Le rovine del tempio di Giulio Cesare attirano turisti da tutto il mondo, che omaggiano il grande dittatore con fiori, biglietti e monetine.
Che indossino toga e calzari o siano “armati” di reflex e smartphone, centinaia di turisti si ritrovano lì, nel luogo dove si pensa che Giulio Cesare sia stato cremato e inumato dopo il bagno di sangue delle Idi di Marzo, per pagare le “imposte retroattive” del suo regno, tributandogli mazzi di fiori freschi, biglietti e monete. Un rito collettivo alimentato dal fascino unico di Roma, la Città eterna ricca di anfratti magici e nascosti non necessariamente consegnati dalla storia, ma che di fatto ha reso quel luogo un monumento a tutti gli effetti.










