Lettera per la Quaresima 2017, nel cammino sinodale di mons. GianCarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso –Bojano

Dentro il cammino sinodale diocesano la lettera vuole essere una traccia di riflessione che, a partire dalla riscoperta della figura biblica di Giona, diventa un richiamo alla sobrietà come stile di vita. In un tempo dove sono sempre più crescenti i poveri, la dimensione di forte radicamento spirituale diventa un allenamento al coraggio. Quaresima, tempo favorevole per non lasciarsi travolgere dalla paura e dal numero dei poveri.
«L’ Europa piange gli errori egoistici – considera il vescovo – ma a monte bisogna riflettere sulle cause e sugli aspetti culturali e sociali prima che il mondo finisca nella distruzione sociale totalitaria. Primo digiuno – afferma Bregantini – è l’abolizione della violenza e della cattiveria umana attraverso la dimensione della mitezza e della misericordia. Mitezza e consolazione come dimensione di assistenza, come avrebbe fatto madre Teresa di Calcutta se avesse incontrato il giovane tetraplegico dJ Fabo che ha scelto il suicidio assistito.
«Carissimi presbiteri, diaconi, consacrate, autorità, giovani e fedeli tutti. Vi scrivo con tanta riconoscenza, grato per l’impegno pastorale che svolgete, con cura.
La grazia della QUARESIMA è una speciale benedizione per tutti, se sapremo vivere in pienezza questo tempo forte. Inoltre, la quaresima di quest’anno è segnata ancor più dalla ricchezza spirituale che ci viene dal cammino del Sinodo. E’ stato avviato con entusiasmo. E passo dopo passo, con la vostra preziosa collaborazione, sta diventando un autentico kairòs di rinnovamento e conversione. Una Nuova fioritura pastorale e sociale, come recitiamo nella apposita preghiera, da ripetere spesso, perché il Signore ci accompagni, sui nuovi tratturi dello Spirito.
In particolare, la diocesi ha maturato, insieme, la scelta di ripercorrere i passi della simpatica figura biblica di GIONA. Sento che è molto gradita. I ragazzi nelle varie associazioni lo stanno rileggendo. I giovani ne faranno un recital nella GMG diocesana, la sera di sabato 8 aprile, vigilia delle Palme. La sua vicenda è il filo rosso dei sette cenacoli del Vangelo, che saranno a voi donati per la catechesi nelle famiglie, in una schede semplici e sciolte. Soprattutto, dal libro biblico ricaviamo gli spunti per la riflessione al Gruppo sinodale parrocchiale (Gruppo Magdala!), per poter leggere, in stile sapienziale, la nostra realtà locale, con occhi nuovi, di chiarezza profetica.
Ma è anche una forte provocazione spirituale per ciascuno di noi, specie per i presbiteri. Giona infatti ci parla. E tanto, poiché lui era combattuto tra le due scelte vitali: obbedire e andare a Ninive (città dove la malizia era giunta al cielo) oppure fuggire, per comodità ed accidia, nella città di Tarsis. Le stesse tentazioni nostre, ogni giorno. Quante insidie di fuga, di scuse, di debolezze. Giona vive le nostre stesse paure, davanti all’obbedienza! Restiamo dunque fedeli alla nostra chiamata, al nostro SI’, ripetuto con slancio e zelo pieno. Non accidia né comodità egoistica, ma impegno solerte ed innovativo.
E non manchi mai la forza della preghiera, come Giona negli abissi del mare, ingoiato da quel pesce che lo prende fragile e impaurito e lo restituisce apostolo coraggioso, sulla spiaggia. Così sia questa quaresima: iniziamola tra fatiche e fragilità. Ma lungo questi giorni di digiuno e cenere cresca la nostra adesione al Cristo, morto e risorto, in un Kerigma riannunciato, soprattutto nei meravigliosi vangeli dell’Anno A. Percorriamo anche noi la grande città, di ben tre giornate di cammino. Cioè visitiamo le periferie, le case degli ammalati, le scuole, gli ambienti di vita, gli spazi della movida, la fragilità nei luoghi di lavoro. Scendiamo dal trono, come il re, che ha creduto alla parola di Giona, per metterci alla pari, in umile preghiera, per ottenere la misericordia di Dio, creando nuove relazioni fraterne dentro il presbiterio. Anche gli animali, cioè il creato, siano purificati, anche con la rilettura della Laudato Si e della Populorum Progressio. Il cuore nostro si allarghi, per capire il messaggio, pur se faticosamente compreso dal profeta, di un Dio che supera ogni barriera razziale o populistica, per compiere scelte di vera accoglienza.
E preferiamo attività in stile sinodale: collaborazioni quotidiane tra parrocchie; passi costanti verso i Poli pastorali; confessioni organizzate bene nella specifica forania, tutti i preti insieme, sera per sera, di paese in paese. La Via crucis sia sempre ben incarnata. Cresca lo slancio nell’adorazione eucaristica con la gioia dell’elemosina. Soprattutto, aumenti lo zelo per la diffusione della Parola di Dio, specie con i cenacoli del Vangelo».

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