 5 anni migliora la qualità dei servizi sanitari regionali, soprattutto al Sud, secondo il rapporto, ma è comunque il Veneto a raggiungere la migliore performance con un indice pari al 55%. La sanità della Regione si è dimostrata resiliente nella sostenibilità, rispettando oltre il 70% dei criteri di qualità. "Uno degli indicatori che fa peggiorare la performance del Veneto è la concentrazione di polveri sottili – spiega Annichiarico – un problema per il quale non solo noi abbiamo avuto anche una procedura d'infrazione europea. Questo fa capire quanto si possa agire su ambiti diversi, in questo caso l'ambiente, per migliorare la percezione di salute dei cittadini. Il senso di salute dei cittadini risente, ed è giusto che sia così, delle politiche intersettoriali e della prevenzione primaria. Quest’ultima, poi, non la fa principalmente il servizio sanitario, quanto piuttosto la società nel suo insieme, le istituzioni, le politiche di mobilità, l'impiego, la scuola. Quindi è uno sforzo che riguarda le istituzioni tutte".  Il "secondo elemento di analisi rispetto al margine di miglioramento" è quello relativo "all’ambito socio sanitario, all’interno del quale c'è sicuramente uno spazio di crescita importante per le politiche di co-progettazione, che interessano non solo il servizio sanitario, ma anche gli enti locali e le associazioni dei gestori di servizio e dei cittadini. Queste politiche portano a co-progettare i servizi che, oltre ai benefici di ordine economico, come si è abituati a fare nel sociale, devono garantire progettualità utili, soprattutto per ambiti come quello relativo ai non autosufficienti. Deve esserci – conclude – una vera capacità di cogliere ciò che le famiglie ritengono prioritario, piuttosto che interventi che a volte rischiano di essere indifferenziati e a pioggia, non cogliendo però la necessità reale". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Donetti (Umbria): “Avanti con il Piano sociosanitario regionale”

(Adnkronos) – Per "migliorare la qualità della vita percepita" in Umbria "è necessario cambiare l'approccio e, a nostro avviso, lo stiamo già facendo con la costruzione del Piano sociosanitario regionale, all'interno del quale c'è anche il Piano sociosanitario territoriale. L'aspetto territoriale è infatti molto importante, come dimostrano gli indici oggi presentati". Lo ha detto Daniela Donetti, direttore Salute e Welfare di Regione Umbria, in occasione della presentazione – oggi a Roma – del XIII Rapporto Crea Sanità Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata sulle 'Performance Regionali' che fotografa lo stato di salute dei Ssr tra il 2019 e il 2024.  Lo studio ha analizzato, tra i vari aspetti, la qualità della vita correlata alla salute, evidenziando che il Trentino-Alto Adige si conferma al vertice con un valore di 0,938, mentre l’Umbria registra il valore più basso, pari a 0,840 Qaly (unità di misura impiegata nell'analisi costi-utilità che combina insieme la durata della vita con la qualità della stessa). Non solo, secondo il report, l'Umbria offre una tutela socio sanitaria media ed è tra le 9 Regioni resilienti per la sostenibilità, superando il 70% dei criteri di qualità. Nonostante la soddisfazione per i servizi, come l'accesso ai farmaci e l'assistenza primaria, la qualità della vita percepita è bassa e non ha mostrato progressi negli ultimi 5 anni. "Abbiamo condiviso con i sindaci l’approccio, sottolineando anche che la persona non è divisa tra performance sanitarie e performance sociali, ma deve essere considerata nella sua complessità dei bisogni. Questo è l'approccio vero" conclude. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Qualità regioni, Bordon (Liguria): “Al lavoro per migliorare performance”

(Adnkronos) – "Molto spesso c'è la necessità di personalizzare il tipo di servizio per andare incontro alle necessità delle persone non autosufficienti. Questa è la traccia di lavoro su cui la Regione Liguria pensa di riorganizzare i propri servizi nei prossimi anni, così da essere più performante e più vicina a chi ha bisogno di servizi sanitari e socio sanitari". Lo ha detto Paolo Bordon, direttore generale del Dipartimento sanità e servizi sociali di Regione Liguria, in occasione della presentazione – oggi a Roma – del XIII Rapporto Crea Sanità Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata sulle 'Performance Regionali'. "Si deve inoltre tener conto che la Liguria ha la popolazione più anziana d'Italia – aggiunge – con l’indice regionale di vecchiaia più alto a livello europeo. Questo è un tema che impegna l'organizzazione e spinge sempre più verso l'integrazione tra servizi sanitari e socio sanitari. Questo è il lavoro che dobbiamo continuare a fare con decisione". Secondo lo studio che si basa non solo sui Lea per misurare l'universalità e l'equità, ma anche sui risultati raggiunti in una serie di indicatori selezionati, come l'assistenza ospedaliera, la specialistica ambulatoriale e la prevenzione, la Liguria ha un indice di performance del 42-48%, con buone prestazioni nella tutela socio-sanitaria, e guadagna quindi posizioni nel ranking generale, con miglioramenti nel periodo 2019-2024. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Microsoft taglia 9000 dipendenti, da inizio anno 65mila dipendenti in meno nel tech americano

(Adnkronos) –
Microsoft è pronta a tagliare altri 9000 dipendenti. La notizia merita una breaking news sul sito di Bloomberg e inizia a fare rapidamente il giro del web. E' la seconda ondata di tagli al personale quest'anno, pari al 4% del totale dei dipendenti, e segnala un trend che le big tech stanno alimentando anche in conseguenza del massiccio ricorso all'intelligenza artificiale. L'obiettivo dichiarato è il taglio dei costi. Ma le parole che un portavoce del gruppo ha affidato all'agenzia americana dicono di più: "Continuiamo a implementare i cambiamenti organizzativi necessari per posizionare al meglio l’azienda e i team per il successo in un mercato dinamico".  I cambiamenti organizzativi necessari fanno riferimento alla rapida evoluzione delle mansioni e delle competenze necessarie. Sempre più automatizzate, sempre meno umane. Si dice sempre che l'intelligenza artificiale sia un fattore che da una parte rende non più utili, o quantomeno non più economicamente convenienti, alcuni profili mentre dall'altra favorisce l'affermazione di altri profili. Il problema è sempre il saldo finale.  
Posizionare al meglio l'azienda e i team per il successo vuol dire ragionare su come allocare le risorse a disposizione e, evidentemente, anche su come e quante tagliarne per far tornare i conti. Quando invece si parla di mercato dinamico, con un riferimento all'agilità necessaria per muoversi, il tema si allarga dal singolo gruppo a un settore che sta vivendo, da anni, una progressiva ristrutturazione. E che ora vive una nuova fase di incertezza legata anche alle conseguenze dei dazi voluti dal presidente americano Donald Trump.  Il
sito layoffs

tiene costantemente aggiornata la contabilità dei licenziamenti nel settore tech americano: senza contare i 'nuovi' 9000 di Microsoft, dall'inizio del 2025 sono già quasi 65mila, 63.823 per la precisione, i lavoratori licenziati. Numeri che evidenziano una corsa continua a rincorrere obiettivi e aggiustare la produzione secondo le esigenze imposte dai cambiamenti del mercato. Scorrendo la lista delle aziende che hanno tagliato, si trovano casi eclatanti per dimensione del taglio, come Intel con il 20% del proprio personale, circa 22.000 persone, o Dell con 12mila. Ma ci sono dentro anche tante altre grandi aziende tra cui Meta, -5% del personale con 3.600 dipendenti, Salesforce e Amazon. (Di Fabio Insenga)

 —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Sean ‘Diddy’ Combs, il verdetto: colpevole per prostituzione ma assolto dalle accuse più gravi

(Adnkronos) – Sean "Diddy" Combs colpevole per reati legati alla prostituzione, ma assolto dalle accuse più gravi: traffico sessuale e associazione a delinquere, evitandogli la condanna all'ergastolo. La sentenza è stata emessa da una giuria federale di New York al termine di un processo durato sette settimane, con ex fidanzate che hanno testimoniato di essere state abusate fisicamente e sessualmente da lui, costrette ad avere rapporti sessuali con altri uomini. Il rapper era stato accusato di cinque capi d'imputazione: un capo d'imputazione per associazione a delinquere e due capi d'imputazione per traffico sessuale e trasporto a fini di prostituzione. È stato dichiarato non colpevole delle accuse di associazione a delinquere e traffico sessuale. 
Combs, che si è dichiarato non colpevole di tutte le accuse, alla lettura della sentenza era in aula, così come anche la madre e la sorella. Ora rischia una pena fino a 20 anni di carcere. Se fosse stato condannato per uno qualsiasi degli altri capi d'accusa, il 55enne avrebbe potuto affrontare fino all'ergastolo. L'avvocato di Combs, Marc Agnifilo, ha chiesto al tribunale di rilasciare il suo assistito dalla detenzione federale, dove si trova da quasi un anno, e tornare nella sua casa a Miami dietro il pagamento di una cauzione di un milione di dollari. Il procuratore Maurene Comey ha invece chiesto che Combs resti in carcere e annunciato che chiederà per lui una pena detentiva di 20 anni.  Dopo la sentenza P. Diddy si è inginocchiato, la testa appoggiata alla sedia e le mani giunte in preghiera. Una volta rialzato ha applaudito, mentre i suoi avvocati si sono abbracciati. ''Mamma ti amo'', ha poi urlato rivolto alla madre. ''Tesoro ti amo'', ha aggiunto verso la sorella. ''Tornerò presto a casa'', ha affermato condotto fuori dall'aula del tribunale dagli agenti della polizia giudiziaria statunitense.  Durante le sette settimane del processo i dodici giurati hanno ascoltato 34 testimoni e hanno esaminato attentamente migliaia di pagine di trascrizioni di conversazioni telefoniche e messaggi di testo nel tentativo di decidere il destino della star dell'hip-hop.  P. Diddy, il cui vero nome è Sean Combs, è stato accusato di aver costretto alcune donne – tra cui la sua fidanzata dal 2007 al 2018, la cantante Cassie, e un'ex fidanzata più recente che ha testimoniato sotto lo pseudonimo di "Jane" – a partecipare a maratone sessuali con altri uomini mentre lui si masturbava o filmava. Lo ha anche accusato di aver creato una rete criminale, da lui guidata, per organizzare queste maratone, note come "freak-off".  —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Aggredito da pitbull, il racconto: “Io tra pochi sopravvissuti, vivo grazie a un passante”

(Adnkronos) – "Il mio caso ha fatto scalpore perché sono uno dei pochi sopravvissuti. Quando succedono queste cose per me significa rivivere tutto perché mi sento un eletto, uno dei pochi fortunati che ce l'ha fatta". All'indomani del caso dei due fratellini di 8 e 10 anni, azzannati da un cane in una villetta a Lavinio sul litorale di Roma, Antonio Francone, sopravvissuto alla vigilia di Capodanno scorso a Palmi (Reggio Calabria) all'aggressione da parte di un pitbull, racconta all'Adnkronos quei drammatici momenti: "Il 31 dicembre, come ogni pomeriggio dopo il lavoro, ho portato il mio cane – che è molto anziano e ha problemi di deambulazione – in un terreno agricolo recintato che ho in una zona periferica di Palmi. Verso le 18 volevo preparare l'auto per caricare il cane e tornare a casa, ma purtroppo ho avuto solo modo di aprire il cancello: appena l'ho fatto un pitbull, che era libero e senza nemmeno il collare, mi ha immediatamente aggredito".  L'animale, ricorda, "mi ha puntato direttamente al collo; io ho girato la testa verso sinistra e istintivamente ho messo la mano davanti, ma il cane, in un solo colpo, mi ha azzannato l'orecchio, la mano e il naso". Sono stati istanti terribili e concitati: "Il mio smartwatch ha registrato una frequenza cardiaca di 223, non riuscivo a stare in piedi. Mi sono difeso per almeno 10 minuti: è stata una lotta impari perché ogni volta che cercavo di colpirlo – più che altro di tenerlo lontano dal collo – il cane mi colpiva altre dieci volte. Mi hanno messo 100 punti, mi hanno ricostruito l'orecchio, ho avuto grandi lacerazioni alle mani". 
Prima di perdere i sensi Francone ha visto i fari di una macchina. L'arrivo di un automobilista che ha rappresentato la sua salvezza: "Era Carlo Manule, un ragazzo che non conoscevo e che passava lì per caso, si è fermato, è sceso dalla macchina, mi ha trovato già svenuto a terra con il cane che cercava un appiglio per trascinarmi. Questo ragazzo, con una fortuna incredibile, è riuscito a trovare un pezzo di catena metallica a terra, ha avuto il coraggio di girarla due volte intorno al collo al cane che mi stava sbranando, lo ha sollevato e attaccato a una recinzione lì vicino. Ha preso in braccio e portato dentro casa prima me poi il mio cane, ha chiamato i soccorsi e mi ha salvato la vita".  Dopo l'esperienza che ha vissuto Francone non ha dubbi: "Ci vorrebbe una legge per regolamentare la gestione di questi cani, che non può avere chiunque. Io penso che i cani pericolosi, che rientrano nel decreto ministeriale, andrebbero controllati. Il cane andrebbe preso solo in allevamento e – come si fa per il porto d'armi – sia i proprietari sia cani andrebbero sottoposti a controlli periodici". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Allarme scarabeo giapponese, ha colpito Piemonte e Lombardia: perché è una minaccia

(Adnkronos) – Un insetto sta devastando orti, alberi da frutto, aree verdi e fiori in Piemonte e Lombardia, ma rappresenta una minaccia seria in tutta Europa. Ufficialmente si chiama 'Popillia japonica Newman' ma è conosciuto anche come 'scarabeo giapponese.  Si tratta di un coleottero scarabeide estremamente polifago, originario del Giappone e della Russia orientale. All’inizio del XX secolo è stato accidentalmente introdotto negli Stati Uniti e in Canada e negli anni ’70 in Portogallo (per la precisione nell’isola di Terceira nell’arcipelago delle Azzorre).  Nell’estate del 2014, è stato segnalato per la prima volta nell’Europa continentale e in particolare in Italia tra Piemonte e Lombardia in una vasta area del Parco del Ticino. Dal 2017, l’insetto è presente anche in Svizzera. "Gli adulti di Popillia japonica sono di colore verde metallizzato brillante con le elitre che non arrivano a coprire completamente il corpo di color bronzo ramato; sono di forma ovale e di dimensioni variabili da 8 a 11 mm di lunghezza e da 5 a 7 mm di larghezza. La femmina è tipicamente più grande del maschio", si legge sul sito della Regione Lombardia. C'è un elemento che consente di distinguere facilmente questa specie da altri coleotteri spesso presenti negli stessi ambienti: la presenza di ciuffi di peli bianchi (5 ai lati terminali dell’addome e 2 più ampi sulla parte terminale delle elitre). Popillia japonica è un insetto gregario e può essere ritrovato in gruppi numerosi in attività trofica o riproduttiva. Quando le temperature sono basse le larve sfuggono al freddo approfondendosi nel terreno per 10-20 cm, gli adulti invece sono attivi tra giugno e settembre con un picco di attività a metà luglio. In estate le femmine depongono le uova direttamente nel terreno o singolarmente o in piccoli gruppi; talvolta scavano una piccola galleria nei primi 10 cm di suolo per depositare le uova. 
I danni a carico delle foglie rappresentano senza dubbio il sintomo più evidente della presenza di Popillia japonica. Questi insetti si nutrono in modo gregario e iniziano generalmente dalla cima per poi scendere via via verso il basso. Quando la densità della popolazione dell’insetto è elevata, le foglie risultano scheletrizzate con la sola venatura centrale ancora integra, mentre fiori e frutti vengono quasi completamente distrutti. Le foglie così colpite imbruniscono e cadono o rimangono attaccate alla pianta. "Le larve si nutrono appena al di sotto della superficie del suolo e causano danni esclusivamente alle radici. I sintomi sono aspecifici; nel caso di tappeti erbosi infestati questi includono diradamento, ingiallimento ed avvizzimento, con la comparsa di evidenti macchie di erba morta generalmente a fine estate o all’inizio dell’autunno. Nel caso di gravi infestazioni l’intero manto erboso può andare incontro a morte", si legge ancora sul sito della Regione Lombardia. Il Popillia japonica non è pericoloso per l’uomo, ma le sue infestazioni causano ingenti perdite economiche e richiedono elevati costi di contenimento.  Al momento i Popillia japonica sono stati segnalati su più di 300 specie vegetali comprendenti alberi da frutto, essenze forestali, colture in pieno campo, ortive, piante ornamentali e piante spontanee dove si nutrono di foglie, fiori e frutti. Le larve, invece, nutrendosi delle radici preferibilmente di graminacee, possono provocare ingenti danni a prati, campi sportivi e tappeti erbosi.  A partire da luglio in Piemonte saranno effettuati i monitoraggi nella zona cuscinetto dove l’insetto non è ancora stato segnalato, ma la Regione si è già mossa a fine maggio posizionando 1200 trappole 'attract and kill' con forma a ombrello con una rete impregnata di insetticida che attirano il coleottero con esche specifiche e lo eliminano. In Lombardia sono state effettuate ispezioni visive, monitoraggi larvali, trappolaggi (sia per la cattura massale degli individui, sia per monitorare l’andamento delle popolazioni dell’insetto) e trattamenti contro larve e adulti sia mediante prodotti chimici che biologici. Inoltre sono stati adottati protocolli per la protezione dell’aeroporto di Malpensa, con particolare attenzione alle aree di carico e scarico merci e passeggeri, differenziate in funzione del rischio fitosanitario e della tipologia di area nella quale vengono applicate; e un piano ad hoc per l'area di San Siro dal momento che "le estese superfici a prato e aree verdi dell’intero quartiere, incluse le piste in erba per la corsa dei cavalli, rendono l’area di San Siro particolarmente adatta allo sviluppo di importanti popolazioni di Popillia japonica". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Sardegna, due morti per arresto cardiaco in spiaggia

(Adnkronos) – Doppia tragedia sulle spiagge del Nordest della Sardegna, dove nelle stesse ore, e a pochi chilometri di distanza, due uomini sono morti per arresto cardiaco. A Budoni un uomo di 75 anni si è sentito male nella spiaggia di Li Cuppulati: il suo cuore si è fermato e non sono serviti i tentativi di salvarlo da parte del personale dell'ambulanza del 118 e dell'elisoccorso. A una ventina di chilometri di distanza, nella spiaggia Lu Impostu di San Teodoro, i bagnanti hanno assistito a un'altra tragedia. Un uomo di 60 anni si è sentito male e gli è stato fatale un arresto cardiaco. Il medico del 118 non ha potuto far altro che constatarne il decesso. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Ostia, Fratelli d’Italia all’attacco: “‘Cancelli’ nel degrado, il Campidoglio ha fallito”

(Adnkronos) – Fratelli d'Italia all'attacco del Comune di Roma per la gestione dei 'Cancelli' a Ostia, i due chilometri di spiaggia libera del litorale romano ancora privi di servizi igienici e senza bagnini a stagione balneare abbondantemente avviata.  "La situazione delle spiagge libere tra Ostia e Torvaianica è indegna di una capitale europea, tanto più nell’anno del Giubileo. Il Comune di Roma ha completamente fallito nel garantire il minimo indispensabile per l’accoglienza e la dignità dei cittadini e dei turisti che ogni estate affollano l’area dei 'Cancelli', oggi ridotta a un luogo abbandonato, sporco, privo di servizi e in condizioni igieniche allarmanti", attacca il deputato di Fratelli d'Italia Gianluca Caramanna, responsabile del dipartimento nazionale Turismo di FdI e consigliere del ministro Santanché.  "Due chilometri di litorale gestiti dal Campidoglio, senza nemmeno un bagno pubblico funzionante, senza punti ristoro, senza assistenza, rappresentano – afferma Caramanna – non solo una vergogna dal punto di vista civile, ma anche un potenziale rischio per la salute pubblica. Le immagini e le testimonianze riportate dall'inchiesta dell'Adnkronos parlano chiaro: strutture chiuse, escrementi a cielo aperto, degrado diffuso, e un odore nauseante che rende l’esperienza al mare umiliante per migliaia di persone. Ciò che è ancora più inaccettabile è l'approssimazione con cui il Campidoglio sta affrontando la questione. La gara per l’affidamento dei servizi, che si chiude a stagione già inoltrata, è l’ennesimo esempio di gestione tardiva, che condanna i cittadini a subire le conseguenze dell’inerzia amministrativa. Roma Capitale ha avuto mesi per prepararsi, ma evidentemente non ha né la visione né le competenze per occuparsi di un tratto di costa così prezioso dal punto di vista ambientale e sociale". "Nel frattempo, i cittadini si arrangiano come possono, fra dune e vegetazione, in condizioni igienico-sanitarie che l’Ordine dei Medici e gli igienisti pubblici hanno già definito gravemente inadeguate. Un’emergenza che mette in discussione la capacità del Comune di gestire anche i servizi più elementari. È evidente che la centralizzazione della gestione del litorale da parte del Campidoglio ha portato a un peggioramento drastico delle condizioni rispetto agli anni precedenti. Serve un cambio di rotta immediato: Roma non può permettersi di presentarsi al mondo in questo stato, né può continuare a ignorare i bisogni concreti di chi vive e frequenta il mare della Capitale. Non bastano più promesse e bandi all’ultimo minuto – conclude Caramanna – serve una gestione efficiente, trasparente, e soprattutto all’altezza delle aspettative di una città che si proclama Capitale, ma che sulle sue spiagge dimostra tutta la propria inadeguatezza".  Di "uno stato di degrado inaccettabile" parla anche la senatrice di Fratelli d’Italia Cinzia Pellegrino. "Mancano i bagni pubblici funzionanti, non ci sono punti ristoro né centri di assistenza. In piena estate, quando cittadini e turisti affollano il litorale, l’immagine di Roma viene sporcata da una situazione igienico-sanitaria indegna e incivile", afferma Pellegrino in una nota.  "Questo squallore è la conseguenza di mesi di ritardi nell’affidamento dei servizi, di mancata programmazione e della totale assenza di visione da parte dell’amministrazione capitolina. Ma le responsabilità sono anche del X Municipio di Roma che, pur avendo contezza di ciò che accadeva da ben due anni, si è fatto trovare colpevolmente impreparato. Per tutte queste ragioni sostengo l’iniziativa di Fratelli d’Italia in consiglio comunale, per chiedere la convocazione urgente di un’Assemblea Capitolina Straordinaria sulla stagione balneare e sulle prospettive future, dove si possa finalmente fare chiarezza davanti ai cittadini e cercare di porre riparo ad una situazione che sta distruggendo l'economia locale e l'immagine di tutto ciò che rappresenta il mare della Capitale". Punta il dito contro il sindaco Gualteri la consigliera capitolina di Fratelli d'Italia Mariacristina Masi che attacca: "La situazione che stanno vivendo Ostia, Castelporziano e il litorale in generale nasce dalla decisione del Campidoglio di prendersi le deleghe dal Municipio X e gestire tutto a livello centrale, dando all'assessorato al Patrimonio la competenza sulle spiagge. Un passo indietro sul decentramento, che noi abbiamo contrastato: Gualtieri avrebbe dovuto prima organizzare gli uffici e poi riprendersi questa delega. E invece prima hanno ripreso la delega e adesso stanno predisponendo, con molta calma, un ufficio di scopo per il litorale".  "Solo lo scorso aprile, di fronte a una stagione balneare che comincia il 1 maggio, siamo riusciti ad avere una riunione in cui l'assessore al Patrimonio Tobia Zevi confermava che il bando per Castelporziano sarebbe uscito a giorni – spiega Masi – Dopo un mese però siamo stati costretti a scrivere nuovamente e finalmente, poche ore dopo, il bando è stato pubblicato. Con un ritardo ormai incolmabile". Tra l'altro Masi spiega che nel bando per le spiagge libere di Ostia è presente un "errore materiale" sui punteggi disponibili per essere assegnati: "Per non annullare il bando, l'errore deve essere risolto. Tra l'altro questo delle spiagge libere è un bando che stride con tutti gli altri, perché solo in questo si riconoscono dieci anni di esperienza pregressa, mentre su tutti gli altri sono solo 5".  La stessa consigliera poi era fra i promotori di "una commissione speciale litorale" che potesse coadiuvare l'assessorato al Patrimonio nel suo ruolo: anche perché, ricorda Masi, "il patrimonio del Comune di Roma è immenso e il litorale non è che si può gestire con molta facilità. Per questo abbiamo cercato una sintesi politica per poterne discutere. La nostra proposta però, dopo un anno e mezzo, è stata bocciata. Ad oggi non c'è un ufficio di scopo dedicato alla gestione delle spiagge, dei 18 chilometri di costa da gestire, dei 70 stabilimenti e dei diversi arenili liberi". Secondo la consigliera di Fratelli d'Italia quindi, il Campidoglio "è arrivato in ritardo, perché ovviamente non può uscire un bando ad aprile o neanche a febbraio, se la stagione balneare deve partire il 1° maggio. E dalla fretta che c'è stata è scaturita questa serie di errori. Per Castelporziano poi c'era l'idea di realizzare un project financing, senza rendersi conto però che il Comune di Roma è concessionario di quelle spiagge dal Quirinale. E quindi non può fare un progetto di finanza senza rispettare i criteri stabiliti dalla concessione. A quel punto l'amministrazione capitolina ha deciso di fare un bando, ma ormai – conclude Masi – era troppo tardi". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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