#corpedelascunzulatavecchia/DC PCI PRI PSDI PLI….CAZZANIGA

Un caro saluto con tre etti di scuse. Le scuse sono dovute all’ampiezza della foto che ha quasi preso un a pagina intera. Quindi non sono io che scrivi molti, sono le foto ad essere grandi.


La foto che allego allo scritto di oggi è un reperto “archeopolitico comunale” ritrovato tra le carte dimenticate come ce ne possono essere molte in tutte le famiglie. Come diceva per scherzarci il compianto Compagno Claudio Gianfagna, si tratta di un “facce simile” delle elezioni comunali di Campobasso del 1970. Ovviamente non è presente il nome del candidato sindaco, allora il sindaco lo eleggeva il Consiglio Comunale. Ma andiamo a dar un’occhiata alla composizione della lista. Ci sono sette Coltivatori Diretti; 21 Impiegati; 11 Liberi Professionisti/Partite Iva; 1 Studente. Voglio ricordare che in quelle elezioni si potevano dare tre preferenze e non esistevano le quote rosa e di conseguenza nemmeno le preferenze di genere.


Andando a scorrere i nomi dei candidati sembra di imbattersi in una palestra di talentuosi della politica. Se non sbaglio ci si “imbatte” in quattro futuri consiglieri regionali; due futuri senatori; quattro sindaci (futuri o passati, ma presenti in lista) insomma una lista di tutto rispetto. Ho cercato qualche “facce simile” o notizie varie delle candidature degli altri partiti nello stesso periodo, ma non sono riuscito ad avere lo stesso colpo di … fortuna e quindi non ho riscontri certi degli altri partiti.


In ogni caso però, sappiamo benissimo come si facesse politica in quegli anni. I nomi che leggiamo in questa lista erano di persone che si erano impegnate in politica all’interno del proprio partito ed avevano partecipato a tutte le fasi democratiche della vita del partito.

Avevano partecipato ai congressi, facendo la relativa campagna elettorale e portando gente a votare. Ricordo come fosse ora il via vai delle Fiat Seicento di allora che accompagnavano le persone anziane al seggio. Sia per le elezioni sia per i congressi di circolo e/o di sezione. Le persone votavano senza capirci niente? Oddio non è da escludere ma questo rientrava, purtroppo nell’analfabetismo non solo politico che ancora attanagliava l’Italia, ma il Molise in maniera particolare.


Sempre nella lista si leggono nomi di persone che sono stati assessori comunali di lunga data e di grande notorietà, come si leggono nomi di persone che hanno sempre fatto politica con la schiena dritta pagando in prima persona il non allinearsi e restando confinati ai margini del partito.


Due aneddoti che rendono un poco, ma solo un poco, l’idea della politica di allora: alle elezioni provinciali la Democrazia Cristiana “usava” il Collegio di Ripalimosani per trombare i non graditi all’establishment. Il ragionamento era: meriti la candidatura, ma vai nel collegio (poteva essere il nr. 5?) quello di Ripalimosani? Quale era la cosa strana? Il collegio di Ripalimosani era considerato un collegio comunista dove mai sarebbe stato eletto un democristiano.

L’unico democristiano che fu eletto nel collegio di Ripalimosani fu Adalberto Cufari, cavallo di razza della politica e capace di parlare della e tra la gente. L’essere “cavallo di razza” dello stimatissimo Adalberto Cufari è riprovato dal fatto che ancora oggi, ad oltre ottanta anni, riesce a tenere vivo un dibattito politico in televisione argomentando con lucidità e passione tutto quello che dice.


Altro aneddoto: avevano deciso di “trombare”, sempre nel collegio di Ripalimosani un democristiano, un loro “confratello”. Finita la riunione alle solite ore notturne della apolitica, l’Onorevole La Penna si mise in auto per tornare a Termoli. Lungo la strada vide delle scritte su un muro che “invitavano” a votare proprio quella persona, che chiameremo Caio, alle elezioni provinciali. Si tenga conto che la campagna elettorale non era ancora iniziata. Il buon Onorevole Girolamo una volta giunto a Termoli, a casa sua, prese il telefono, non esistevano i telefonini, avrebbe chiamato immediatamente, e disse di cassare Caio dalla lista della DC. La “cassazione” fu immediata!


Erano anni di rispetto e di lavoro politico, anni in cui avere una candidatura al comune segnava il punto di arrivo di una gavetta politica fatta nei partiti, al contrario di adesso che l’elezione al Parlamento rappresenta il punto di partenza di una carriera politica.
Erano anni in cui i consiglieri discutevano nelle sedi di partito l’argomento che avrebbero discusso nel consiglio di appartenenza.

Fosse stato il comunale, il provinciale o il regionale poco importava. Si discuteva alla presenza dei parlamentari che si facevano poi carico di riportare a Roma delle esigenze. Una curiosità: il Consiglio Regionale si svolge normalmente il martedì perché allora i politici usavano il lunedì per raccordarsi con i parlamentari e discutere cosa si potesse e/o dovesse fare.


Questo era quello che succedeva nella Democrazia Cristiana, ma negli altri partiti era la stessa cosa, solo con numeri diversi. Numeri diversi solo nei risultati elettorali perché il sentimento comune, la “radio camerata” di tutti diceva che nessuno votava Democrazia Cristiana, quello stesso partito che poi risultava al 62% dei voti. Tutto questo perché, come diceva Don Camillo: “nella cabina elettorale Dio ti vede, Stalin no!”.


Erano tempi di onestà politica ed umana. Tangentoli sarebbe arrivata dopo ventidue anni.
Detto questo torniamo alle nostre piccole occupazioni e speriamo di poter scrivere qualcosa di bello per questo nostro sconsolato ed “addietrato” Molise.
Sempre con immutata stima ed aumentato affetto: Statevi arrivederci
Franco di Biase

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