Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie/ il ricordo di Elio Di Mella

Domani giovedì 21 marzo, la XXIV edizione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa da Libera e Avviso Pubblico, si svolgerà a Padova, città scelta come piazza principale, ma coinvolgerà il Veneto, Friuli Venezia Giulia e le province autonome di Trento e Bolzano.

Padova sarà così il centro dell’iniziativa nazionale che per la prima volta non coinvolgerà una sola regione, ma tre – Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige – in rete per i principali obiettivi della giornata: la vicinanza ai familiari di vittime della violenza mafiosa e la tradizione della memoria viva in responsabilità e impegno.

Libera ha scelto Padova per stare vicino a chi, nel Nordest, non si rassegna alla violenza mafiosa, alla corruzione e agli abusi di potere, ma per valorizzare l’opera di tante realtà, laiche e cattoliche, istituzionali e associative, impegnate in quella terra difficile ma generosa per il bene comune, per la dignità e la libertà delle persone.

“Il primo obiettivo – ricorda il presidente e fondatore don Luigi Ciotti – è la vicinanza alle famiglie di chi ha perso la vita. Non si tratta di una celebrazione, ma di memoria viva che si traduce in impegno e responsabilità concreta». Perchè nel Nordest – e le tante inchieste giudiziarie lo stanno a dimostrare – la criminalità organizzata ha attecchito e prosperato con lo spaccio di droga, ma pure nel più recente traffico di rifiuti, nelle finanze, nel riciclaggio di denaro sporco con l’acquisto di immobili, fino alle redditizie sale scommesse”.

Contemporaneamente alla manifestazione principale di Padova, grazie anche alla collaborazione dell’Ufficio Scolastico Regionale, il programma in Molise si svolgerà come segue:

  • Dalle ore 9,30 circa alle ore 12,30, a Campobasso:
    corteo di studenti e cittadini che percorrerà le strade di Campobasso, partendo dal Terminal Bus per arrivare in piazza Municipio dove si alterneranno interventi sul tema del 21 marzo, sul significato della Memoria, sulla proposta di legge regionale sul diritto allo studio e sui temi complessivi della scuola. La manifestazione terminerà con la lettura dei Nomi delle vittime innocenti di tutte le mafie e verrà ricordato il Carabiniere Elio Di Mella, ucciso dalla camorra napoletana cutoliana il 7 ottobre 1982.

In tantissimi Istituti scolastici, gli studenti saranno invitati a riflettere e a volgere uno
sguardo critico, un’attenzione sana e costruttiva a quello che nei nostri territori accade, ponendosi sempre la domanda del perché le storie delle vittime innocenti delle mafie ci riguardino e siano ancora vive, metaforicamente immaginandole come delle “bussole” che orientano le nostre scelte di impegno sociale quotidiano e di partecipazione responsabile alla politica, che, come scrive don Ciotti nel suo ultimo libro “Lettera a un razzista del terzo millennio”, significa sentirsi responsabili del bene comune, fare la propria parte per difenderlo e per promuoverlo.

Elio Di Mella nasce a Morcone del Sannio (Bn) il 29 maggio 1952. Entra molto giovane nell’arma dei carabinieri e precisamente nel 1970 e svolge i primi anni di servizio presso la caserma di Ripabottoni (Cb); viene, poi, trasferito nel comune di Vinchiaturo (Cb), prestando, infine, servizio
gli ultimi due anni presso la caserma dei carabinieri di Campobasso.


Il carabiniere Elio Di Mella è stato assassinato in un agguato camorristico all’uscita dell’autostrada Avellino ovest, proveniente dal carcere di Campobasso il 7 ottobre 1982; quindi, 35 anni or sono, e la sua morte costituisce un episodio non marginale nella lotta senza quartiere che lo Stato, già da allora, faceva ai gruppi camorristici, ma alla mafia tutta nel suo insieme.
Durante il trasferimento del camorrista Mario Cuomo – pluriassassino, nonostante la giovane età (all’epoca dei fatti aveva appena 22/23 anni!), – e membro del clan di Raffaele Cutolo – prima della uscita dal casello autostradale Napoli-Bari, precisamente ad Avellino Est, diverse automobili bloccano l’auto Peugeot 505 del noleggiatore campobassano Di Nunzio, intimando ai tre carabinieri di consegnare il detenuto Mario Cuomo. Due carabinieri vengono fatti sdraiare a faccia a terra
sull’asfalto, mentre il giovane carabiniere di Morcone del Sannio, Di Mella – 30 anni appena – rifiutando di liberare il prigioniero, viene prima colpito alla testa con una pistola, e, appena dopo, continuando nel suo rifiuto di consegnare il detenuto, viene vigliaccamente freddato alla testa.
Subito dopo, le auto con il Cuomo liberato escono dall’autostrada, mentre i tre a terra vengono soccorsi da un automobilista che si era fermato.
Elio Di Mella, dunque, è stata l’unica vittima del commando, lui che non ha voluto obbedire alle intimazioni di liberare il detenuto.
Esempio, questo, di grande coraggio e di attaccamento al proprio lavoro. L’8 ottobre 1982, La Stampa di Torino riporta la notizia della morte di Elio Di Mella; come pure il quotidiano Il Tempo, nello stesso giorno, fa il resoconto dell’agguato camorristico. Il consiglio comunale di Campobasso,
la sera dell’8 ottobre, interrompe i suoi lavori e, nella figura del vice sindaco ed in quella di alcuni consiglieri, commemora la figura del carabiniere di Morcone.
Ma perché ricordare ancora oggi la morte dolorosa e violenta di Elio Di Mella? Il motivo principale sta nel fatto che non è possibile oggi ignorare il comportamento di Elio Di Mella, tutto imperniato sul rispetto naturale delle regole che ogni società civile si dà per salvaguardare la propria storia e la propria antica, e sempre attuale, tradizione valoriale.
La morte violenta, provocata nell’esercizio delle proprie funzioni civili e dei compiti istituzionali, ai danni di chi fa correttamente il proprio lavoro, è espressione di prepotenza crudele di quanti vogliono stare al di sopra delle leggi.
A Elio Di Mella sono stati assegnati, ad oggi, i seguenti riconoscimenti: “Vittima del dovere” con decreto del Capo della Polizia in data 27.01.1983, Medaglia d’oro di vittima del terrorismo in data 02.06.2010, Medaglia d’oro al merito civile in data 04.06.2010, , ma non ancora quello di “Vittima delle mafie”, come è giusto e naturale che gli venga assegnato.

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