PCL Molise: si chiede revoca della delibera relativa al progetto “ScuoleSicure”

Al Sindaco e Alla Giunta Comunale di Campobasso – lettera aperta

Si chiede la revoca della deliberazione di Giunta n.81/2020 relativa al progetto cosiddetto “scuole sicure” , con cui si impiegano in modo del tutto errato oltre 29 mila euro per l’asserita finalità di prevenire e contrastare lo spaccio di sostanze stupefacenti. La ripartizione di tali risorse nel progetto disvela l’approccio gretto e meramente poliziesco e questurino, oltre che demagogico, nell’affrontare tale delicata problematica: solo 1.450,00 euro (il 5%) per una non meglio precisata “campagna informativa” (l’unica cosa consona almeno nell’enunciazione ad un serio e utile intervento sociale), mentre il 95 % destinato inauditamente all’acquisto di pistole e al personale di polizia.

E’ appena il caso di ricordare che il Comune avrebbe, anche per prioritarie finalità istituzionali, ben altro ruolo di intervento rispetto alla lotta contro la tossicodipendenza, che è di tipo sociale, di assistenza anche medica, e culturale, di costante e corretta informazione, coinvolgendo gli studenti stessi oltre che le varie associazioni e strutture sociali e sanitarie che operano su questo fronte con ben altro approccio.

Ed è proprio l’approccio da questurino che è sbagliato e dannoso in se, oltre che fuori luogo per un Comune su un tema come questo: tralasciamo anche la questione di distinguere quali sono effettivamente le vere sostanze stupefacenti da scoraggiare per la loro dannosità (e questo rientrerebbe nella corretta informazione), se si parla di prevenzione il punto è quello di progettare iniziative che possano aiutare la persona vittima della dipendenza ad uscire dal tunnel, non quello di giocare al sindaco sceriffo.

E, se vogliamo dirla tutta, l’approccio meramente poliziesco sinora non ha portato mai a nulla, poiché le organizzazioni criminali che comandano le grandi centrali del narcotraffico sono sempre in espansione proprio grazie al proibizionismo che gli consegna il mercato di questo veleno. L’arresto sporadico di qualche piccolo pusher servirà più alle conferenze stampa di procure e polizie ed alle sceneggiate, che dedicano quasi tutto a tali operazioni (mentre dilagano saccheggi ambientali ed erariali, riciclo di denaro sporco, abusi di potere e via dicendo). Ma il giorno dopo il traffico della borghesia criminale del settore è ancora più forte, collusioni e corruzione col potere a parte.

Orbene l’azione del Comune dovrebbe essere di ben altro tenore, cioè quella di progettare i suddetti interventi di tipo sociale, culturale e di assistenza individuale per aiutare le vittime. Se il Comune vuole agire ancora più in prospettiva per prevenire la tossicodipendenza invece di comprare pistole, oltre alle attività immediate suddette, sostenga la campagna per abolire il falso proibizionismo poliziesco che favorisce solo la mafia, perché la somministrazione sia gestita legalmente dalle strutture pubbliche sanitarie e sociali, dove si possa veramente assistere la vittima di tal e male, salvaguardandone la salute e aiutandolo ad uscire dal tunnel. Con il doppio risultato di togliere alle mafie il proprio mercato.

E non caso certi partiti borghesi, spesso fascisti e fascistoidi, portano avanti la campagna demagogica poliziesca del proibizionismo, atteso che spesso è proprio la mafia che ne finanzia le campagne elettorali. Ciò premesso, nel ribadire la necessità di revocare la delibera, si chiede di evitare lo spreco di risorse per operazioni di polizia improprie per il Comune, e destinarle tutte alle attività di informazione e sociali suddette, quale vero contrasto alla tossicodipendenza e vero aiuto sociale e individuale alle sue vittime.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI – SEZIONE MOLISE

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