Molise, realtà multietnica

di Massimo Dalla Torre


Molise realtà multietnica, questo è, il titolo che sarebbe potuto apparire sulle prime pagine dei giornali o nei titoli dei Telegiornali locali se si fossero svolte le sagre, in questo disastroso 2020. Sagre che, annualmente, speriamo nuovamente, richiamano sempre più numerosi aficionado che visitano gli stand dove si espongono prodotti non solo nazionali ma anche quelli provenienti da Paesi lontani in cui le specialità e soprattutto manufatti più disparati fanno bella mostra.

Cosa che, non deve essere scambiata per “scavalco” rispetto alle tradizionali “bancarelle” perché, è bene ricordarlo, viviamo in un mondo multicolore e multietnico come è stato definito dai sociologi e dagli esperti della materia. Un qualcosa che permette anche ad
una realtà come il Molise di fregiarsi dell’appellativo regione che guarda oltre le cortine, nonostante vi sono frange che vorrebbero espellere dal Paese chi è sfuggito alle brutture della guerra, della fame, delle malattie, ecco perché la ventesima regione dello stivale da qualche anno si è aperta in tutti i sensi.

In questo modo profumi, sapori, colori entrano prepotentemente a far parte del
costume e dalla routine locale con lingue anche se incomprensibili permettono di poter abbracciare materialmente e non solo simbolicamente un qualcosa che e’ la cultura del nuovo millennio che, oggi più che mai, trova la sinapsi giusta con le sagre che, non sono retaggio di popolarismo ma apertura a chi e’ testimonio di altri stili di vita tant’è che i prodotti o i manufatti esposti sui banchi e in terra sono il viatico per accomunare la tradizione al nuovo. Parole che, troppo spesso, sono dimenticate, anzi volutamente
ignorate.

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