Centro studi Unimpresa : rischio di prendere il reddito di cittadinanza e lavorare in nero

Da un sondaggio realizzato dal Centro studi Unimpresa tra le oltre 100.000 aziende associate emerge che la norma che mira a introdurre in Italia il reddito di cittadinanza all’esame del Parlamento, corre il rischio di essere aggirata e potrebbe far esplodere il lavoro nero, la misura, insinua Unimprese, si presterebbe a diverse manipolazioni, con eventuali accordi tra imprese e lavoratori, appartenenti alle categorie più deboli.
Chi ha un reddito mensile inferiore a 1.000 euro potrebbe “accettare” il licenziamento da parte del datore di lavoro, percepire il reddito di cittadinanza (che assegna una “paga” mensile fino a 780 euro), continuare a lavorare con un salario in nero e più contenuto rispetto a quello regolare.
I vantaggi ci sarebbero sia per i lavoratori, perché la somma reddito di cittadinanza più salario in nero sarebbe superiore alla paga regolare; sia per i datori di lavoro, perché risparmierebbero dal 30% al 60% sul costo del lavoro potendo avere la stessa prestazione lavorativa. Commercio, turismo, agricoltura, servizi di manutenzione e di pulizia sono i settori nei quali si potrebbero registrare i maggiori casi di anomalia e distorsione. Lavoratori part time, con stipendio inferiore a 1.000 euro mensili sono quelli potenzialmente più interessati a valutare forme di aggiramento e violazione della misura.
Per Unimpresa, l’effetto finale del reddito di cittadinanza andrebbe in netta controtendenza rispetto agli obiettivi perseguiti dal governo: non solo non si creerebbe nuova occupazione, ma ci sarebbe un boom di lavoro nero e si registrerebbero casi di frode a danno della finanza pubblica, a pesare sul quadro finale, la difficoltà a mettere in atto un piano di controlli, a tappeto, sul territorio.
Inoltre non è ancora chiaro come dovranno essere strutturate le agenzie per il lavoro chiamate a offrire opportunità ai percettori del reddito di cittadinanza. In alcune zone del Paese, specie nel Sud, potrebbero verificarsi i casi più numerosi di violazione normativa.
Dal sondaggio Unimpresa è emerso che i settori più “interessati” sono: commercio turismo, agricoltura, servizi di manutenzione e di pulizia.
I lavoratori con stipendio fino a 1.000 euro mensili, con contratto part-time sono il bacino che guarderebbe con favore a percepire il reddito di cittadinanza pur continuando a lavorare in nero.
Per creare nuova occupazione occorre tagliare il cuneo fiscale e i costi a carico delle aziende, ma si tratta di interventi poco spendibili sul piano elettorale e non remunerativi in termini di voti, mentre la misura sul reddito di cittadinanza ha un presupposto importante e condivisibile. Aiutare chi è in difficoltà, prima con un sussidio e poi con l’offerta di lavoro, genera distorsioni facilissime e a portata di mano.
Alfredo Magnifico

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