Il Governo ha ignorato deliberatamente i professionisti ordinistici, nota condivisa dai consiglieri nazionali Odg Santimone e Cimino

Nella riunione dello scorso 19 marzo i rappresentanti di 21 professioni ordinistiche
hanno deciso di fare fronte comune contro l’esclusione dal Decreto “Cura Italia” e
per la tutela dei propri iscritti in grave difficoltà.

Il Decreto “Cura Italia” ha deliberatamente ignorato i professionisti ordinistici, non
riconoscendo ilruolo svolto da ben 2,3 milioni di professionisti italiani. Così facendo
il Paese rischia di pagare un prezzo altissimo, soprattutto quando arriverà il
momento di rimetterlo in piedi. E’ il pensiero delle professioni riunite oggi da CUP e
RPT in un incontro in cui è stato stabilito di fare fronte unico per latutela dei liberi
professionisti in questa fase drammatica causata dall’emergenza Covid-19. A
questoproposito, tutti i partecipanti si sono stretti attorno ai colleghi rappresentanti
delle professioni sanitarie, ringraziandole per il lavoro eroico che stanno svolgendo
in questi giorni.
Per queste ragioni, nei prossimi giorni i rappresentanti delle 21 professioni
ordinistiche riunitesioggi lavoreranno ad un pacchetto di proposte unitario che
tenga conto delle esigenze generali, nella logica della sussidiarietà al Paese,
principio guida della loro attività, e di quelle specifiche delle singole professioni. Un
lavoro che scaturirà, a strettissimo giro, nella elaborazione di un Manifesto delle
professioni col quale i 2,3 milioni di professionisti rappresentati si proporranno in
maniera unitaria e compatta al Governo per un’interlocuzione seria e puntuale.
Nel frattempo, CUP e RPT hanno chiesto un incontro urgente ai Ministri del Lavoro
e delle Finanze per definire una serie di iniziative a tutela delle professioni.
I professionisti, sostengono CUP e RPT, devono riaffermare il proprio ruolo e
parlare con un’unica voce. Non hanno bisogno di interventi a pioggia ma di una
serie di interventi precisi, mirati. Chiarendo le modalità di applicazione dell’art.44

(Reddito di ultima istanza) e quindi la disponibilità di risorse per i professionisti. Ma
anche, mettendo le proprie Casse previdenziali nelle condizioni di intervenire in
maniera forte e risolutiva, utilizzando risorse proprie. Basterebbe rendere disponibili
tutte le somme della ingiusta doppia tassazione delle Casse (stimabile in 1 miliardo
di euro), per un anno, che potrebbero alimentare provvedimenti importanti per la
ripresa degli studi professionali ed a ristoro della crisi.
Poi, naturalmente, servono interventi nella direzione del rinvio del pagamento delle
tasse, dell’eliminazione della ritenuta d’acconto, diventata anacronistica dopo
l’introduzione della fattura elettronica. Ma soprattutto i professionisti ordinistici
pretendono interventi decisi che rendano possibile risollevarci una volta passata
l’emergenza, aggredendo i temi della sburocratizzazione, della semplificazione,
delle infrastrutture.

Basta col considerare i professionisti una categoria di privilegiati! Chi continua a
pensarlo vive ormai da anni fuori dalla realtà. I professionisti ordinistici sono ora
una categoria in difficoltà che ha bisogno di aiuti, esattamente come gli altri
lavoratori. In questo senso, esprimono forti critiche all’art.44 (Reddito di ultima
istanza) anche per aver incluso diverse forme di lavoratori ma non haprevisto la
quota per le professioni ordinistiche.

Siamo in una condizione di guerra che può essere affrontata solo con proposte
choc. 2,5 milioni di professionisti, sostengono CUP e RPT, sono ormai alla canna
del gas, anche a causa dell’abolizione delle tariffe e del loro conseguente
impoverimento, e chiedono interventi radicali, come ad esempio l’eliminazione del
Codice Appalti che, come attualmente strutturato, ingabbia il Paese.Non servono
interventi che seguano la logica del reddito di cittadinanza, i professionisti non sono
tutti uguali. Servono interventi specifici che tengano conto delle situazioni differenti.

Alla riunione, coordinata da Marina Calderone (Presidente CUP e Consulenti
Lavoro) e Armando Zambrano (Coordinatore RPT e Presidente Ingegneri), hanno
partecipato 21 ordini professionali.

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