Indagine civica di Cittadinanzattiva sull’approvvigionamento da parte della Regione delle dosi di vaccino antinfluenzale

Cittadinanzattiva ha dato il via a settembre ad una indagine civica relativa all’approvvigionamento dei vaccini da parte delle regioni, attraverso lo strumento dell’accesso civico generalizzato, (noto come Foia italiano) che a partire dal 2016 permette anche ai singoli cittadini e alle associazioni come Cittadinanzattiva di chiedere conto alle pubbliche amministrazioni di dati da esse detenuti e che devono essere accessibili a tutti. Le amministrazioni sono tenute a rispondere alle richieste (a meno che queste non ricadano nei pochi casi di esclusione previsti dalla legge per motivi di sicurezza nazionale o segreti di Stato), le pubbliche amministrazioni hanno 30 giorni per rispondere alle richieste.

Alle regioni è stato sottoposto un set di domande specifiche sulle gare di acquisto dei vaccini e domande di carattere più generale relative alle disposizioni che le regioni stanno adottando per anticipare la campagna vaccinale rispetto agli anni precedenti e anche per applicare le linee guida previste dalla Circolare del Ministro della salute del 4 giugno 2020.

Le regioni avevano la possibilità di rispondere entro il 3 ottobre 2020, l’elaborazione dei dati prende in considerazione le risposte ricevute entro il 7 ottobre 2020.

Quest’anno, ancor più che negli anni precedenti, l’importanza della vaccinazione antinfluenzale e antipneumococcica è cruciale anche per fronteggiare l’emergenza covid 19.

“E’ molto grave che solo 10 Regioni abbiano risposto alla nostra richiesta di accesso civico, in particolar modo in questo periodo, in cui ci sarebbe bisogno della massima trasparenza, anche per fugare dubbi su chi ha affrontato la necessità di approvvigionarsi in tempo di vaccini anti influenzali, e poter intervenire prontamente a supporto delle popolazioni delle regioni in cui questo non sia ancora avvenuto, o sia avvenuto solo parzialmente”, ha commentato il segretario generale di Cittadinanzattiva, Antonio Gaudioso. .”Nei prossimi giorni valuteremo tutte le possibili azioni da mettere in campo per far rispettare il “sacrosanto” diritto di accesso dei cittadini a queste informazioni fondamentali, non escludiamo di ricorrere al Tar.

Ci sono secondo noi tre priorità:

–        Garantire a tutte le categorie di cittadini “a rischio”, over 60 e fragili, di avere uguali possibilità di accesso ai vaccini in ogni angolo del Paese. A tal fine, è necessaria la massima trasparenza da parte delle Regioni, e applicare un principio di solidarietà in base al quale quelle che, grazie ad una azione di programmazione hanno già la garanzia di coprire con gli acquisti effettuati le fasce a rischio, possano agire in supporto di regioni più in sofferenza. Questo è il momento della responsabilità e della solidarietà, e per farlo è anzitutto necessaria la massima trasparenza.

–        Dopo aver garantito la massima copertura per la fasce a rischio, è necessario rendere disponibili, anche attraverso il canale delle farmacie, i vaccini per tutta la popolazione, in modo che anche le persone non a rischio possano acquistarlo.

–        In un anno così difficile qual è questo, sarebbe stato auspicabile che le Regioni si muovessero unite nell’acquisto dei vaccini, e avviare omogeneamente la campagna vaccinale, evitando differenze tra cittadini e azioni tanto disomogenee.

In linea generale, come emerge dalle Regioni che hanno risposto e che ringraziamo per questo atto di trasparenza,  una parte rilevante del Paese può contare su una buona capacità di programmazione e organizzazione, anche in realtà che in passato non hanno dato queste dimostrazioni.

Le risposte delle regioni

Le regioni che però hanno fornito una risposta sui contenuti alla data del 7 ottobre 2020 sono state in tutto dieci, esattamente la metà, e sono: Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta.

I dati salienti

Tra i dati più significativi che emergono dall’indagine vi è senza dubbio quello relativo alle date di aggiudicazione delle gare, le regioni che hanno risposto hanno indetto gare tra aprile (Lazio, Puglia, Campania, Emilia) e settembre (Abruzzo dove la prima gara su vaccino tetravalente era andata deserta) e chiuso tra maggio e settembre comunque prima dell’avvio della campagna vaccinale anche se con una variabilità a seconda della tipologia di vaccino, in Abruzzo si registra qualche ritardo per lo pneumococco poiché la gara deve essere ancora espletata e si concluderà entro il 12 ottobre. Anticipando le gare è stato possibile, almeno in queste regioni, anticipare la campagna vaccinale rispetto agli anni precedenti. Nelle regioni, le aziende aggiudicatarie delle gare in base alle tipologie di vaccino sono sempre più di una.

Altri dati di particolare rilievo riguardano gli incrementi delle dosi di vaccino per l’anno 2020-2021 rispetto al 2019-2020.

Vi sono regioni che mostrano incrementi di dosi notevoli come il Lazio + 112%, la Puglia 320%, la Sicilia, 65%, la Toscana 68%

Altre mostrano incrementi meno marcati come la Campania +20% e l’Emilia che comunque prevede un possibile ulteriore 20%.

In tutte le regioni l’avvio della campagna vaccinale è prevista tra il 1 ottobre ed il 15 ottobre, in molti casi la campagna sarà estesa fino al 31 gennaio 2020, in linea con quanto suggerito dalla Circolare Ministeriale.

In merito alle richieste relative a categorie targetquasi tutte le regioni applicano pedissequamente quelle stabilite dalla circolare ministeriale 4 giugno 2020. L’Abruzzo non fornisce questa risposta, altre regioni hanno normato più nel dettaglio le categorie target.

La Sicilia, ad esempio, ha esteso ai contatti stretti di bimbi fino a 6 mesi e una nota specifica per i soggetti eni (europei non iscritti come i rom) e gli extracomunitari oltre ad introdurre l’obbligo vaccinale per il personale sanitario pena l’inidoneità temporanea all’attività.

La Toscana presta particolare attenzione ai soggetti ricoverati in rsa e strutture di lungodegenza

La Sicilia e la Valle D’Aosta estendono la copertura alle donne in gravidanza, in qualsiasi trimestre.

Il Lazio, aveva reso obbligatoria la vaccinazione per il personale sanitario ma il Tar ha abolito questa parte dell’ordinanza.


Le risposte delle regioni sono state analizzate e riassunte in una tabella che fornisce un quadro sintetico e un confronto tra le regioni. Qui è consultabile la tabella https://www.dropbox.com/s/zvm9alc6ydkdpb5/griglia%20accesso%20civico.pdf?dl=0

Le risposte fornite sono state disomogenee, in alcuni casi le regioni hanno risposto in maniera puntuale ad ogni quesito che gli abbiamo sottoposto, in altri casi hanno risposto solo alle domande relative alle gare per l’approvvigionamento dei vaccini, in altri ancora hanno rimandato a ordinanze o delibere regionali.

Rispetto alle misure volte ad agevolare l’accesso le regioni hanno previsto molte disposizioni:

–        La Sicilia estende gli orari di apertura dei centri vaccinali sia di mattina sia di pomeriggio e il sabato almeno nella fase iniziale, prevede l’effettuazione della vaccinazione all’atto della dimissione dalle strutture sanitarie e la  co-somministrazione anti-pneumococcica e antinfluenzale, provvedimento previsto anche in Umbria.

–        la Campania prevede l’istituzione di Truck itineranti a supporto dei MMG;

–        il Lazio prevede l’apertura di Drive in, postazioni mobili, vaccinazioni in farmacia, l’organizzazione del vaccination day nelle scuole, ospedali, eventi sportivi, si prevede, l’istituzione di equipe vaccinali itineranti;

–        le Marche prevedono la possibilità di spostare i centri vaccinali in Auditorium- Palazzetti per permettere di erogare nel rispetto delle norme covid 19 un grande numero di vaccini in poche ore-giorni;

–        la Toscana mette a disposizione i locali delle aziende sanitarie a titolo gratuito alla medicina generale;

–        Emilia Romagna la possibilità di usufruire di strutture capienti come palestre e strutture sportive.

–        Valle D’Aosta oltre a siglare accordi specifici con i Medici di Medicina Generale e i Pediatri di Libera scelta volti ad incentivare la vaccinazione attraverso queste figure, ha anche previsto dei poli vaccinali messi a disposizione dall’Azienda USL della Valle d’Aosta, in cui saranno presenti i medici della struttura di Igiene e sanità pubblica del dipartimento di prevenzione

Infine, in merito alle misure per fronteggiare una possibile carenza per i soggetti non a rischio le regioni hanno risposto che avvieranno le misure previste dall’Intesa siglata tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano che prevede l’impegno da parte delle Regioni di garantire una quota minima dell’1,5% di vaccini da redistribuire alle farmacie. L’Emilia Romagna prevede di aumentare la quota al 3% (36.000 dosi) se fosse necessario. Il Lazio potrebbe aumentare la quota al 5%(120.000 dosi).

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