mercoledì, Novembre 26, 2025
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Scontro istituzionale senza precedenti: i comuni capofila di 6 ambiti sociali contro il Piano Regionale

Sei Comuni capofila degli Ambiti territoriale sociali molisani (Campobasso, Isernia, Larino, Agnone, Riccia e Venafro) hanno promosso, contemporaneamente, ricorso al Tar Molise contro la delibera di Giunta regionale n.34 del 3 giugno 2025 che ha approvato il Piano sociale regionale 2025-2027 e il Piano sociale di contrasto alle povertà 2025-2027.

Al centro dell’impugnazione vi è la riduzione degli Ambiti Territoriali Sociali da 7 a 3, operata – secondo i ricorrenti – in assenza del rispetto dei principi sanciti dalla normativa nazionale (L. 328/2000), tra cui sussidiarietà, cooperazione, efficacia, efficienza, economicità, omogeneità e autonomia degli enti locali.


I Comuni contestano che tale riorganizzazione comprometta la capacità di erogare servizi sociali nel rispetto del principio di prossimità, penalizzando le fasce più fragili della popolazione e generando squilibri nel sistema di finanziamento, soprattutto nelle aree con maggiori criticità territoriali.

A ciò si aggiunge la mancata convocazione dei presidenti dei Comitati dei Sindaci alle riunioni del Gruppo tecnico e l’esclusione dalla fase di stesura del Piano, in violazione delle procedure di consultazione, concertazione e coprogrammazione previste dalla normativa vigente e dalla stessa delibera di Giunta regionale n.88 del 19 febbraio 2024 adottata per la redazione del Piano. Una scelta che, secondo i ricorrenti, priva i Comuni delle proprie prerogative costituzionali (artt. 118 e 119 Cost.) e determina un modello di gestione inefficiente e non condiviso.

Elemento di particolare rilievo politico è il dato che i Comuni capofila di sei Ambiti su sette hanno formalizzato il ricorso, con la sola eccezione di Termoli.

A sostegno dell’iniziativa, sono state prodotte ben 66 delibere da parte dei Comuni molisani – 54 nella sola provincia di Campobasso – e tra i sindaci ricorrenti figurano anche i due presidenti delle Province di Campobasso e Isernia, nonché le delibere degli Ats di Venafro e Agnone.

Questi numeri delineano un conflitto istituzionale profondo e senza precedenti tra Comuni e Regione, che investe il cuore del sistema di welfare territoriale e pone interrogativi sulla legittimità e sull’efficacia del nuovo assetto proposto dal governo regionale.


Marialuisa Forte (sindaca di Campobasso)

Piero Castrataro (sindaco di Isernia)
Pino Puchetti (sindaco di Larino e presidente della Provincia di
Campobasso)
Daniele Saia (sindaco di Agnone e presidente della Provincia di Isernia)
Pietro Testa (sindaco di Riccia)

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Codau 2025, Righi (Dromedian): “Digitalizzazione rende processi reclutamento più trasparenti e sicuri”

(Adnkronos) – “Da sempre supportiamo gli atenei nei processi di digitalizzazione e nell’esecuzione sicura e anonima dei test attraverso tablet e un software proprietario che consente di snellire le procedure di selezione, garantendo trasparenza a tutto il processo”, ha dichiarato Daniele Righi, General Manager di Dromedian, realtà di cui Recrytera fa parte. Attiva da cinque anni nella digitalizzazione dei processi di reclutamento a supporto della pubblica amministrazione, ha deciso di prendere parte al CoDAU 2025, Convegno dei Nazionale dei Direttori generali delle Amministrazioni Universitarie, per ribadire il proprio impegno e attenzione verso il mondo universitario e il settore education. “Parliamo di procedure di reclutamento, ovvero processi di selezione del personale che devono essere trasparenti, anonimi e sicuri. Attraverso una piattaforma brevettata e qualificata con il massimo livello di sicurezza dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) forniamo il nostro contributo alla trasformazione digitale del settore pubblico”, ha aggiunto Daniele Righi. Il sistema sviluppato da Recrytera ha già permesso di testare oltre 4 milioni di candidati in presenza in tutta Italia, consolidandosi come una best practice riconosciuta a livello internazionale. L’azienda guarda ora oltre i confini nazionali: “Stiamo lavorando anche all’estero, con una visione di crescita internazionale che poggia su una expertise maturata in questi anni e sulla validità del nostro modello di lavoro”, ha concluso Righi. —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Giornate senza fine al lavoro? Come trovare un equilibrio

(Adnkronos) – Le giornate dei dipendenti sono diventate infinite: mail, call, notifiche e pochissimo spazio per concentrarsi davvero. Clutch, startup nata a Milano e attiva nel campo hr, osserva da vicino una frattura: da un lato le aziende che inseguono performance sempre più efficienti in mercati sempre più veloci, dall’altro i lavoratori che pretendono equilibrio, una maggiore attenzione verso la propria salute mentale e giornate lavorative sostenibili.  "Il rientro a settembre – spiega Lorenzo Cattelani, ceo e founder di Clutch – porta a galla nuove sfide, comuni a molte aziende: pressioni per mantenere alti gli standard spesso si scontrano con le aspettative dei dipendenti, sempre più interessati a tutelare il proprio equilibrio vita-lavoro. Tuttavia, sebbene il lavoro sia diventato sempre più veloce, digitale e frammentato, non significa che debba essere anche meno umano o sostenibile".  L’insidia più grande, secondo Clutch, è l’utilizzo distorto delle nuove tecnologie. L’Ia, ad esempio, può alleggerire il carico cognitivo, ma se gestita male diventa un moltiplicatore di stress e iperconnessione. Tre sono strategie per non cadere nella trappola dell'infinite workday. 1) Difendere il tempo di concentrazione (Deep Work): Studi di neuroscienze cognitive mostrano che servono almeno 23 minuti consecutivi per tornare a uno stato di piena concentrazione dopo un’interruzione. Pianificare blocchi orari senza notifiche e comunicarlo esplicitamente al team consente di recuperare 'ore nette' di produttività strategica. 2) Rallentare i flussi comunicativi: le ricerche sull’overload informativo evidenziano che la richiesta costante di risposte immediate alimenta il cosiddetto 'cognitive switching penalty': ogni cambio di task comporta una perdita fino al 40% di efficienza. Ripensare le policy interne (ad esempio introducendo 'quiet hours' o riducendo l’urgenza delle risposte) significa non solo rispettare i tempi altrui, ma anche ridurre costi nascosti di produttività. 3) Gestire l’Ia come strumento liberatorio, non come acceleratore: gli algoritmi possono automatizzare fino al 40% delle attività ripetitive. Ma l’impatto positivo avviene solo se il tempo liberato non viene riempito da nuove attività a basso valore. Le aziende più avanzate destinano quelle ore a creatività, formazione e benessere, trasformando la tecnologia in un volano di crescita personale e non in un amplificatore di pressione. "Settembre – conclude Cattelani – non dovrebbe essere il mese della rincorsa, ma quello della chiarezza. Ripensare la gestione del tempo non significa solo alleggerire le agende: significa ridisegnare i modelli organizzativi, restituire alle persone spazi di concentrazione e dare dignità al lavoro profondo e aziende che scelgono questa strada non misurano solo la produttività immediata, ma valorizzano energia, creatività e innovazione a lungo termine. Non serve correre di più: serve correre meglio".  —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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NVIDIA e Intel ridisegnano il mercato dei semiconduttori

(Adnkronos) – Una mossa dirompente sta ridefinendo il panorama tecnologico globale. Con un accordo senza precedenti, NVIDIA e Intel Corporation uniscono le forze per co-progettare nuove generazioni di prodotti per l'intelligenza artificiale, i data center e il personal computing. Questa collaborazione storica non si limita a una semplice partnership, ma inverte le dinamiche consolidate del mercato, con le due aziende che si scambiano i ruoli di cliente e fornitore. Il cuore di questa intesa risiede in un duplice scambio strategico. Come ha spiegato il CEO di NVIDIA, Jensen Huang, "Con questo accordo, in sostanza, diventeremo un grande cliente delle CPU server di Intel." Questo segna un cambiamento epocale, dato che, come sottolineato dallo stesso Huang, "al momento, acquistiamo CPU basate su architettura Arm da TSMC." La collaborazione estende l'influenza di NVIDIA all'ecosistema x86 di Intel, con l'obiettivo di "unirle con NVLink nei nostri sistemi rack-scale". Ma lo scambio non è a senso unico. "Saremo un fornitore piuttosto grande di chiplet GPU per gli SOC delle CPU x86 di Intel," ha affermato Huang. Questo apre a NVIDIA un "segmento di mercato che non abbiamo mai affrontato", rendendola un attore chiave anche nella fornitura di componenti a un'azienda storicamente rivale. Un'intesa che, secondo Huang, rappresenta una "grande opportunità di crescita per entrambi". A suggello della partnership, NVIDIA ha annunciato un investimento di 5 miliardi di dollari in azioni comuni di Intel, un segnale chiaro della fiducia nel futuro della collaborazione. Le dichiarazioni dei leader aziendali riflettono l'importanza di questo passo. Huang ha definito la fusione della tecnologia NVIDIA con l'architettura x86 di Intel come "una fusione di due piattaforme di livello mondiale che getta le basi per la prossima era del computing". Parallelamente, il CEO di Intel, Lip-Bu Tan, ha affermato che la piattaforma di elaborazione di Intel "completerà la leadership di NVIDIA nel calcolo accelerato e nell'intelligenza artificiale per consentire nuove scoperte per l'industria". L'annuncio ha immediatamente sollevato interrogativi sulle future dinamiche di mercato, in particolare per TSMC. Interrogato sull'eventualità di utilizzare le fonderie di Intel per prodotti di fascia alta come la piattaforma Grace Hopper, attualmente prodotti da TSMC, Huang ha risposto che "abbiamo sempre valutato la tecnologia di fonderia di Intel e continueremo a farlo
, ma l'accordo attuale è focalizzato esclusivamente sulle CPU personalizzate."  Nonostante ciò, la partnership posiziona Intel come un potenziale concorrente per la produzione dei chip più avanzati di NVIDIA, aprendo un nuovo capitolo nella complessa e mutevole geografia del settore dei semiconduttori. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Biblioteca Albino/Fallica: simbolo di declino culturale del Molise

Da nove anni la Biblioteca “Pasquale Albino” di Campobasso è chiusa. Nove anni di silenzio, abbandono e rimpalli istituzionali che hanno accompagnato promesse mai mantenute. Nove anni di mozioni comunali, accordi, interrogazioni e convegni che si sono rivelati solo slogan inutili, privi di sostanza, che non hanno mai riaperto le porte di uno dei principali presìdi culturali del Molise.

Il Circolo cittadino di Sinistra Italiana di Campobasso non è più disposto a restare in silenzio. Non possiamo accettare che una delle più importanti istituzioni culturali della regione venga cancellata dall’indifferenza e dall’incapacità della politica.

La chiusura di una Biblioteca è il simbolo tangibile di un Paese che abbandona la cultura, la ignora e la umilia. Il Molise è l’unica Regione che, a differenza di altre realtà del Sud, ha rifiutato di acquisire la gestione della Biblioteca dopo la Legge Delrio, lasciandola in un limbo istituzionale. A peggiorare la situazione, lo Stato ha assegnato la competenza della Biblioteca alla Direzione Generale Musei, invece che alla Direzione Generale Biblioteche, creando un vuoto giuridico e funzionale.

Oggi la Biblioteca Albino non ha sede, né personale, né una struttura operativa. Di fatto, non esiste. A pagare sono i cittadini, gli studenti, i ricercatori, in una terra dove già mancano i servizi essenziali e dove la cultura viene sistematicamente dimenticata. Le soluzioni sono chiare e urgenti: riallocare immediatamente la Biblioteca sotto la Direzione Generale Biblioteche, per garantirne una gestione coerente con la sua natura e funzione.

In alternativa, riconoscere la Biblioteca “Albino” come sezione distaccata di una Biblioteca Nazionale, come quella di Napoli o Roma, garantendole continuità istituzionale, risorse e prospettiva. Chiediamo un sopralluogo urgente per verificare lo stato di conservazione dei volumi e del patrimonio bibliografico custodito, prima che l’incuria lo distrugga definitivamente. Facciamo appello a tutte le forze politiche, civiche, culturali e associative del territorio per una battaglia comune che porti finalmente alla riapertura della Biblioteca “Albino”. Una Biblioteca chiusa non è solo una perdita culturale, è il simbolo di un decadimento civile e morale che non possiamo più tollerare.

Segretario del Circolo cittadino – Sinistra Italiana di Campobasso
Avv. Matteo Fallica

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Infortuni, l’avvocato Mazzei: “Negli appalti pubblici servono standard sicurezza più elevati”

(Adnkronos) – Non basta la patente a punti per incrementare la sicurezza sul lavoro ma è necessario innalzare gli indicatori in materia richiesti alle aziende che partecipano agli appalti dei contratti pubblici, realizzando una sorta di 'filtraggio a monte' tra quelle che rientrano negli standard richiesti e quelle che invece non lo sono, senza aspettare la fase realizzativa degli appalti. E' la posizione dell'avvocato Gianluca Mazzei, esperto in materia di appalti e sicurezza sul lavoro, come spiega in un'intervista ad Adnkronos/Labitalia.
 "Il tema della sicurezza sul lavoro oggi in Italia è delicatissimo ed è veramente 'caldo', è inaccettabile -avverte Mazzei- il numero dei morti sul lavoro. A mio parere, le lacune in materia sono tante, ma ci sono anche le possibili soluzioni. Sulle lacune partiamo dal presupposto che il problema principale nasce a monte. Noi abbiamo un codice dei contratti pubblici che risale al 2023, aggiornato con un regolamento correttivo di dicembre 2024".  "E per quanto riguarda il tema della sicurezza è stata introdotta la cosiddetta patente a punti, che è una sorta di 'carta d'identità' delle aziende, dove sono registrati tutti gli indicatori di un'azienda sana o meno dal punto di vista della sicurezza. È un indice che però troviamo solo in fase di esecuzione, non in fase di partecipazione. Quindi un'azienda comunque, anche con un rating basso a livello di sicurezza, può partecipare agli appalti pubblici. A mio parere, invece, bisognerebbe creare una sorta di 'filtraggio' delle aziende che partecipano, e a farlo dovrebbero essere proprio gli enti pubblici coinvolti", sottolinea. Secondo Mazzei, la strada la seguire è chiara: "Innanzitutto dovrebbero -spiega- essere richiesti di criteri di sicurezza molto elevati, come alcuni committenti fanno, tutelando molto sia imprese che lavoratori. Ci sono invece committenti che utilizzano dei facsimile sulla sicurezza, standard, che vengono pubblicati così come sono". Secondo l'esperto, la sicurezza sul lavoro non è inoltre incentivata dalla "massima partecipazione, e quindi dalla più ampia concorrenza tra le imprese". "Questo perché possono partecipare al mercato imprese che hanno requisiti altissimi, ma solo sulla carta. Poi invece nell'esecuzione, nella realizzazione dell'opera, vediamo imprese che fanno su subappalti su subappalti e tutto ciò ricade sulla qualità del lavoro e sulla sicurezza dei lavoratori che realmente realizzano l'opera, che comunque non hanno i dispositivi di protezione personali, o comunque lavorano in ambienti poco salubri e rischiosi per la loro salute. Purtroppo, ogni giorno ci sono morti sul lavoro e sembra la normalità, ma non dovrebbe esserlo", spiega ancora. Superare queste criticità, secondo Mazzei, è possibile intervenendo a monte, "ma non vedo la volontà di dialogo, servirebbe una maggiore cooperazione tra le parti in causa per il bene comune", puntualizza. Per l'esperto, anche sui controlli si potrebbe fare di più. "C'è una scarsa organizzazione, mi è capitato spesso che i controlli vengono fatti solo all'inizio o comunque solo su grossi cantieri. Sui piccoli e medi cantieri i controlli sono sporadici o comunque non sono così concreti che possano prevenire eventuali lacune dal punto di vista della sicurezza del lavoro", sottolinea.  A parere di Mazzei, centrale è, quindi, incentivare le imprese a seguire la 'road map' in materia di sicurezza: "Incentiverei le aziende a investire sulla sicurezza con una normativa, non a fondo perduto, ma con contributi al 50-60% per spingere le imprese a formare il personale in materia. E poi spingerei sulla realizzazione di scuole di formazione sul territorio per formare gli operatori che poi agiranno sul campo. E inoltre, a mio, parere è fondamentale 'premiare' le aziende che investono in sicurezza, e farlo in fase di gara pubblica. Andrei quindi a valorizzare gli operatori economici che hanno un rating storico elevato aziendale a livello di sicurezza: li premierei dando dei punteggi superiori in modo tale di incentivarli a investire e quindi aggiudicarsi le commesse pubbliche". E secondo Mazzei le nuove tecnologie potrebbe supportare gli interventi in materia di sicurezza sul lavoro. "E' necessario rendere effettivo quello che è il processo di digitalizzazione, e quindi che tutte le stazioni appaltanti, tutti gli enti pubblici digitalizzino al 100% la documentazione delle aziende, creando uno storico, e in modo tale da poterle valutare in ottica di partecipazione e priorità", conclude. —lavoro/datiwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Google porta Gemini dentro Chrome, è sfida tra agenti IA nei browser

(Adnkronos) – L’integrazione tra intelligenza artificiale e navigazione web diventa sempre più profonda: da oggi Google comincia a distribuire Gemini in Chrome senza più richiedere alcun abbonamento, segnando un passo importante nella battaglia dei browser potenziati dall’IA, dove già si muovono OpenAI, Anthropic, Perplexity e altri protagonisti. Il rollout parte negli Stati Uniti per Mac e Windows, ma l’obiettivo di Mountain View è chiaro: trasformare il browser più diffuso al mondo in un assistente personale capace non solo di fornire risposte, ma di agire. Entro i prossimi mesi, infatti, Gemini sarà in grado di occuparsi di “compiti noiosi” come prenotare un ristorante, riorganizzare consegne, fissare appuntamenti o fare la spesa online partendo da una lista trovata nella casella email. Un sistema di checkpoint garantirà però che le azioni considerate ad alto rischio o irreversibili non vengano completate senza conferma dell’utente. Alcune funzioni arriveranno molto prima. Gemini in Chrome ottiene subito l’accesso a Google Workspace sia per i profili standard che Enterprise, con un’integrazione progressiva anche verso altri servizi come Calendar, YouTube e Maps. Non si tratta solo di reperire informazioni sullo schermo, ma anche di agire direttamente sui contenuti aperti in tempo reale. Sul desktop l’assistente IA potrà lavorare tra più schede aperte, confrontare prodotti, sintetizzare informazioni e persino ricordare pagine già visitate, consentendo all’utente di chiudere i tab senza timore di perderne il contenuto. “Se cercavi attività di team building e il giorno dopo vuoi riprendere la ricerca, basta chiedere a Gemini e ti riproporrà automaticamente le stesse pagine”, ha spiegato Charmaine D’Silva, director of product management di Chrome. Su mobile, Android rafforza l’integrazione già esistente permettendo di condividere l’intero contesto di una pagina con Gemini, mentre su iPhone la novità sarà presto disponibile tramite l’app Chrome. Il terreno di scontro si allarga. Dopo le mosse di Anthropic con Computer Use, OpenAI con Operator e ChatGPT Agent, e Perplexity con il browser Comet, Google punta a consolidare il suo ecosistema. L’operazione si inserisce in un mercato in forte fermento, dove persino Atlassian ha investito 610 milioni di dollari per acquisire The Browser Company, sviluppatrice del browser AI-first Arc. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Campobasso/“Tutto in un abbraccio – Sfila la diversità”

Sabato 27 settembre 2025 alle ore 21.00 la scalinata adiacente la Chiesa di San Leonardo nell’omonimo Largo sito nel centro storico di Campobasso, si trasformerà in un palcoscenico di emozioni e di inclusione con “Tutto in un abbraccio – Sfila la diversità”, un grande evento dedicato alla bellezza ma anche al valore delle differenze e dell’incontro tra di esse.

Lo spettacolo nasce da un’idea del pianista Simone Sala e della stilista Manuela Tanno, ambedue protagonisti del progetto nella doppia veste di ideatori del format ma anche di artisti, insieme a tanti ospiti d’ eccezione. A condurre la serata sarà Andrea Nasillo, mentre la special guest sarà Luce Visco, presidente dell’associazione Arci Gay Molise, voce autorevole nella difesa dei diritti civili.

Non solo spettacolo, ma anche moda e creatività: sfileranno le creazioni di Manuela Atelier, Toroloco e G-Glamour, con gli accessori a cura di Ottica Vedooltre, le acconciature di Lei & Lui Parrucchieri e Paola’s Hair Center ed il make-up di Beauty Haven e Deborah Napoleone.

Tra i momenti più attesi l’esibizione di Simona Boo, storica cantante dei 99 Posse nata a Termoli ma di origini brasiliane. La cantante salirà sul palco insieme al trio di Simone Sala (con Vincenzo Viz Maurogiovanni al basso ed Armin Siros alla batteria), per una sfilata/concerto che unirà musica, energia e messaggi di impegno civile.

L’iniziativa, inserita nel cartellone “Sabato al Borgo”, è sostenuta dal Comune di Campobasso , dalla CGIL Molise e dalla Confartigianato Molise, che hanno scelto di sostenere un progetto capace di unire arte, spettacolo e impegno sociale in un unico “Abbraccio”. Una serata di musica, moda e testimonianze, pensata per celebrare la libertà di espressione e la ricchezza delle diversità.
L’ingresso è gratuito.

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Riparto Fondo Sanitario Regionale, bene l’asse Abruzzo/Molise per cambiare i criteri di riparto che penalizzano le aree a bassa densità demografica

Per una volta il Governo regionale ha ragione. Come l’orologio, una volta al giorno, pur stando fermo e rotto, segna l’ora giusta. Ha ragione nel sostenere la tesi del Presidente dell’Abruzzo Marsilio in merito al riparto del Fondo Sanitario Nazionale. Voglio sottolinearlo per rafforzare la posizione che in questi giorni si sta discutendo a Roma e per dare alcuni suggerimenti aggiuntivi rispetto a quanto si sta decidendo.

Breve passo indietro. Oggi il fondo sanitario nazionale per il 98.5% è assegnato in base alla popolazione e al Molise tocca lo 0,51%, sulla scorta della ‘chiave di accesso o di riparto’. Questa chiave è data dalla combinazione di indicatori, dove la netta prevalenza è determinata da quello della popolazione (e della vecchiaia della stessa). Dall’anno scorso, è stato introdotto un leggero fattore correttivo, quello della ‘deprivazione’, un indice che individua fattori di povertà come elementi da considerare, in quanto incidenti negativamente sulla salute delle persone. Purtroppo, è un dato che pesa ancora troppo poco.

Andrebbe sostenuto fortemente (primo suggerimento), anche perché già elaborato con basi tecniche solide e immediatamente applicabili anche nel riparto attuale.

A questi fattori, il Governatore dell’Abruzzo chiede di aggiungere la scarsa densità demografica. Sacrosanto! Le nostre difficoltà sul territorio non possono diventare un fattore negativo e non bilanciato. Siamo pochi e per questo abbiamo pochi soldi. Ma viviamo in un territorio ampio e abbiamo, in ogni caso, diritto alla migliore assistenza. 

Per questo è giusto quanto affermato ieri nella Commissione Salute della Conferenza delle Regioni da Marsilio e sostenuto dall’Assessore Iorio, insieme ad altre quattro regioni (in totale, sei). Va corretto il tiro, introducendo il criterio dell’inversamente proporzionale al peso demografico della popolazione regionale e va fatto da subito! Le elaborazioni fornite in sede tecnica, però, sembrano ancora poco rifinite ed esaustive e la proposta non è quindi ancora matura sul piano tecnico. Così, come i detrattori sostengono, ci sia una norma che lo impedisca. Non è così. Semmai c’è il principio opposto (riequilibrare le regioni scarsamente popolate) nella legge 42/2009, quella sul federalismo fiscale.

Che fare, quindi?

Continuare a mantenere il punto anche nella prossima riunione della Conferenza dei Presidenti delle Regioni del 2 ottobre. Lì, il Presidente Roberti prosegua nel sostenere quanto argomentato da Iorio nella commissione istruttoria degli Assessori!

Va eventualmente chiesto un breve rinvio per elaborare una proposta strutturata. Evitare cioè che, con la ‘scusa’ della scarsa solidità tecnica o delle norme ostative, venga rimandata al mittente una battaglia sacrosanta e che ancora una volta abbiano la meglio le regioni che hanno sempre comandato il riparto sanitario, cioè Lombardia e Veneto, con appoggio variabile da parte delle altre ricche regioni del Nord e quelle più popolose, che con gli attuali criteri la fanno da padroni.

Qualora tuttavia quest’anno non si riesca ad ottenere l’incidenza sul riparto, con la classica motivazione di evitare la mancata intesa, poiché altrimenti decide lo Stato (un grande classico per i ‘conservatori dello status quo’ della Conferenza delle Regioni!) si propongono due strade:

1) chiedere l’applicazione del criterio almeno per una percentuale del fondo (ad esempio sul 10%) e al riparto della premialità (seppure quota ormai ridotta al lumicino);

2) di insediare immediatamente un gruppo tecnico di esperti che elabori la proposta che verrà attuata l’anno prossimo. E nel gruppo inserire quanti siano capaci di indirizzare in nostro favore.

Il Governo regionale, così facendo, avrà il mio pieno sostegno sulla battaglia che non deve avere colore politico, ma che va portata avanti solo e soltanto nell’interesse del Molise e di tutti i molisani, delle aree interne e meno popolose, delle zone che già soffrono oggi di una sanità liquefatta. Per invertire la rotta servono capacità organizzative e soldi. Del primo aspetto, stiamo ragionando in relazione alla proposta avanzata dai Commissari, quella della rete ospedaliera, e che penalizza soprattutto i presidi di prossimità  e la sanità territoriale (si vedano gli esempi di Agnone e delle guardie mediche). Del secondo, ci occupiamo qui. Per una volta, sostenendo le ragioni della maggioranza Roberti/Iorio. Per onestà intellettuale, per essere uniti e più incisivi, destra e sinistra, per la difesa dei diritti essenziali della nostra regione e delle sue aree più deboli.

Micaela Fanelli

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Tech: Carobello (Roborock Italia), ‘andiamo incontro ai problemi reali degli utenti’

(Adnkronos) – "Alla base dell'espansione di Roborock verso i robot tosaerba c'è la filosofia del nostro brand: andare incontro ai problemi reali e alle esigenze degli utenti. Per questo abbiamo intercettato i limiti e le difficoltà nella cura dei prati offrendo soluzioni tecnologiche avanzate e un design distintivo". Con queste parole, Chiara Carobello, Responsabile Comunicazione Italia di Roborock , ha spiegato la decisione dell'azienda cinese, già riconosciuta nel settore della robotica domestica, di espandere la propria gamma di prodotti anche all'outdoor con 3 nuovi modelli di robot tosaerba". —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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